Vedute del Sublime. Personale. La vastissima opera fotografica di soggetto montano dell'artista noventesco e' caratterizzata da un costante equilibrio tra la cosciente documentazione e l'inevitabile risposta emozionale che alcuni luoghi necessariamente inducono.
Vedute del Sublime
E' noto che le teorie più importanti e spesso inquietanti del pensiero filosofico di
Friedrich Nietzsche siano state il frutto delle sue lunghe passeggiate nell'Alta
Engadina. Sostava solo di fronte al mondo, isolato su una rocca. Così prendeva forma
il suo lucido pensiero. Una consequenzialità rigorosa e necessaria resa possibile da
quelle terre, quasi inospitali, dove è negato qualsiasi contatto con il genere
umano. Dove l'unico dialogo concesso è quello interiore.
Vittorio Sella (Biella, 1859-1943) vive all'interno di questo periodo storico.
Dal padre Giuseppe Venanzio, cui si deve il primo trattato teorico-pratico italiano
sulla fotografia, eredita l'amore per quest'arte e dallo zio, lo statista Quintino
Sella, eredita la passione per la montagna. A ciò si deve dunque la sua vastissima
opera fotografica caratterizzata da un costante equilibrio tra cosciente
documentazione e l'inevitabile risposta emozionale che alcuni luoghi necessariamente
inducono. Perché la fotografia di Vittorio Sella non è genericamente "fotografia di
montagna", bensì fotografia di vette, di cime innevate. Di lande desolate, ostili,
inabitate. Luoghi che paiono odiare l'uomo e che l'uomo costantemente ricerca. Così,
a partire dal 1879, questi luoghi rimangono nei ricordi e nelle immagini di Vittorio
Sella, che in breve tempo diventa un noto alpinista e un celebre fotografo.
Dal 1880 al 1893 documenta entrambi i versanti delle Alpi. Dapprima i monti più
vicini a casa, quelli noti fin da bambino. Ora diventano altro rispetto allo
scenario immobile che ha sempre accolto la sua città, Biella. Luoghi e rifugi, con
cui confrontarsi, in cui rifugiarsi. Vittorio Sella si aggiudica la prima ascensione
invernale del Cervino nel 1882 e poco dopo della Punta Dufour, la più alta del Monte
Rosa, del Lyskamm e del Monte Bianco dal versante italiano. Su queste montagne Sella
raggiunge la perfezione formale, la piena maturità. Il paesaggio montano si carica
di ulteriori significati. Storici, estetici, emotivi, addirittura morali.
L'attenzione alla luce, al passaggio delle nuvole, alle condizioni atmosferiche,
all'inquadratura rivela qualcosa di più di un semplice intento documentario. Vi è la
consapevolezza di una precisa tradizione artistica. C'è Turner e molto del
Romanticismo successivo. Ma anche molto dei fotografi americani di fine Ottocento.
Si evince quel sentimento di comunione tra uomo e natura alla base del concetto
filosofico del "sublime" del XVIII e del XIX secolo.
Poi è la volta di luoghi più lontani. Nel 1889, 1890 e nel 1896 Vittorio Sella
intraprende tre spedizioni nel Caucaso Centrale. E qui, forse ancor di più, è
presente un dialogo costante con la pittura a lui contemporanea. Sono vedute
magnifiche, infinite. In cui si percepisce il silenzio e la potenza della natura.
Da questo momento in poi incominciano ad arrivare i riconoscimenti ufficiali e
Vittorio Sella viene invitato dal duca degli Abruzzi, in qualità di fotografo
ufficiale a partecipare alla spedizione himalayana. Nel 1899 parte per L'Himalaya
del Sikkim. La rigogliosa foresta alle pendici della catena montuosa lascia il posto
a paesaggi sempre più spogli e incontaminati fino ad arrivare alle celebri vedute di
Sella, a quelle vette raramente raggiunte, privilegio di pochi. E l'orizzonte si
apre davanti all'uomo, sconfinato. I monti delineano un disegno perfetto. La luce
invade l'immagine e l'anima. E Vittorio Sella aspetta, osserva, si confonde con la
natura e infine la vince. La strappa alla sua realtà trasformandola in immagine.
Una quarantina di fotografie degli ultimi vent'anni del XIX secolo ritraggono
l'emozione e il senso di infinito che si prova osservando questi luoghi. Paesaggi
sconfinati che rivelano la prossimità dell'uomo alla natura. E al cielo.
Vittorio Sella nasce a Biella il 20 agosto 1859. Al termine del periodo scolastico e
del servizio militare Vittorio Sella lavora nel lanificio di famiglia, dirigendone
per molti anni la tintoria. Nel medesimo tempo affianca alla pratica dell'alpinismo
la sua attività di fotografo d'alta montagna. Nel 1879 esordisce con un panorama
delle Alpi dalla vetta del Monte Mars. Dal 1880 al 1893 documenta entrambi i
versanti delle Alpi con l'apparecchio di grande formato 30x40cm compiendo diverse
imprese alpinistiche di rilievo. A 23 anni si sposa con Linda Mosca Riatel, da cui
avrà quattro figli.
Nel 1889, 1890 e 1896 intraprende tre spedizioni nel Caucaso Centrale. La
documentazione riportata e i risultati scientifici ottenuti gli valgono la Croce di
Cavaliere dell'ordine di Sant'Anna conferitagli dallo zar Nicola II e il premio
Murchison della Royal Geographical Society di Londra. Nel 1899 compie con
l'alpinista inglese Douglas W. Freshfield ed il fratello Erminio un viaggio di
esplorazione intorno al massiccio del Kangchenjunga in Sikkim. Nel 1897 accompagna
Luigi Amedeo di Savoia Duca degli Abruzzi in una spedizione in Alaska che culmina
nella prima ascensione del Monte Sant'Elia, nel 1906 al Ruwenzori, con la prima
conquista della vetta. Sempre al seguito del Duca degli Abruzzi nel 1909 documenta
la spedizione in Karakorum che sale il Chogolisa fino a 7500 metri, grande record di
quei tempi. Sella presenta le sue immagini in esposizioni nazionali e
internazionali, riceve premi e riconoscimenti, le sue fotografie fanno il giro del
mondo. Nelle sue fotogafie è sempre evidente un notevole livello qualitativo, una
sapiente sintesi estetica, alta perizia tecnica, equilibrato senso della prospettiva
e delle linee dominanti.
Dai primi anni del Novecento si dedica all'impresa vinicola "Sella & Mosca" che egli
fonda in Sardegna all'inizio del '900, con un fratello e un cugino, senza peraltro
tralasciare la cura del materiale fotografico nel suo laboratorio a San Gerolamo.
Egli continua a dedicarsi a ristampa e reinterpretazione dei suoi negativi per
soddisfare il suo desiderio di ottenere effetti di sempre maggior impatto estetico e
la richiesta della committenza. Muore nella sua casa di San Gerolamo, a Biella, nel
1943, a 84 anni.
Vernice: martedì 18 settembre dalle ore 18.30
Nepente Art Gallery
via Volta, 15 - Milano
Nepente Art Gallery resterà chiusa l'1, il 2 e il 3 novembre
Ingresso libero