Tutto Kaltz. personale di pittura. L'anticonformismo innato del pittore si materializza nei supporti inusuali - spesso di recupero -, nei colori abbondanti e sgocciolanti, nelle pennellate anguiformi e dinamiche.
Tutto Kaltz
a cura di Raffaela Maria Sateriale
Direttamente dal Senegal per la gioia degli occhi e del cuore. Serve conoscere e
approfondire la storia di questo giovane artista per capirne il valore attuale e le
grandi potenzialità future.
Kalidou nasce a Kaolack nel 1971 in una numerosa famiglia composta dal padre
poliziotto e dopo la pensione magazziniere, la madre casalinga che si applica
all'educazione di quattro femmine e cinque maschi. L'allegra e solida famiglia
risiede nella capitale Dakar, dove il nostro Kalidou compie gli studi fino alle
superiori e inizia a fare i lavori più semplici. La passione per l'arte si manifesta
fin dai primi anni di scuola, dove il disegno a mano libera si alterna con i lavori
colorati a pastello e a matita. Galeotto è il maestro di 'Osservazione' che stimola
l'allievo a riprendere elementi e particolari del reale. Complici latenti della
futura passione pittorica i fumetti di Tex Willer, Black, Zorro, Zagor, Zambla,
Mister No, che Kalidou trova sui banchi dei mercati di Dakar assieme agli amici. Da
solo poi in casa ne riproduce continuamente i personaggi e ne imita i gesti nella
spensieratezza di quegli anni.
Le belle e variopinte feste di quartiere (SET
SETAL**) sono veri e propri eventi di socializzazione che si svolgono prima e dopo
le partite di calcio nei mesi di luglio e agosto. Prima della partita i giovani si
riuniscono nelle piazze, ripuliscono il quartiere, sistemano la piazza e la arredano
con sculture e murales. Alla sera, dopo la partita, si scatenano per rinnovare
amicizia e unità con la musica e la danza. Kalidou è protagonista con i propri
murales e disegni di cui costella le pareti degli edifici di Dakar. Si consolida il
soprannome che i coetanei gli avevano affibbiato fin da piccolo, Artiste ! Con le
mani e con i piedi ... infatti Kalidou è anche un bravo calciatore e le sue magie
incantano avversari e spettatori. Ma l'arte, quella pittorica, lo richiama a sé
continuamente ed anche i negozianti lo chiamano di continuo per illustrare le
vetrine degli esercizi. Ma la vita, quella dura e vera, lo costringe a provare e
trovare altre strade fuori del Senegal. Kalidou sogna di lavorare e realizzarsi
all'estero per tornare un giorno e stabilire nuova famiglia come i propri genitori e
i propri antenati.
Dal '96 al '99 lavora ad Abidjan in Costa d'Avorio. Qui il lavoro
è ben retribuito e le attività commerciali sono redditizie. Per passare in Europa,
poi, il visto costa di meno e così arriva il giorno del 'grande passo': Amburgo,
Germania, Europa, dove rimarrà fino al 2001 e lavorerà come cameriere. Ma questo non
basta. Kalidou è affamato di cultura e di arte: mi racconta di aver praticato
biblioteche, centri espositivi, musei per ogni centro dove ha risieduto. L'arrivo a
Venezia, nel 2001, lo mette a confronto con il classico ruolo del Vu cumprà, finché
non si trasferisce sulla Costa degli Etruschi a Donoratico nell'agosto dell'anno
successivo. Ancora una volta si accontenta di raccogliere spinaci e pomodori per
campare e ritorna al servizio ristorativo nel 2003 a Vada, località marina sempre
nella provincia di Livorno. Il 2004 è l'anno della svolta. Kalidou incontra in
un'associazione giovanile di Livorno l'artista Raffaela Maria Sateriale che ne
comprende il talento e lo avvia sulla strada della pittura su cavalletto.
La
scommessa della Sateriale non è vana, dato che nell'estate successiva Kaltz – il
nostro si firma con il cognome di un famoso calciatore della nazionale tedesca in
omaggio al primo periodo 'europeo' trascorso in Germania – è in grado di partecipare
con quattro opere alla mostra 'MULTIETNICA', ideata ed organizzata da CAESAR Onlus
presso il Centro Espositivo Comunale di Cecina. Mentre la pizzeria assorbe la
maggior parte del tempo, Kalidou continua imperterrito a dipingere e non tiene conto
di enormi sacrifici e privazioni. L'inquietudine torna a ringhiare dentro l'animo
del giovane pittore, che nel 2005 partecipa con un'intera sezione pittorica a
MULTIETNICA e alla fine dell'anno espone a Livorno presso gli spazi pubblici della
Galleria di Palazzo Elisabetta.
Dal Senegal non arrivano buone notizie e dopo la
scomparsa della madre nel 2004, Kalidou vi ritorna nel 2006 per dare l'ultimo
saluto al padre. Lo sconforto attanaglia i sentimenti del giovane che cade nella
depressione, con improvvisi scatti di misticismo. Del resto il lavoro lo costringe
all'ennesimo trasferimento, stavolta a Piombino, mentre un brutto infortunio al
piede lo affligge e gli fa pensare ad un ritorno definitivo in patria. Un'altra
esposizione a Piombino, finalmente il lavoro in fabbrica, ma l'artista non è
soddisfatto, vuole crescere e si sottopone ad una lancinante lotta interiore. La
depressione incombe e non sono pochi i momenti di abbandono...
Ma la passione
straripa furiosa ancora una volta e Kalidou-Kaltz decide: voglio essere l'ARTISTE
fino in fondo. Dal furibondo lavoro che ne scaturisce vengono prodotti delle opere
impressionanti per movimento e scelta coloristica, in una composizione spontanea e
verace. L'anticonformismo innato del pittore si materializza nei supporti inusuali
– spesso di recupero -, nei colori abbondanti e sgocciolanti, nelle pennellate
anguiformi e dinamiche. Ai 'macro' di personaggi appartenenti al mondo familiare si
accompagnano le gustose 'scenette' tratte dai valori tradizionali e dalla vita
quotidiana della terra d'Africa. Divertenti i grandi ritratti e le sinuose figure
femminili che animano le denunce sociali e politiche anti globalizzazione e pro
solidarietà universale.
Ho incontrato assai di recente Kalidou-Kaltz e sono rimasto attonito davanti ad
alcuni dipinti che non esito a definire capolavori per la forte impressione e per il
godimento che ne ho ricavato. Non riesco a trattenere lo stupore per gli enormi
progressi che riscontro ogni qual volta entro nell'umile casa-laboratorio e
l'affabile ospite mi 'sciorina' le sue ultime creazioni. Ecco perché ho deciso con
piacere di dedicargli questa introduzione. Sono certo, infatti, che questo sia
soltanto il punto di partenza di un percorso ricco di belle emozioni per noi e senza
dubbio di soddisfazioni per l'amico Kalidou.
Roberto Russo, aprile 2007
Ecomuseo dell'Alabastro
Piazza Cavour 1 (ex Palazzo Carrai) - Castellina Marittima (PI)
Orario: sabato e domenica, ore 15,30 - 19,00
Ingresso libero