Ladro di sguardi. La Fondazione Bevilacqua La Masa ripropone il tema della fotografia e presenta la mostra "Stanley Kubrick - Ladro di sguardi" una esposizione centrata sull'opera del regista quando era ancora uno sconosciuto fotoreporter, che e' stata inaugurata il 31 agosto alle ore 18.00 nella sede di S.Barbara Dorsoduro 2826 Venezia. La mostra, curata da Enrico Ghezzi, presenta 59 fotografie in bianco e nero che Kubrick ha realizzato nell'arco di cinque anni (1945-49) per la rivista americana "Look".
Ladro di sguardi
La Fondazione Bevilacqua La Masa ripropone il tema della fotografia e
dopo il successo confermato dalle mostre dello scorso anno dedicate alla
fotografa Shirin Neshat, al sudafricano Zwelethu Mthetwa e alle foto del
regista Abbas Kiarostami, presenta ora la mostra "Stanley Kubrick -
Ladro di sguardi" una esposizione centrata sull'opera del regista quando
era ancora uno sconosciuto fotoreporter, che e' stata inaugurata il 31
agosto alle ore 18.00 nella sede di S.Barbara Dorsoduro 2826 Venezia.
La mostra, curata da Enrico Ghezzi, presenta 59 fotografie in bianco e
nero che Kubrick ha realizzato nell'arco di cinque anni (1945-49) per la
rivista americana "Look".
L'affinità ' di Kubrick per la fotografia fu altrettanto immediata di
quella per gli scacchi. La fotografia è l'arte del solitario, del
voyeur, e questa sarebbe stata una delle caratteristiche dominanti della
sua età adulta.
Nelle sue fotografie, però si nota già quella spiccata
caratteristica che due grandi cultori dell'immagine come Orson Welles e
David Lean gli riconoscevano: la sua capacità di conferire
all'immagine una valenza narrativa.
La sua curiosità onnivora lo spingeva ad andare a caccia di
inquadrature. Portava la Graflex in una borsa di carta, in parte
perché era troppo grande e pesante per una cinghia a tracolla, ma
anche perché la vista di una macchina cosi grande avrebbe messo sulla
difensiva i suoi soggetti. Ma con la macchina nascosta in una borsa, con
una apertura in alto in modo da poter inquadrare e l'obiettivo che
sbucava da un buco della carta, Kubrick poteva scattare immagini quasi
inosservato.
Verso la fine del 1948 "Look" gli affidò un servizio fotografico che
coprisse la giornata di un pugile peso medio, il ventiquattrenne Walter
Cartier. Prizefighter, ovvero pugile professionista, risulterà un
ambizioso fotoracconto, fluido e chiaro: il risveglio del pugile nel suo
appartamento, il peso, l'allenamento, il combattimento a Jersey City,
vinto per K.O.
Per Kubrick la boxe emanava il fascino della violenza divenuta arte. Tra
le foto, una in particolare emanava questa sensazione. Cartier si trova
nello spogliatoio, è a petto nudo, in pantaloncini, i guantoni sulle
ginocchia, lo sguardo rivolto verso l'alto - lontano dall'obiettivo -
per raccogliere le forze prima del combattimento. La sola luce presente
piove dal soffitto e crea un'ombra attorno agli occhi, enfatizzando gli
zigomi alti. Usando il suo angolo di ripresa favorito, Kubrick lo
trasforma in un emblema di mascolinità o, come qualcuno avrebbe
sottolineato, di omoerotismo. Da questa singola immagine era ovvio che
Kubrick aveva altro da dire sul mondo della boxe, altre profondità da
sondare tramite un sapiente uso delle immagini. Il pugile Cartier
divenne il soggetto protagonista del primo lungometraggio - documentario
prodotto e girato da Kubrick.
Kubrick lavorò cinque anni alla redazione di "Look"ed il suo lavoro
sulle immagini "rubate" alla vita anticipa e incornicia la direzione
della sua futura carriera, come un lungo "storyboard" preparatorio di un
film.
Immagine: L'anticamera del dentista (Dentist's Office), Look, 1 ottobre 1946
Apertura mostra 1 settembre 30 settembre
Orario 15.00-19.00 chiuso il martedì
Ingresso £. 5.000
Fondazione Bevilacqua La Masa
Palazzo Tito S. Barnaba, Venezia, tel.041/5207797 - 041/5208879
fax 041/5208955
Ufficio Stampa - Gianna Rossi