Galleria d'Arte Maggiore
Bologna
via d'Azeglio, 15
051 235843 FAX 051 222716
WEB
Antonio Corpora e Toti Scialoja
dal 23/5/2007 al 30/7/2007
10,30-12,30 e 16,30-19,30. Chiuso domenica e lunedi' mattina

Segnalato da

Alessia Calarota




 
calendario eventi  :: 




23/5/2007

Antonio Corpora e Toti Scialoja

Galleria d'Arte Maggiore, Bologna

Il piacere del segno: dinamismi ed equilibri. I due pittori sono esposti insieme in un confronto diretto che offre al visitatore un'interessante panoramica sulle molteplici ricerche artistiche portate avanti in Italia a partire dagli anni 40, tra cambi di rotta, volonta' e necessita' continua di rinnovarsi, attenzione alla scena internazionale e confronto con la tradizione.


comunicato stampa

Il piacere del segno: dinamismi ed equilibri

La Galleria d’Arte Maggiore presenta due grandi artisti italiani dal sapore internazionale per stile e tematiche. “Il piacere del segno: dinamismi ed equilibri. Corpora e Scialoja.” è il titolo della mostra che inaugura giovedì 24 maggio alle ore 17:30 in via D’Azeglio 15 a Bologna. I due maestri, già protagonisti di importanti esposizioni in Italia e nel mondo, per la prima volta sono esposti insieme in un confronto diretto che offre al visitatore un’interessante panoramica sulle molteplici ricerche artistiche portate avanti in Italia a partire dagli anni ‘40, tra cambi di rotta, volontà e necessità continua di rinnovarsi, attenzione alla scena internazionale e confronto con la tradizione.

Seguire l’evolversi delle ricerche artistiche di Antonio Corpora e Toti Scialoja significa trovare un punto di vista privilegiato per osservare la vivacità della scena artistica italiana a partire dal secondo dopoguerra, un periodo di particolare “libertà espressiva” e di grande curiosità per ciò che accade fuori dai confini nazionali.
Centro particolarmente vivace è Roma. Città amata da Scialoja che qui trova i natali e i primi stimoli nell’ambito della “Scuola Romana” di Mafai e Scipione. Ma città prediletta anche da Corpora, artista di origine tunisina che nel 1945 vi trova non solo rifugio, ma anche nuove opportunità. Storico è l’incontro con Guttuso col quale fonda il “Fronte Nuovo delle Arti”, chiamato ironicamente dai critici “neocubismo”, ed il cui obiettivo primario era quello di staccarsi da moduli pittorici troppo tradizionali, legati in particolare all’arte del “Novecento italiano”. È un’epoca di rapidi cambiamenti e continui aggiornamenti. Così dopo la precoce rottura del “Fronte Nuovo delle Arti”, Corpora coinvolge il critico veronese Lionello Venturi nella creazione di un gruppo più omogeneo che diventa noto come “Gruppo degli Otto Pittori Italiani” di cui fanno parte Afro, Birolli, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato e Vedova e coi quali condivide la ricerca di un linguaggio che rinuncia sia all’approccio figurativo sia al formalismo neocubista a favore di un astrattismo dalle note impressionistiche.

La pittura di Corpora è anti-concettuale e il suo “informale” traduce il rifiuto della composizione della forma e delle analisi strutturale. Il travaglio della materia è significativo delle intenzioni profonde dell’artista. La materia non è fine a se stessa. Il segno non è animato di una volontà simbolica. L’analisi fotografica di un dettaglio svela chiaramente l’assenza di intenzionalità di questi segni, che altro non sono che sussulti della materia. Il gesto si integra alla materia, ma non si confonde con essa. Corpora viene chiamato ad esporre in numerose città in tutto il mondo con una serie di mostre personali, tra cui si ricordano: la Galerie Sprinter di Berlino, le Kleeman Galleries e Chalette Gallery di New York e poi Oslo, Monaco e Parigi, solo per citarne alcune. Invitato di frequente alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia, che spesso dedica a lui, come a Scialoja, una sala personale.

Parallelamente anche il percorso artistico di Scialoja è ricco di svolte. Dopo il primo periodo caratterizzato dall’influenza della Scuola Romana, negli anni ’40 è la volta di una pittura di matrice espressionista, mentre il 1954 segna la sua breve stagione neocubista, ma è a partire dal 1955 che Scialoja approda a una pittura definitivamente astratta. Un ruolo fondamentale nella sua formazione gioca nel 1956 il primo viaggio negli Stati Uniti, seguito da un secondo soggiorno nel 1960. In questi viaggi Scialoja entra in contatto con gli espressionisti astratti e con la “Pittura d’Azione” (Action Painting) di cui diventa interprete, realizzando le sue famose “Impronte”. Lo spazio come superficie, la superficie come tempo, il tempo come ritmo: ed ecco le impronte smarrire progressivamente i loro incidenti matrici, le loro turbolenze e cecità; eccole rinserrarsi, progressivamente, in ambiti spaziali dotati di vita autonoma, in campiture cromatiche sempre più in comunicanti, in pure quantità di spazio, luce e colore organizzate all’interno di strutture geometriche giustapposte, scandite lungo il percorso orizzontale della tela, allusivo all’asse paradigmatico della storia. Conclusasi anche questa stagione, in una fase immediatamente successiva l'artista si apre a composizioni scandite da partiture rettangolari e inserti definiti da contorni netti, facendo propri gli impulsi astratto-geometrici peculiari dell'epoca. Inizia poi il graduale recupero di un pittoricismo che erompe nelle opere dei primi anni ‘80, connotate da una singolare libertà e caratterizzata dal recupero delle esperienze degli anni passati. Vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, come il Premio Presidente della Repubblica nel 2003, un anno prima della morte, e la nomina di Accademico di San Luca. Gli anni ‘50 sono fondamentali anche per Scialoja che espone alla Catherine Viviano Gallery di New York, e poi a Chicago, Stoccolma, Zurigo, Francoforte e in numerose e prestigiose gallerie italiane.

Comunicazioni e ufficio stampa:
Alessia Calarota cell. 338.5337770

Inaugurazione giovedì 24 maggio alle ore 17:30

Galleria d'Arte Maggiore
via D'Azeglio 15 Bologna
ORARI: 10,30 - 12,30; 16,30 - 19,30
Chiuso domenica e lunedì mattina

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