La ricerca di Marco De Luca riflette sul rapporto tra gioco, gesto e spazio, sui modi con cui l'attivita' ludica trasforma un luogo in un territorio d'evasione cosi' come in un suolo fitto di limiti e righe ai quali attenersi. L'idea di "posto", luogo quotidiano che puo' essere modificato in "altrove", caratterizza gia' le prime serie pittoriche di De Luca. I soggetti di molte delle tele sotto teca che compongono Archivio (1996-1998), sono ritagli di paesaggio.
Marco De Luca
La ricerca di Marco De Luca riflette sul rapporto tra gioco, gesto e
spazio, sui modi con cui l'attività ludica trasforma un luogo in un
territorio d'evasione così come in un suolo fitto di limiti e righe ai
quali attenersi. L'idea di "posto", luogo quotidiano che può essere
modificato in "altrove", caratterizza già le prime serie pittoriche di
De Luca. I soggetti di molte delle tele sotto teca che compongono
Archivio (1996-1998), sono ritagli di paesaggio.
Il paesaggio urbano,
con un repertorio di terreni vaghi, mostra una natura di riporto,
ridotta in area, zona, aiuola, spartitraffico. Ognuno di questi
frammenti è una potenziale piattaforma per immaginare ed è un isola.
Il tema dell'isolamento, già chiaro nelle teche di Archivio, viene
ripreso nella serie In Vitro (1998). In bacheche trasparenti l'artista
monta brevi porzioni di realtà fatta di omini, macchinine, biciclette,
aquiloni, costruiti abilmente con materiale di scarto. La macchina da
visione diviene spesso marchingegno e semplici dispositivi meccanici
danno la possibilità all'osservatore di far proseguire gli eventi.
Con
il progetto Marklin del 1999, De Luca amplia i suoi contenitori
trasparenti trasformandoli in ambienti a scala umana. L'attenzione si
concentra sugli oggetti che, in tali situazioni, rendono possibile un
corredo di azioni e di gesti. La Scala (1999-2000) è una struttura in
legno, di grandi dimensioni, trasformabile in tre fasi successive. A
partire dalla memoria di un luogo comune del gioco infantile, dove ogni
singolo gradino ha una propria geografia variabile, De Luca ha costruito
una macchina per giocare, riposare, sognare, ripararsi. Il
mobile-scultura, rimanda al modello dell'unità abitativa autonoma la
cui mobilità è data non solo dal suo dispiegarsi e dalla sua
polifunzionalità ma anche dal suo funzionare come piattaforma e luogo
di immaginazione.
La mostra negli spazi della galleria sviluppa, attraverso il progetto e
la realizzazione di mobili e oggetti, il tema del posto dedicato
all'evasione, attuabile attraverso il compiersi di una singola
attività o di un particolare gesto. Il titolo dell'insieme - Sistemi
di adattamento- riprende il titolo di uno dei lavori esposti e segnala
la coesistenza di una metodologia esatta con l'esercizio dell'adeguare,
assestare, arrangiare e dunque, anche, modificare.
Tre Mobili da ufficio
portano nello spazio del lavoro le azioni del leggere, fumare e prendere
il caffè. Macchine monofunzionali i Mobili offrono sedute, scansie e
piani d'appoggio adeguati, ospitando entro una precisa cornice, una
possibile sottrazione dal ritmo lavorativo. Moduli che richiusi su se
stessi si mimetizzano perfettamente con l'ambiente per cui sono stati
disegnati, sono altrettante macchine che, da ferme, consentono di
spostarsi altrove, nella distrazione. La perdita di tempo, secondo la
classificazione del modello produttivo, si trasforma in una perdita del
tempo come sistema di riferimento fisso. L'adozione dei modi del moderno
design, rende i Mobili da ufficio non solo funzionanti bensì
spiazzanti e interrogativi. La paradossalità del progetto è evidente
in Sistemi di adattamento: uno zaino che diventa seduta, che diventa air
bag, che diventa altalena. Il video che ne illustra caratteristiche e
funzionamento, mostra con distaccata professionalità le applicazioni
ludiche dell'oggetto e la tecnologia deturnata ai fini di una
immaginazione illimite fa il verso a se stessa.
Il catalogo, che sarà disponibile durante la mostra, documenta i
lavori esposti: i Mobili e gli oggetti realizzati corredati dei loro
disegni e tavole progettuali. Testo critico (con versione inglese) e
conversazione con l'artista sono a cura di Giorgina Bertolino.
Inaugurazione martedì 9 ottobre h. 18,30
Orario: martedì-sabato h. 15,30 - 19,30
Luigi Franco Arte Contemporanea
via S. Agostino, 23/Q - I 10122 TORINO
Tel. (+39) 01152.11336 Fax (+39) 01152.11066