Elmgreen & Dragset
Carsten Holler
Damian Ortega
Piotr Uklanski
Francesco Bonami
Sarah Cosulich Canarutto
4 nuove nuove spettacolari installazioni di Elmgreen & Dragset, Carsten Holler, Damian Ortega, Piotr Uklanski. Il progetto, prevede un annuale arricchimento con opere site-specific che mantengono il legame con la storia della dimora rileggendone il contesto. Attraverso simboli ambigui, divertenti interazioni o spiazzanti intromissioni, le opere contribuiscono a riaffermare il valore del gioco come funzione principale del parco. A cura di Francesco Bonami e Sarah Cosulich Canarutto.
---english below
Sculture nel Parco
4 nuove installazioni
Elmgreen & Dragset, Carsten Höller, Damian Ortega, Piotr Uklanski
A cura di Francesco Bonami e Sarah Cosulich Canarutto
Il Centro d’Arte Contemporanea di Villa Manin inaugura il 2 giugno 2007 quattro nuove spettacolari installazioni nel parco. Con il consolidato progetto Sculture nel Parco, che vede l’annuale arricchimento con opere site-specific realizzate da artisti internazionali, il Centro si propone di mantenere il legame con la storia della dimora dogale, rileggendo il contesto e intrecciandolo con l’arte dei nostri giorni. Questo stimolante dialogo tra passato e presente iniziato nel 2004 ha contribuito alla trasformazione del bellissimo parco di Villa Manin, antica residenza estiva dell’ultimo Doge di Venezia, in un luogo interattivo, dinamico e sorprendente.
I Progetti del 2007
Attraverso simboli ambigui, divertenti interazioni o spiazzanti intromissioni Elmgreen & Dragset, Carsten Höller, Damian Ortega e Piotr Uklanski contribuiscono a riaffermare la funzione principale del parco, creando delle originali installazioni che richiamano il valore del gioco nella quotidianità.
La coppia Elmgreen & Dragset trasfigura la percezione dello spazio e dell’architettura
pubblica con delle installazioni uniche e originali che mettono in discussione le aspettative quotidiane. Gli artisti berlinesi di adozione, noti per gli innumerevoli interventi in campo urbano, creano Ti sto pensando, una cabina telefonica che riserverà ai visitatori del parco una piacevole sorpresa.
Dopo il grande successo ottenuto alla Tate Modern di Londra con l’installazione di ripidi e velocissimi scivoli, Carsten Höller porta nel parco di Villa Manin una strabiliante giostra che induce lo spettatore a riflettere sulla percezione del reale. Appositamente modificata, la giostra permette un’atipica osservazione della natura.
Uno spaesamento è provocato dalle installazioni del messicano Damian Ortega, che volge il suo interesse ad oggetti di uso quotidiano, mutandone significato e funzione. Ortega, famoso per il maggiolone “esploso” presentato alla 50. Biennale di Venezia del 2003, costruisce nel parco di Villa Manin Armazon de Ensamble, gigante meccanismo di un orologio, incorporato in una piramide percorribile dai visitatori, che diventa così un modo per entrare letteralmente nei meccanismi del tempo.
Infine, l’artista polacco Piotr Uklanski, noto per le sue opere equivoche ed audaci, presenta nel cortile d’onore della villa la sagoma di una mano gigante che abbraccia scenograficamente la facciata dell’edificio, dando vita ad un’immagine ambigua che nella sua teatralità permette diverse chiavi di lettura. Uklanski adotta l’iconografia culturale, politica e sociale contemporanea per evidenziarne in modo ironico i controsensi e i paradossi.
Le nuove sculture si uniscono a quelle già presenti nel parco dando la possibilità ai visitatori di incontrare e interagire in modo sempre diverso con l’arte contemporanea, scoprendo come essa sia così profondamente vicina alla realtà di tutti. Le opere nel Parco di Villa Manin alternano infatti divertimento e relax, osservazione e partecipazione, ristoro e riflessione, disorientamento e ricreazione. Se in passato il parco era un luogo di contemplazione della natura, oggi vuole essere un punto di incontro, un luogo di relazioni tra arte e paesaggio. Le opere dialogano con il contesto che le ospita e, al tempo stesso, danno vita ad un percorso che trasforma il gioco in esperienza.
