Elisabetta Benassi
Jorge Peris
Edmond Aman
JeanValere Bernard
Marsella
Emile-Antoine Bourdelle
Maurice Chabas
Charles Marie Dulac
Eugène Grasset
Henry de Groux
Charles Guilloux
Louis Welden Hawkins
Jeanne Jacquemin
Frantisek Kupka
Charles Lacoste
Floirac
Henri Le Sidaner
Lucien Levy-Dhurmer
Henri Martin
Emile-Rene' Menard
Constant Montald
Alphonse Osbert
Armand Point
Ary Renan
Auguste de Niederhausern-Rodo
Carlos Schwabe
Alexandre Seon
Maria Rosa Sossai
Il paesaggio simbolista in Francia. La mostra riunisce 84 opere: olii, disegni e incisioni di oltre 20 artisti che riflettono le questioni metafisiche del movimento idealista di fine 800. Elisabetta Benassi presenta un video realizzato in Sardegna per il ciclo dei progetti Site Specific. Acqua di mare, sabbia e pane per opere in trasformazione nel workshop con Jorge Peris. Infine Wanda Nazzari con una serie di opere monocrome bianche, crea spazi di sospensione in dialogo aperto con la collezione del Man.
Il paesaggio simbolista in Francia + Elisabetta Benassi, Site Specific #2 + Jorge Peris - Project Space 2007 + DNA. La collezione del MAN & Wanda Nazzari in Monocro[moso]mi
Il paesaggio simbolista in Francia
Le 84 opere riunite in questa mostra, olii, disegni e incisioni di oltre venti artisti, riflettono attraverso la tematica del paesaggio la sensibilità, il mistero e le questioni metafisiche che hanno preoccupato gli artisti del movimento idealista della fine del XIX. Le opere rivelano la natura profonda, misteriosa e magica che accompagna l’essere umano nel suo percorso psicologico e spirituale, una natura misteriosa, poetica, con viste luminose e crepuscolari. All’interno della tematica sono approfonditi alcuni aspetti quali l’anima del paesaggio, il paesaggio mistico, il paesaggio dell’anima e il paesaggio dell’inquietudine.
«La Vostra anima è un paesaggio scelto»: con questo celebre verso, Paul Verlaine stabiliva una corrispondenza poetica tra le vie segrete del pensiero e la decorazione poetica di un «chiaro di luna tranquillo, che invita a sognare gli uccelli sopra gli alberi e a piangere di estasi alle fonti». Questa visione mentale di un paesaggio che incarna l’anima umana corrisponde perfettamente al modo in cui gli artisti simbolisti concepivano la natura. Lungi dall’essere degli artisti isolati, decadenti e al margine dell’evoluzione della loro epoca, i pittori simbolisti partecipavano attraverso la propria ricerca sia intellettuale sia plastica alla genesi di ciò che sarebbe diventata la pittura del ventesimo secolo, un’arte essenzialmente concettuale e “magica”.
I paesaggi simbolisti sono paesaggi da sogno, perché gli artisti idealisti non desiderano mostrare il visibile ma l’invisibile. Per loro, la natura non è pittoresca ma suggestiva. Dipingono, pertanto, non ciò che il paesaggio mostra ma ciò che nasconde. Alberi, nubi, orizzonti lontani, boschi misteriosi, tramonti o crepuscoli: compongono idee che ci conducono verso la nostra interiorità.
Luogo di proiezione di una teatralità che può essere ascendente e positiva, però allo stesso tempo inquietante o degna di un incubo, la natura così come la percepiscono i simbolisti incarna tutti i tormenti e tutte le speranze di un momento della civilizzazione piena di metamorfosi. Gli artisti simbolisti francesi (o che hanno vissuto in Francia) presenti in questa mostra ci conducono, non senza incertezza, attraverso i loro tentativi, le loro angosce e i loro sogni, verso un mondo diverso dal reale, quell’universo definito da Baudelaire come «Anywhere out of the world». Attraverso i loro occhi, il loro pensiero e il loro genio artistico, ci svelano la geografia segreta del luogo ideale.
In mostra opere di: Edmond Aman-JeanValère Bernard, Marsella, Emile-Antoine Bourdelle, Maurice Chabas, Charles Marie Dulac, Eugène Grasset, Henry de Groux, Charles Guilloux, Louis Welden Hawkins, Jeanne Jacquemin, Frantisek Kupka, Charles Lacoste, Floirac, Henri Le Sidaner, Lucien Lévy-Dhurmer, Henri Martin, Emile-René Ménard, Constant Montald, Alphonse Osbert, Armand Point, Ary Renan, Auguste de Niederhäusern-Rodo, Carlos Schwabe, Alexandre Séon.
