Palazzo Medici Riccardi
Firenze
via Cavour, 3
055 2760340
WEB
Giampiero Poggiali Berlinghieri
dal 5/9/2007 al 6/10/2007
055 317994
WEB
Segnalato da

Alessandra Borsetti Venier



approfondimenti

Poggiali Berlinghieri



 
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5/9/2007

Giampiero Poggiali Berlinghieri

Palazzo Medici Riccardi, Firenze

Audioritratto. L'artista ha realizzato ritratti / autoritratti dal 1960 a oggi ma al celebrativo egli ha preferito l'ironico, alla satira il gioco, al pittorico il polimaterico, alla Nuova Figurazione il New Dada. E cosi' al verosimile il virtuale, alla fissita' istantanea la dinamica interattiva.


comunicato stampa

Audioritratto

Per un artista è naturale dipingere se stesso. Le proprie idee sull’arte e sul mondo. La propria figura riflessa in uno specchio, o nel caleidoscopio dell’esistenza; oppure riconoscibile in un frammento del vissuto. E i propri incubi e sogni, aspirazioni, passioni, ossessioni… Ogni artista tende a costruire la propria immagine in termini figurativi ed emblematici, nella vita e nel sistema dell’arte. Talvolta quando dipinge un autoritratto si idealizza e sogna di poter creare la sua icona per l’immortalità.

Poggiali Berlinghieri ha realizzato ritratti / autoritratti dal 1960 a oggi ma, al celebrativo egli ha preferito l’ironico, alla satira il gioco, al pittorico il polimaterico, alla Nuova Figurazione il New Dada (quello meccanicistico di Baj più che del Nouveau Réalisme)… E così al verosimile il virtuale, alla fissità istantanea la dinamica interattiva.

Scrive Alessandro Vezzosi nell’introduzione al catalogo: “Io, oggi guardo insistentemente il totem di questo “Audioritratto”. Con il passare dei minuti e con il variare degli stati d’animo, sorrido, sospiro, socchiudo gli occhi, torno a sorridere, stringo lo sguardo sull’immagine che fugge veloce… E tento di ridecifrare, come in uno specchio invisibile, la mia voce. Sono entrato nell’opera, nell’“Audioritratto”, con tutti i timori, le curiosità, le suggestioni. E ora gioco, a inseguire l’immagine nel florilegio di un’antologia critica, a riflettere sul senso e i significati, ritagliando o parafrasando i pensieri che hanno accompagnato il percorso e il ritratto di Poggiali Berlinghieri.

Valerio Dehò ha analizzato quel suo coltivare “l’aspetto ludico e divertente della società elettronica… Le sue opere multimediali e interattive vogliono sorprendere e interessare senza perdere l’aspetto di giocattolo sofisticato e intelligente”. E così “la loro anima è pittorica così come i vestiti sono di legno e vetro, materiali che più tradizionali non potrebbero essere”.

Lo sottolinea anche Carlo Sisi: “Le materie sono quelle dell’artigiano e le figure che esse esprimono sembrano appartenere a una fiaba domestica e però, a differenza di come capita nelle favole, sempre animate da una gioia candida e coinvolgente che non esclude interrogativi sull’identità e sulla genesi di quelle ‘macchine celibi’ rievocate con intenzionale ingenuità da lontani sedimenti delle avanguardie”. Giustamente riferendosi ai complessi plastici di Depero e al progetto futurista di “ricostruire l’universo rallegrandolo… con creature polimateriche dotate di movimento a velocità variabile, capaci di scomporsi e di trasformarsi e anche di produrre armonie paradossali e rumori”.

Palazzo Medici Riccardi
via Cavour, 3 - Firenze

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