Fondazione Achille Marazza - FAM
I fumetti dipinti. La figurazione e' plastica, schematica, accurata, d'effetto. Il rapporto affettivo con i personaggi e con la natura rappresentati sono piu' che evidenti. Ogni quadro intende raccontare una storia, un pezzo di autobiografia psicologica e spirituale.
I Fumetti dipinti
Athos Bichu è nato a Gravellona Toce nel 1950, figlio di un operaio della
Cobianchi di Omegna, e abita a Quarna Sotto dal 1985. Ha compiuto diversi
viaggi in India, dove ha anche soggiornato per due anni in quattro viaggi,
accostandosi alla cultura di quel paese e cercando di assimilarla. Bichu
è uno pseudonimo, naturalmente, preso a prestito da un monaco buddista che
compare in un libro famoso di Jack Kerouac. L'India, dice, gli ha tolto
qualsiasi illusione riguardo la cosiddetta modernità, facendo maturare in
lui l'idea dell'artista che, vivendo una vita appartata, assolutamente
povera e monacale, mette la propria opera al servizio del popolo. Si
definisce "artista popolare" anzitutto perché è egli stesso un figlio del
popolo, perché vive poveramente, perché si è formato come autodidatta;
poi perché la sua pittura si rifà ai modi e agli schemi del fumetto: i
suoi quadri figurativi, dice, sono dei fumetti dipinti.
Accetta la
definizione di artista naïf anche se dice di non capirla bene. In effetti
la sua è, per cosi' dire, un'arte naïf di ritorno, programmatica, in quanto
Athos Bichu è, a suo modo, un pittore colto, che ha meditato a lungo
sull'opera di molti grandi maestri moderni e contemporanei, da Escher a
Ernst, a Kandinsky, a Klee, dei quali ha soprattutto cercato di indagare
la segreta spiritualità e l'essenzialità. Alla sua attuale concezione
dell'arte Athos Bichu è arrivato dopo un percorso molto lungo e
articolato. La sua pittura risulta dunque nello stesso tempo molto
semplice nell'apparenza ed elaborata nell'esecuzione. I suoi "fumetti" gli
richiedono molto tempo e fatica, sia esecutiva che mentale: per questo
motivo la sua produzione è tutt'altro che abbondante.
La figurazione è
plastica, schematica, accurata, d'effetto. Il rapporto affettivo con i
personaggi e con la natura rappresentati sono più che evidenti. I suoi
paesaggi ricordano i nostri luoghi, ma sono sempre, la definizione è sua,
dei paesaggi virtuali. Il paesaggio stesso viene rappresentato
schematicamente, diviso per elementi. Ogni quadro intende raccontare una
storia, un pezzo di autobiografia psicologica e spirituale, in maniera ora
realistica ora visionaria. Alcuni pezzi, dipinti in India, sono di chiara
matrice orientale. Successivamente tale influenza, che pure sempre risulta
presente, si è andata a mano a mano diluendo e rarefacendo, con il
maturare della consapevolezza e della fiducia nei propri mezzi espressivi.
Attualmente Bichu, pur senza affatto rinunciare alla propria maniera
figurativa, si sta cimentando nel tentativo di una ricerca personale nei
territori dell'espressionismo astratto e del surrealismo, con risultati
affatto coerenti con la sua poetica di base. Quel che maggiormente
colpisce e affascina, in questo artista appartato, che è insieme
lucidamente e teneramente visionario, che è insieme naïf e raffinato, e i
visitatori della mostra facilmente se ne daranno conto, è la sua
"diversità", il suo rigore naturale, la sua spiritualità convinta e
convincente, la sua totale "indipendenza" di uomo e di artista. È
proprio questo che fa di lui un pittore autentico e unico. Giulio Martinoli
Inaugurazione: Venerdi' 6 luglio, Ore 17.30
Fondazione "Achille Marazza"
Viale Marazza 5 - Borgomanero
Orario di apertura: martedi'-giovedi' 14-19, venerdi' 9-12 e 14-19, sabato 9-13