Nel ricco e colorito linguaggio palermitano il termine "scato'" indica il reietto, la persona ai margini della societa', spesso additata come elemento da evitare. Questi i soggetti delle fotografie esposte, che cercano di riportare all'attenzione del riguardante una realta' troppo spesso dimenticata.
Scato' - poverta' degrado emarginazione sociale a Palermo
Nel ricco e colorito linguaggio palermitano il termine "scatò" indica il reietto, la persona ai margini della società, certamente non ricca, additata come elemento da evitare, cui certamente non adeguarsi: "chiddu è scatò!", "tu sì scatò" sono considerate frasi offensive. Certamente a chi si addentra nei meandri della nostra città, o meglio nelle tante città presenti nella disomogenea Palermo, non viene difficile incontrarli, anzi, può capitare di imbattersi spesso negli scatò. Per chi possiede una macchina fotografica, poi, la cosa diventa più complicata: "Chi ci fotografi, sta minchia?" ci si potrebbe sentir rispondere.
E'arduo intravedere nella città delle promesse e delle speranze disattese, barlumi di ripresa. Palermo appare oggi assopita, "terra degli invisibili" l'ha definita qualcuno, essa stessa sembra non accorgersi più di nulla, tutto diviene abitudine e perciò normale. E invece noi vogliamo gridare, vogliamo fare in modo che oggi Palermo torni a guardarsi allo specchio per poter prendere coscienza di sé. Le chimere quotidianamente propinateci ci hanno distratto dalla realtà cui assistiamo inerti. Vogliamo occhi ancora vergini, che sappiano scandalizzarsi di fronte alla negazione dei diritti umani primari quali l'acqua, l'istruzione, il lavoro, la promozione dell'uguaglianza tra uomo e donna, la salute, l'igiene ambientale.
Zen, Cruillas, Borgo Nuovo, Brancaccio, Danisinni e così via, non sono via Libertà, sono purtroppo realtà altre, ai margini della città, tanto da apparire mondi a parte, mondi di scatò. Perché tutto ciò? Chi mai è nato col diritto di avere quello che possiede? E chi mai è nato senza questo diritto? Giovani diplomati e laureati sono oggi costretti a lasciare questo territorio tanto ricco di storia quanto povero di opportunità e di competitività, abbandonato al progressivo indebolimento etico-economico-sociale, dove si è costretti ad elemosinare come favori i propri diritti.
Ecco il perché di questa mostra e di questa mostra nella sede della facoltà di Giurisprudenza. Ci piace fare nostre le parole di Mohammad Yunus, professore di economia all'università di Chittagong, in Bengala, inventore del microcredito destinato ai poveri, nonché premio Nobel per la pace 2006:
"Se l'università è depositaria del sapere, perché non dimostrarne l'utilità...credo fermamente che l'università non debba essere una torre d'avorio, dove pochi intellettuali si ingegnano a raggiungere vette sempre più alte di conoscenza, senza mai condividerla con il mondo che preme ai suoi confini".
Proprio partendo da dove il diritto viene insegnato nasce questo piccolo contributo, per fare avvertire come sempre più pressante la necessità di un profondo rinnovamento. Occorre pertanto ricercare, discutere, senza stancarsi mai, le idee, le strategie, i metodi, le azioni più idonee per ridare dignità umana alla nostra Palermo.
Non si è avuta sinora la profeticità o almeno la prontezza politica di capire che non ci sarà un domani per la nostra Palermo, se non si lavora insieme, se non si affronta con tempestività la sperequazione che, a tutti i livelli, diviene sempre più intollerabile, ma che soprattutto sta innescando una vera e propria bomba a orologeria: presto le menti migliori andranno via e chi costituirà il nostro futuro? E allora, che fare? E' tutto inutile? Guai a cadere vittime del pessimismo della ragione! Con la forza dell'ottimismo della volontà, bisogna cogliere tutti i segnali positivi che ci fanno intravedere strade nuove, percorsi viabili: segnali di una società civile sempre più attenta e consapevole. Ci viene da pensare per esempio al movimento "Addiopizzo", che cerca di creare opinione tra gli i commercianti del nostro territorio, affinché cambino "abitudini".
Il cambiamento deve avvenire dalle istituzioni così come dalla "gente comune" che sente il proprio futuro e dei propri figli. Tutto ciò è ancora incerto e nebuloso, ma non impossibile: abbiamo gli strumenti culturali per farlo, ciò che ancora manca sono la volontà e la fiducia.
Info artista:
erminiascaglia@libero.it
http://www.erminiascaglia.it
Universita' degli Studi di Palermo - Facolta' di Giurisprudenza
Via Maqueda 172 - Palermo
Orari: da lunedi' a venerdi' 8-19,30, sabato 8-13, domenica chiuso
Ingresso libero