May Cornet
Leonida De Filippi
Massimo Kaufmann
Nicus Luca'
Davide Nido
Giuliano Orsingher
Saverio Todaro
Maria Chiara Valacchi
Sette giovani artisti presentano lavori inediti, frutto di una riflessione sul significato e sulla rappresentazione di questo principio geometrico, un'entita' astratta e priva di dimensioni. Video, installazioni ed opere pittoriche. A cura di Maria Chiara Valacchi.
Collettiva
a cura di Maria Chiara Valacchi
Lo Spazio Guicciardini ospita “Punto”, una mostra collettiva d’arte contemporanea di artisti internazionali che hanno affrontato nella loro opera la simbologia estetica e la tematica concettuale del punto: May Cornet, Leonida De Filippi, Massimo Kaufmann, Nicus Lucà, Davide Nido, Giuliano Orsingher, Saverio Todaro.
"Il punto fa presa sulla superficie di fondo e vi si stabilisce per sempre. Così esso è internamente la più concisa affermazione stabile, che sorge breve, ferma e rapida. Perciò il punto deve essere considerato, in senso esterno e interno, l'elemento originario della pittura..... "
Partendo da questa celebre descrizione che Kandinsky fornisce nel trattato “Punto, Linea, Superficie”, sette giovani artisti presentano lavori inediti, frutto di una riflessione sul significato e sulla rappresentazione di questo carattere geometrico. Video, installazioni ed opere pittoriche ci portano alla scoperta di universi creativi, linguaggi contemporanei capaci di stupire con un’estetica accattivante, risultato della ripetizione ossessiva del semplice simbolo. Il punto in geometria è infatti un concetto primitivo, un'entità astratta, priva di dimensioni (volume, area e lunghezza), priva di qualsiasi caratteristica salvo la sua posizione.
Sempre Kandinsky a proposito del punto dice “pensato materialmente il punto equivale ad uno zero. Ma in questo zero si nascondono diverse proprietà, che sono umane. Noi ci rappresentiamo questo zero -il punto geometrico- come associato con la massima concisione, cioè con un estremo riserbo che però parla". Il punto quindi è un inizio da cui partire ma è anche il segno dell'interruzione e della ripresa di un discorso, crea legame tra silenzio e parola. E' inoltre rappresentazione del silenzio, suono del silenzio, assenza di effetti acustici e presenza del mondo interiore. Con l'immaginazione la sua staticità si annulla diventando linea e quindi inizio di segni che determinano percorsi visivi.
May Cornet, artista londinse, nipote di Lucien Freud, realizza mondi fantastici, mappe topografiche segniche, create dall'incatenarsi di piccoli cerchi neri. La ricorrenza del gesto sfugge alla volontà dell'artista che si perde nella rappresentazione di continenti utopici. Leonida De Filippi riproduce con il contrasto del bianco e nero fatti di cronaca, volti sgranati, realizzati dall'accostamento di punti. Le forme emergono da sfondi monocromi dove sagome di figure e caratteri fisiognomici rievocano le immagini stampate sui quotidiani, offrendoci una visone della realtà filtrata dalla sensibilità pittorica.
Massimo Kaufmann, esponente di rilievo della scena artistica milanese dalla fine degli anni ottanta, dopo sperimentazioni scultoree e istallazioni si concentra sulla pittura. Realizza tramite accostamenti cromatici mondi mono-cellulari, composti da piccoli e grandi cerchi colorati. Punti tonali che confondono e attirano l'occhio.Nicus Lucà, torinese, spazia tra la performance, il video e l’installazione. Celebra i grandi capolavori dell'arte mondiale riproducendoli conficcando tanti piccoli spilli sulla tela. Opere fragili e tragicamente temibili realizzate con la ritualità di un sacrificio, piccoli punti acuminati che originano ritratti critici ed ironici della cultura contemporanea.
Davide Nido, la sperimentazione è il fulcro del lavoro di questo artista che utilizza il silicone per realizzare strutture tridimensionali e sculture tattili. Il materiale plastico colorato si muove pulsante e ritmico sulla superficie della tela, rievocando le atmosfere psichedeliche ottiche della pop art.
Giuliano Orsingher utilizza materiali naturali, pietre e legni levigati senza modificarne la fisionomia e sviluppandone la creatività intrinseca. Saverio Todaro crea opere che divengono manifesti di uno scontento quotidiano. Utilizza materiali e linguaggi diversi fra loro con la costante di una rappresentazione ironica del quotidiano.
Inaugurazione martedì 5 giugno, ore 18
Spazio Guicciardini
via Guicciardini 6 - Milano
Orari: dal lunedì al venerdì, 9.30 – 18.30; sabato e festivi chiuso
Ingresso libero