Anche in questa occasione il progetto e' stato pensato appositamente per questo spazio dalla formula inedita. L'area espositiva infatti è contigua ad un'area abitativa che, omogenea nell'aspetto strutturale, essenziale e minimale, si presta anch'essa ad essere coinvolta dagli interventi artistici. La mostra si compone di due foto e un video, collocati in galleria, e di un'installazione costituita da 10 tavole poste all'interno di una decorazione floreale dipinta su muro, situata in casa. A cura di Edi Muka.
Nel mese di ottobre si inaugura presso la galleria Artopia di Rita e Remo Urso, la mostra personale di Adrian Paci.
Anche in questa occasione il progetto è stato pensato appositamente per questo spazio dalla formula inedita. L'area espositiva infatti è contigua ad un'area abitativa che, omogenea nell'aspetto strutturale, essenziale e minimale, si presta anch'essa ad essere coinvolta dagli interventi artistici.
La mostra si compone di due foto e un video, collocati in galleria, e di un'installazione costituita da 10 tavole poste all'interno di una decorazione floreale dipinta su muro, situata in casa.
Essa è documentata da un catalogo formato cd.
Edi Muka, curatore della National Gallery of Art di Tirana, così ci introduce al progetto:
Che cosa è la casa per ognuno di noi? E' solo un rifugio o è qualcosa di più? Quanto della nostra vita privata essa contiene e fino a che punto siamo disposti a condividere questa vita con gli altri?
La proposta di Adrian Paci per la sua mostra personale nella galleria Artopia, spazio espositivo in interazione con uno spazio abitativo, cerca di confrontarsi con queste domande recondite, proponendo diversi modi di percepire quelle "piccole cose", che sfuggono continuamente alla nostra attenzione nella vita quotidiana. Perché la gente orna le mura delle sue abitazioni con immagini? E' una scelta casuale per ognuno di noi, oppure abbiamo bisogno di uno spazio speciale, che non vorremmo mai cambiare, dove collocare quelle immagini? Io credo sia quest'ultima alternativa, e lo è perché noi abbiamo bisogno sempre di vedere il percorso compiuto fino al momento presente. E come lo facciamo? Di solito creando uno spazio speciale, quasi religioso, un altare, non per pregare ma per una comunicazione interiore, con quei momenti che hanno lasciato il segno nelle nostre vite. E di solito questo è uno spazio privato, generalmente un album dove sottrarre la nostra storia personale allo sguardo degli altri e rifugiarvisi quando se ne sente il bisogno.
Ora per un secondo, immaginate cosa tutto questo significhi per qualcuno che non vive in una casa propria, e nel proprio paese. Ogni cosa si amplifica dieci volte tanto. Tuttavia Adrian offre questo suo altare agli occhi del pubblico e lo invita a girargli intorno. Ovviamente c'è una differenza in ciò che noi vediamo e questa differenza consiste in una affinità tra quelle immagini: non raccontano una storia specifica, né ci parlano di alcun momento particolare. Sono immagini di coppie sorridenti, conformi al cliché della "famiglia felice". Quei visi hanno già perduta la loro identità individuale, e quello che conta per loro è la nuova identità di coppia. Questa non è una semplice coincidenza, ma una sottile ironica relazione con l'installazione che si trova nello spazio espositivo, dove i ritratti dei galleristi sono proiettati in tempo reale nella stessa posizione dei ritratti delle coppie situati nello spazio abitativo. Improvvisamente un paio di mani interviene a modificare le loro posizioni e un flash illumina per un momento prima che tutto prosegua . Non è un semplice atto simbolico in rapporto allo spazio precedente, è l'intervento dell'artista che configura un proprio spazio attraverso questa "manipolazione" sugli stessi galleristi.
Quindi si dovrebbe pensare a "I love the gallerists and they love me" come ad un' urgenza di comunicazione, a uno scambio di spazi intimi, non solo fra artista e gallerista , ma anche fra artista e pubblico.
ADRIAN PACI
Nasce a Shkoder in Albania nel 1969. Vive e lavora a Milano.
Principali mostre personali
2001 Bidmuseet, Umea, Sweden
1996 National Gallery of Art, Tirana.
Principali mostre collettive
2001
Premio Michetti, Pescara
Generator 3, Baluardo di San Regolo Lucca
Artistic Position from Albania, Ifa Gallery, Berlin
Biennale di Montreal, Montreal
Biennale di Tirana, Tirana
Short Stories, Fabbrica del Vapore, Milano
Biennale di Valencia, Valencia
2000
Oberhausen Short Film Festival, Oberhausen, Germany
BAN Exhibition, International House, Brussels
Manifesta 3, Ljubljana
Noi amiamo l'Italia l'Italia ama noi, Pinacoteca Cascella, Ortona
Arteast Collection 2000, Museum of Moder Art, Ljubljana
Coast to Coast, Placentia Arte, Piacenza
Kasseller Dokumentarfilm und Videofest, Kassel
In & Out, National Gallery of Art, Tirana
1999
Albania oggi, XLVIII Biennale di Venezia, Venice
Lost & Found, Center for Electronic Media The Waag, Amsterdam
1998
Onufri 98, Galeria Kombetare, Tirana
Permanent Instability, National Gallery of Art, Tirana
Adrian Paci Home sweet home a cura di Edi Muka
opening giovedì 11 ottobre 2001 ore 19.00
12 ottobre - 6 dicembre 2001
da martedì a sabato ore 15.00-19.00
ARTOPIA VIA LAZZARO PAPI 2 20135 MILANO T F+39 O2 5460582