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Elisabetta Benassi, Site Specific #2
a cura di Maria Rosa Sossai
I suoli come emblemi della periferia del mondo occidentale nel video di Elisabetta Benassi realizzato in Sardegna per il ciclo dei progetti “Site Specific” su invito del museo diretto da Cristiana Collu
Il ciclo dei progetti Site Specific, avviata nel 2006 con il lavoro di ZimmerFrei, continua nel suo intento di aprire un dialogo tra lo spazio museale inteso come luogo di ricerca artistica e di promozione culturale e il territorio circostante. L'artista invitata quest'anno, Elisabetta Benassi, presenta un lavoro video prosecuzione della serie dei Suoli, iniziata nel 2005. Fotografie di grandi dimensioni, vere e proprie mappe in scala1:1, di terreni di depositi e autodemolizioni. Luoghi marginali e del tutto anonimi, in cui l’entropia si è insediata sino a rendere ogni cosa inutile e irriconoscibile, che appaiono come deserti orizzontali dove la distanza e l’abituale relazione tra chi guarda e la cosa osservata viene abolita.
I suoli appaiono come emblemi della periferia del mondo occidentale, un caos ingombrante di materia, impossibile da riciclare ma da cui scaturisce un’idea di paesaggio mobile e in costante mutamento. L'esplorazione fotografica e video di Elisabetta Benassi va oltre il visibile, sino a inglobare ciò che rimane fuori dell'inquadratura e che sfugge alla conoscenza. Il continuum di immagini si estende su un terreno molto più vasto di quello che i piedi attraversano. I suoli sardi, fotografati durante un precedente soggiorno in Barbagia, riprendono i resti e le ceneri dei fuochi per la festa di Sant'Antonio a Torpè e Mamoiada nel momento culminante di un rituale che coinvolge tutta la comunità.
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Jorge Peris - Project Space 2007
Una questione di sopravvivenza a cura di Maria Rosa Sossai
La città di Nuoro diventa lo studio dell’artista spagnolo per un esperimento con un gruppo in workshop, usando lo spazio, il tempo e la materia. Acqua di mare, sabbia e pane per opere in trasformazione
Oggi che l'esperienza sembra ridursi ad un consumo momentaneo ed effimero e che gli eventi restano nel campo della cronaca, l’arte scommette sul durevole, non è istantaneamente consumabile ed è governata da una necessità interna che parte da lontano. La sua è una condizione paradigmatica di sopravvivenza, in perenne conflitto con l’eccesso di informazioni e di immagini, con l’accelerazione del tempo e dello spazio e con il surfing dell’informazione. Accogliendo tale paradigma, gli artisti invitati per il nuovo ciclo di opere nel Project Space - Jorge Peris, Nico Vascellari, Margherita Morgantin - rispettivamente nei mesi di maggio, settembre e dicembre 2007, creeranno personali strategie di sopravvivenza dell’opera d’arte, in termini materiali, simbolici, estetici, occupando non solo il Project Space del museo, ma esplorando anche zone limitrofe.
Il lavoro del primo artista presente, lo spagnolo Jorge Peris, si basa su un’idea di opera che scaturisce da trasformazioni continue, lente e controllate dei materiali naturali che agiscono sugli spazi, con un margine di imponderabilità sui risultati ottenuti. Nel progetto per il museo MAN, la città di Nuoro diventerà lo studio dell'artista, per un esperimento che coinvolgerà un gruppo di persone, le quali collaboreranno con lui, usando lo spazio, il tempo e la materia. Saranno utilizzate macchine inventate allo scopo e materiali organici e minerali come acqua di mare, sabbia, pane. Gli interventi, realizzati insieme ai partecipanti al workshop che si svolgerà nella settimana precedente l'inaugurazione, avranno il valore di un'esperienza condivisa e collettiva con la città.
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DNA. La collezione del MAN & Wanda Nazzari in Monocro[moso]mi, 2007
Il MAN invita gli artisti contemporanei ad un dialogo aperto con la collezione. Wanda Nazzari con una straordinaria e raffinata serie di opere monocrome bianche, crea suggestivi spazi di sospensione e contemplazione, vere e proprie stazioni di un percorso che intreccia segrete conversazioni con i maestri della storia dell’arte in Sardegna. Lo spazio condiviso invita a una riflessione e nello stesso tempo offre nel suo insieme una efficace immagine della qualità dei diversi linguaggi artistici. Le carte incise con appassionata perizia, le sovrapposizioni, o gli inginocchiatoi si definiscono come luoghi senza tempo, sempre presenti e per questo attuali e per questo testimoni della spiritualità e dell’inquietudine contemporanea.
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Imaugurazione ore 18
Museo d'Arte Provincia di Nuoro - MAN
via Sebastiano Satta, 15 -Nuoro
Orario: 10:00/13:00 - 16:30/20:30 dal martedi' alla domenica
Ingresso: intero 3 euro. Ridotto (18-25 anni) 2 euro. Fino ai 18 e dopo i 60 anni l'ingresso al museo e' gratuito