LE ALTRE SCULTURE NEL PARCO
Il Parco Sculture di Villa Manin è animato anche dalle diverse installazioni realizzate negli anni passati, tanti sorprendenti progetti che coinvolgono lo sguardo, il corpo e il pensiero del visitatore.
I Progetti del 2006
Con l'installazione The House Paweł Althamer esplora una delle aree più remote del parco recuperando una casetta abbandonata, semi nascosta dalla folta vegetazione che diventa così un luogo magico e racconta a ciascuno una storia diversa. Manin City, lo spettacolare labirinto di Michael Beutler, si relaziona con l'antica tradizione dei giardini-labirinto e dialoga in modo giocoso con l'architettura barocca del complesso e con la natura del luogo.
I Progetti del 2005
Facendoci rotolare su uno scivolo d’erba, Paola Pivi ci ubriaca dell’ebbrezza della natura.
Per mezzo di una coloratissima panchina di gruppo, Patrick Tuttofuoco ci unisce
fisicamente nell’osservazione del paesaggio. Rirkrit Tiravanija ci accoglie con un espresso
nella sua casa del tè, incorporando in un cubo capovolto la lentezza della tradizione orientale con la velocità della vita occidentale. Nella sua gabbia colorata Alberto Garutti
lascia che la natura cresca liberamente mentre l’uomo non può far altro che osservarla e
“invidiarla” dall’esterno. Sorpresa e imprevisto sono gli effetti del lavoro di Andreas Slominski che, con un intervento sottile ed ironico, modifica la direzione di un sentiero e ci obbliga a guardare il parco da un altro punto di vista. Gioco di “Go” in versione gigante, l’opera di Gabriel Orozco diviene il simbolo del concetto di gioco come libertà di pensiero
e movimento, come un’esperienza non soggetta a limiti o imposizioni ma aperta
all’imprevisto, all’immaginazione e al caso.
Altri artisti che in passato hanno esposto le loro opere nel parco di Villa Manin:
A12, Petra Blaisse, Cliostraat, Jeppe Hein, Tobias Rehberger, Tomas Saraceno, Monika
Sosnowska.
Immagine: Carsten Höller, R B Ride, 2007. Courtesy Esther Schipper, Berlin. Photo by a.l.t.
Ufficio stampa: Antonella Torriglia - press@villamanincontemporanea.it - 0432 821234
progetto permanente, dal 2 giugno 2007, 4 nuove installazioni
Villa Manin Centro d’Arte Contemporanea
Piazza Manin 10, Passariano, 33033 Codroipo (UD) Italy
Orari: martedì – domenica 10/20, lunedì chiuso
Biglietti: Intero 6 Euro, ridotto 4 Euro, ridotto per gruppi 2 Euro. Sculture nel Parco 1 Euro
---english
Sculptures in the Park
Elmgreen & Dragset, Carsten Höller, Damian Ortega, Piotr Uklanski
Curated by: Francesco Bonami and Sarah Cosulich Canarutto
Villa Manin Centre for Contemporary Art opens on June 2nd 2007 four new spectacular installations in the park. With the established Sculptures in the Park project, that sees its annual enrichment with site specific works realised by international artists, the Centre wishes to maintain the link with the history of the ancient villa by reinterpreting the context and intertwining it with the art of today. This stimulating dialogue between past and present, which begun in 2004, has contributed to transform the beautiful park of Villa Manin, summer residence of the last Doge of Venice, in an interactive, dynamic and surprising place.
The new projects of 2007
With ambiguous symbols, amusing interactions or surpising interferences Elmgreen & Dragset, Carsten Höller, Damian Ortega and Piotr Uklanski contribute to reinforce the main function of the park, creating original installations that question the idea of the game in the everyday.
