Il duo e' nato nel 1992 con una rivisitazione della pittura tradizionale legata all'iconografia dei grandi maestri: paesaggi, ritratti, nature morte vive. In bilico tra gioco e giudizio, ironia e poesia, nel loro lavoro niente e' lasciato al caso ma e' frutto di una dialettica degli opposti impegnata a costruire un microcosmo insolito, che tenta di interpretare il reale da punti di vista sempre diversi.
Mostra personale
Vedovamazzei -nati nel 1992 con la pittura- rinascono potentemente vitali con una rivisitazione della pittura tradizionale legata all’iconografia dei grandi maestri: paesaggi, ritratti, nature morte vive di vita reale, così reale che sembra che superino la vita, non tanto per gli effetti di realismo, quanto per gli echi di vita possibile, nel confine tra la memoria e il futuro.
Lo pseudonimo cela l’identità di due artisti ma urla una dichiarazione di poetica, racchiusa nel binomio Vita/Morte che domina l’intera opera, frutto di una libertà intellettuale estranea ad ogni forma di condizionamento: la loro non è creazione inesauribile dal magma della materia indistinta, ma ri-creazione che salva dall’oblio ogni frammento del quotidiano, impastato con fotogrammi di passato e progetti per domani, poiché ogni forma e ogni opera altro non è che icona di ciò che è già e promessa, attesa di ciò che sarà.
L’opera nasce già morta se non produce echi. Echi di memorie recuperate ed echi di felicità possibile per il giorno che verrà.
Nella realtà visionaria e fantastica di Vedovamazzei, il respiro artistico si muove in bilico tra gioco e giudizio, ironia e poesia. L’equilibrio della rappresentazione non sempre coincide con l’armonia ideale della vita, poiché sulla tela rimane ciò che l’artista vede e non ciò che vorrebbe vedere.
Niente è lasciato al caso: è con estremo rigore e severa autocritica che si dipana la dialettica degli opposti impegnata a costruire attimo dopo attimo un microcosmo originale e insolito che tenta con amore ossessivo di interpretare il reale da punti di vista sempre diversi.
È con fervore stupito che i Vedovamazzei vanno componendo un romanzo che assomiglia ad una ‘commedia umana’ del Terzo Millennio: dettaglio dopo dettaglio, col medium del colore ad olio che regala il tempo di riflettere e correggere, fino talvolta a cancellare, costruiscono una galleria di ‘scene di vita quotidiana’ che assomigliano alla realtà quanto una battuta di dialogo rubata ad un marciapiede, un ritaglio di giornale, un’istantanea mossa che tenta di fissare un momento. Inutile chiedersi perché sia così. È così. Inutile tentare di rendere il reale migliore. È reale. E nella fatica antica della pittura, la salvezza proviene dalla concentrazione con cui è possibile scegliere l’inquadratura, la proporzione, la forma e soprattutto il colore. Il colore e la luce. Questa è la ritrovata divinità dei Vedovamazzei che arrivano a litigare per decidere se sia giusto usare il giallo indiano, o scegliere un’altra tonalità che dia finalmente la risposta alla domanda della mano.
Non c’è mai ‘orror vacui’ davanti alla tela bianca, semmai timore e rispetto, e la certezza che siano di più le idee che si muovono tra la testa e gli occhi che le opere che potranno essere realizzate nel tempo della vita concessa.
Stella Scala e Simeone Crispino si sono incontrati negli anni Ottanta al Liceo Artistico di Napoli e hanno proseguito insieme gli studi presso l’Accademia di Belle Arti. Espongono col nome di Vedovamazzei dal 2 gennaio del 1991. Vivono a Milano.
Oltre alle numerose collettive (Milano, Roma, Perugia, Il Cairo, Firenze, New York, San Marino, Venezia, Bologna, Copenhagen, Torino, Napoli, Pisa, Atene, Trento, Boston, Parigi, Londra, Montpellier, Utrecht, Valencia) si segnalano le seguenti mostre personali:
Institut Français di Napoli (1991), Galleria Fac-simile di Milano (1993), Studio Guenzani di Milano (1995 e 1998), C/O care of, Cusano Milanino (1996), Centre of Contemporary Photography di Melbourne (1997), Galleria Artra di Milano (1999), Armonia Meravigliosa, Magazzino d’Arte Moderna di Roma (2000), Processo alla natura, Associazione Culturale La Marrana, Montemarcello, Ameglia, La Spezia ed Eldorado, a cura di Giacinto Di Pietrantonio, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo (2001), Vedovamazzei – Caveau, a cura di Marco Scotini, Palazzo delle Papesse di Siena e Altre voci, Altre stanze, Magazzino d’Arte Moderna di Roma (2002), Vedovamazzei a cura di Nadine Gomez-Passamar, Galerie du Cairne, Digne-Les-Bains, Vedovamazzei, a cura di Andrea Busto, Il Filatoio, Caraglio, Cuneo, Vedovamazzei a cura di Ludovico Pratesi , Centro per le Arti Visive Pescheria di Pesaro, This can’t be Love a cura di Marco Scotini, Galleria Artra di Genova e Napoli anno zero. Qui e ora a cura di Gianfranco Maraniello, Castel Sant’Elmo, Napoli (2003), After Balance, Spazio Erasmus, Milano, Trace of B. K. , Very Trolley Gallery di Londra e This is What you Want, This is What you Get, L’Officina della Calcografia, Istituto Nazionale per la grafica di Roma, Vedovamazzei, GAM Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (2004), Vedovamazzei, Percymiller Gallery di Londra, Vedovamazzei, duetart gallery di Varese (2005), Vedovamazzei, Magazzino d’Arte Moderna di Roma, Vedovamazzei, Museo Madre di Napoli (2006).
Immagine: Dreams of leaving, olio su tela cm 200x300, 2007
Inaugurazione sabato 2 giugno ore 19
duetart gallery
vicolo Santa Chiara, 4 Varese
dal martedì al sabato dalle ore 15.30 alle 19.30