Per l'apertura dell'attività del Fondo Verri Libero Cantiere di Lecce, in mostra le opere di Lucio Conversano, un significativo quanto nascosto e schivo interprete delle inquietudini contemporanee, con una pittura che esprime una radicale tensione metaforica, di sollecitazione, nel suo impatto fantastico, al pensiero e all'abbandono contemplativo.
Lucio Conversano
Per l'apertura dell'attività del Fondo Verri Libero Cantiere di Lecce, in mostra le opere di Lucio Conversano, un significativo quanto nascosto e schivo interprete delle inquietudini contemporanee, con una pittura che esprime una radicale tensione metaforica, di sollecitazione, nel suo impatto fantastico, al pensiero e all'abbandono contemplativo.
C’è come un’incanto fantastico, in questa pittura, c’è un pesce che s’alza, da
lui viene fuori una figura d’uomo, anche questa in un’ascensione, che è
liberatoria, come di una fuga dall’inesorabilità del tempo, che macina corpi e
visioni. C’è un cavaliere che porta un vessillo, e mostri e draghi, e forme
d’urlo. C’è come un popolo dentro un carnevale di segni e di vuoti legati
insieme in leggerezza, con un tratto che parla la lingua dell’ironia, come una
sbornia liberatoria, che fa l’artista interprete sincero, in libertà , della sua
ricerca.
Fonde pittura e poesia, tant’è forte la metafora che dalle figure viene fuori,
per fare traccia di mito, di ricordo, di ossessione; la trattengono,
l’amplificano, nella leggerezza che il colore sospende, ora tenue, acqueo, ora
come un graffio, fa esplodere i rossi.
L’inesorabilità dell’urlo, della necessità contemporanea di un’arte diretta e
comunicante, che porta stupore e domanda, che porta in se il riflesso della
vita, Conversano la canta per l’allerta.
E’ pittore di razza, con le sue tensioni emozionali e creative, le sue figure,
sempre tese, in movimento di passione; svelano l’artista, non sappiamo se
ancora, come sosteneva Verri... è alla ricerca di una strada per arrivare alla
fusione delle diverse forme d’arte, ad uno scambio rapido del segno - azione -
gesto.
Noi concordiamo e concordiamo anche con il canguro allegro e smodato, come Verri
lo definiva, ...nella sua continua lotta per inventare dal niente, per combattere
chi da sempre pensa che la storia non si fa qua, che si fa altrove, che qui
resta sempre intenso il profumo della fresia, del gelsomino e dei gerani sui
balconi barocchi.
Da qui lo stupore. La predisposizione alla bellezza, a saperla cogliere, nelle
cose, nella natura e negli atti degli uomini. Stupendo, affermava, quel Verri
con la barba, coltivava la possibilità di poter continuamente nutrire la sua
necessità , il suo desiderio, di stupore. Poter contemplare, poter dilatare
l’opera e l’autore dentro il suo cammino testimoniale, dentro la costruzione e
l’affermazione di quell’incanto creativo che la terra dei Tao dettava (e detta), col suo sibilo. Come la continuità di una visione capace di navigare, di fare
il tempo occasione d’approdo, nell’incontro, nello scambio che crea, costruisce,
è questo il suo vagare militante il suo essere costruttore alla ricerca di
costruttori... per rinnovare, sempre rinnovare quel momento, che è movimento di
creazione. Momento purissimo, raro, da catturare, da consumare, da tener
sospeso, che tutto continua.
Tutto è per lo stupore, per la gioia dell’arte, per la gioia di chi nutre la
vita e fa l’incontro occasione alla vita.
Mauro Marino
inaugurazione: sabato 29 settembre_ore 20.30
Fondo Verri libero Cantiere, Via santa maria del Paradiso 8a, Lecce, Info- telefax 0832.304522