Anna Ferraro
Claudia Borsari
Barbara Bottini
Angela Frascione
Domenico Grenci
Valentina Cosentino
Paolo Parisi
Opere, multipli, edizioni e gadgets di 6 artisti. "Dai lavori in mostra risulta evidente l'impossibilita' di definire i contorni netti di un ipotetico confine tra grafica d'arte e grafica tout court, tra opera da museo e da galleria e oggetto di design, tra edizione d'arte e oggetto moltiplicato da supermarket" Paolo Parisi.
Collettiva
Opere, multipli, edizioni e gadgets di: Anna Ferraro, Claudia Borsari, Barbara Bottini, Angela Frascione, Domenico Grenci, Valentina Cosentino. Dal Laboratorio di Paolo Parisi all'Accademia di Belle Arti di Bologna
"Insicuro Noncurante" è un portfolio di 81 pagine numerate che rappresentano il lavoro di Alighiero Boetti dal 1966 al 1975. Il lavoro comprende forme differenti, dagli schizzi originali e collages, così come cartoline e lettere. La pagina n° 9 mostra il fotomontaggio "Gemelli", che può essere considerato programmatico di un aspetto principale del processo artistico e di pensiero di Boetti. L'immagine visualizza la separazione e lo sdoppiamento della propria personalità che l'artista porta a compimento nel cambio del suo nome in Alighiero & Boetti. In questo modo egli estende la propria percezione del mondo come ordine bipolare, nel quale gli opposti interagiscono in ordine sintetico.
(...) "La noncuranza è un termine usato per la prima volta nel saggio di Ian Burn "Gli anni Sessanta: crisi e conseguenze (Ovvero memorie di un artista ex-concettuale)", in Art & Text, nel 1981. È un concetto di notevole importanza per descrivere i tentativi del XX secolo di liberare dall'abilità artigianale e da altre forme di virtuosismo manuale l'orizzonte della produzione artistica e della valutazione estetica. Nel momento in cui l'oggetto trovato industriale, da cui ogni processo artigianale è bandito, è stato proclamato opera d'arte, la produzione collettiva dell'oggetto meccanico in serie ha preso il posto dell'opera eccezionale realizzata dal virtuoso." (...)
"Territori di confine (bibliografia)" è un'opera che ho realizzato nel 2003. È un manifesto che rappresenta l'immagine di un lago tra le montagne, in territorio di confine tra Italia e Francia e sulla quale appare, sovraimpressa, una bibliografia sul colore. Generale e particolare per singoli colori, indicati da dischi colorati con il colore a cui fanno riferimento. Un lago. Una superficie illusoriamente colorata. Che in realtà assume il colore del cielo (seguendo quindi, nel tempo, le variazioni metereologiche). Lungo il suo perimetro è inoltre possibile disporsi, orizzontalmente e con segni, generazioni e modalità differenti. Il contributo di ciascuno è legato quindi all'osservazione e alla condivisione di uno o di molteplici punti di vista. O alla possibilità di disegnare sulla superficie liquida. Un gesto in grado di generare, a sua volta, altri disegni, circolari in questo caso, che si irradieranno per l'intera superficie, raggiungendo tutti gli altri amici che nel frattempo, incuriositi, si sono avvicinati alla riva...
Da questi e da altri appunti nascono le riflessioni che hanno dato vita due anni fa al Laboratorio di grafica di cui questo evento è manifestazione, appunti che contengono quegli elementi che ho ritenuto necessari per la stesura del progetto di un Laboratorio all'interno dell'Accademia di Belle Arti.
"Gemelli-Twins" appare nella copertina della dispensa distribuita agli studenti e diventa anche il titolo (a pieno titolo) dell'evento attuale, ponendo l'accento sulla trasformazione che quest'immagine indica. Dall'idea di modus operandi, che ha caratterizzato la produzione artistica degli anni '70, al modus vivendi attuale che Boetti anticipa e in qualche modo preconizza con quest'immagine che investe direttamente l'identità dell'autore, duplicandola. In un percorso, non chiuso e svincolato da qualsiasi specifico tecnico in particolare, ma piuttosto concentrato sul rapporto tra l'individuo e il linguaggio dell'arte, il punto di arrivo è ancora oggetto di ricerca, da parte di tutti, me compreso.
Dalle opere in mostra risulta evidente l'impossibilità di definire i contorni netti di un ipotetico confine tra grafica d'arte e grafica tout court, tra opera da museo e da galleria e oggetto di design, tra edizione d'arte e oggetto moltiplicato da supermarket. Ma soprattutto viene confermata la riflessione di Benjamin relativamente alla rivoluzione introdotta dalla riproducibilità: "(...) già precedentemente era stato sprecato molto acume per decidere la questione se la fotografia fosse un'arte, ma senza che ci si fosse posta la domanda preliminare: e cioè, se attraverso questa scoperta non si fosse modificato per sempre il carattere complessivo dell'arte. (...)"
L'intenzionalità artistica può segnare la differenza rispetto agli oggetti, ai prodotti, alle immagini e alle idee che ci circondano e che non nascono con la stessa intenzionalità, per via dell'utopia che è contenuta nell'arte e per via della possibilità di introdurre delle informazioni che soddisfino la necessità dell'individuo di ragionare con la propria testa. In quest'occasione, e per questa generazione di studenti, l'arte non si propone come spazio di rottura e di scontro ma piuttosto cerca di rendere possibili e soprattutto dialoganti la pratica e il confronto dei sentimenti personali rispetto alle ideologie dominanti, dei processi formali e produttivi locali rispetto a quelli globali, dei sogni privati rispetto alle pubblicità omologanti, della vita di quartiere rispetto alle modalità standardizzate di produzione e di comunicazione.
(Paolo Parisi, The Artway of Living)
Immagine: Paolo Parisi, "Coast to coast", 2005, acrilico e olio su tela, cm 100x145
neon>campobase
Via Francesco Zanardi 2/5 - Bologna
Ingresso libero