IN-Stability. Il soggetto di fronte a un assenza. Il progetto, che inaugura il nuovo spazio espositivo, prende ispirazione da Il sistema degli oggetti di Jean Baudrillard, ed e' costituito da un'installazione composta da una serie di elementi che si configurano come oggetti familiari, rassicuranti, come simboli di stasi e di immobilita'.
IN-Stability. Il soggetto di fronte a un assenza
Il progetto, che prende ispirazione da “Il sistema degli oggetti” di Jean Baudrillard, è costituito da un’installazione composta da una serie di elementi normalmente privi di mobilità e che, anzi, vista la loro natura “casalinga”, si configurano come oggetti familiari, rassicuranti, come simboli di stasi, di immobilità. Una parete, una porta, uno specchio, riprodotti in scala 1:1, decontestualizzati e dotati di basi a dondolo (a renderli unità basculanti), determinano all’interno dello spazio espositivo una nuova configurazione strutturale e alterano, mettendole in discussione, le consuete norme di percezione. La struttura degli elementi appare scollata e indipendente sia dall’originario corpo cui idealmente e istintivamente si ricollega (la casa), che da quello dello spazio espositivo che di volta in volta li ospita, e rispetto al quale sembra entrare in conflitto, opponendosi alle naturali leggi di staticità che esso materialmente continua ad incarnare e a difendere.
L’intento del lavoro è, infatti, quello di produrre interrogazioni sui meccanismi dello sguardo, sul modo di esperire i limiti dimensionali di un luogo, come anche quello di ribaltare la nozione di spazio privato come hortus conclusus e di aprirlo all’intuizione, rendendolo dimensione dinamica e differentemente praticabile. Lo spettatore, trovandosi fisicamente di fronte ad elementi che si configurano come immagini consuete ma allo stesso tempo fittizie, prende coscienza del fatto che a volte la duplicazione della realtà può apparire più vera della realtà stessa, perché potenzialmente atta a fornire visioni degeneranti, interrogativi inediti e stimoli percettivi nuovi e a volte più convincenti.
L’alterazione della percezione che l’opera produce si basa, quindi, sul cortocircuito che l’artista provoca tra la riconoscibilità immediata degli elementi presentati (e l’inedito annullamento delle loro usuali funzioni, in virtù di un nuovo valore formale) e la loro posizione nello spazio. Tale aggregazione di componenti dà vita a una rinnovata logica compositiva di cui lo spazio espositivo diviene il campo di assemblaggio definito, ma mai definitivo. La perdita dei riferimenti visivi primari genera una nuova scala dei rapporti dimensionali e dei valori compositivi della realtà, portando lo spettatore a dover rintracciare nello spazio nuove coordinate, quindi nuove prassi di orientamento, sia fisico che sensoriale.
Giuseppe Pietroniro nato a Toronto nel 1968, vive e lavora a Roma.
Inaugurazione 5 giugno 2007
Loto Arte
Via Filippo Civinini, 39 - Roma
Ingresso libero