The duo Elmgreen & Dragset transfigures the perception of space and of public architecture with unique installations that challenge daily expectations. The Berlin based artists, famous for the many interventions in urban environments, create Ti sto pensando (I am thinking about you), a phone booth with a pleasant surprise for the visitors of the park.
Following the great success obtained at the London Tate Modern with the installation of steep and fast slides, Carsten Höller brings to the park of Villa Manin an astonishing merry-go-round that leads the spectator to reflect upon the value of slowness and observation. Especially modified, the merry-go-round allows a renewed attention towards all what surround us.
Displacement is provoked by the works of Mexican Damian Ortega, who focuses on everyday objects by altering their meaning and function. Ortega, famous for his exploded beetle presented at the 2003 Venice Biennial, in the park of Villa Manin creates Armazón de Ensamble (Ensemble Case), a giant mechanism of a watch built on top of a pyramid on which visitors can walk, thus literally entering the mechanisms of time.
Finally, the Polish artist Piotr Uklanski, known for his daring and equivocal works, presents in the forecourt of the villa the outline of a giant hand that scenographically embraces the building’s façade. He gives form to an ambiguous image that, in its theatricality, allows multiple layers of interpretation. Uklanski adopts the cultural, political and social iconography of the contemporary world to underline in an ironical way its paradoxes and contradictions.
The new sculptures join the ones already present in the park, enabling the visitors to encounter and interact with contemporary art in an ever changing way, thus discovering how it is so deeply related to everyone’s reality. The works in the Park of Villa Manin alternate amusement and relaxation, observation and participation, repast and reflection, disorientation and entertainment. If in the times of the Venetian Doges who spent the summer at Villa Manin, the park was a place for the contemplation of nature, today it becomes a meeting point, a place for relations between art and landscape. The works spark a dialogue with the context which hosts them and, at the same time, they create a pathway which turns game into experience.
THE OTHER SCULPTURES IN THE PARK
The Sculpture Park of Villa Manin is animated also by the other installations realised in the past years, many surprising projects which involve the visitor’s gaze, body and mind.
The projects of 2006
With the installation The House, Paweł Althamer explores one of the most remote areas of the garden reclaiming an abandoned structure, half hidden by the thick vegetation which becomes a magical place and tells a different story to each one of us.
Manin City, Michael Beutler’s spectacular maze, connects to the ancient tradition of maze-like gardens and sparkles a playful dialogue with the architectural setting of the baroque complex and with the nature of the site.
The Projects of 2005
By making us roll on a grass slide, Paola Pivi inebriates us with the euphoria of nature.
By means of a colourful group bench, Twister, Patrick Tuttofuoco unites us physically in the observation of landscape.
Rirkrit Tiravanija welcomes us with an espresso in his Teahouse, a tilted cube merging the slowness of the oriental tradition with the velocity of the western lifestyle.
In his colourful cage Alberto Garutti lets nature grow freely while man cannot do anything but observe it from the outside with a sense of “envy”.
Surprise and bewilderment are the effects of the work of Andreas Slominski who, with a subtle and ironic intervention, modifies the direction of a path and forces us to look at the park from a different point of view.
With his “Go” game in huge scale, Gabriel Orozco’s work becomes the symbol of the concept of play as freedom of thought and movement, as an experience which is not subjected to limits or impositions but open to the unexpected, to imagination and to chance.
Other artists that in the past have exhibited their works in the park of Villa Manin:
A12, Petra Blaisse, Cliostraat, Jeppe Hein, Tobias Rehberger, Tomas Saraceno, Monika
Sosnowska.
Image: Carsten Höller, R B Ride, 2007. Courtesy Esther Schipper, Berlin. Photo by a.l.t.
Press Office: Antonella Torriglia - press@villamanincontemporanea.it - 0432 821234
Permanent project, from June 2, four new sculptures
Villa Manin Centre for Contemporary Art
Piazza Manin 10, Passariano, 33033 Codroipo (UD), Italy
Opening hours: Tuesday – Sunday 10 a.m. – 8 p.m. Closed Mondays
Tickets: 1 Euro