Galleria Sonia Rosso
Torino
via Giulia di Barolo, 11/h
011 8172478 FAX 011 8172478
WEB
Mathew Sawyer
dal 9/11/2007 al 30/1/2008
mar-sab 15-19 o su appuntamento.

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Galleria Sonia Rosso



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Mathew Sawyer



 
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9/11/2007

Mathew Sawyer

Galleria Sonia Rosso, Torino

L'artista-musicista racconta storie apparentemente banali e insignificanti raccogliendo aneddoti e assemblando immagini. La musica, come la sua voce, e' malinconica e altalenante, sentirlo cantare sul palco in mostra (che l'artista chiama "the singing box") e' come guardare i suoi collages o i suoi disegni, intrigo ossessivo e grottesco in un gioco tra mania e malinconia.


comunicato stampa

Don't tell the others what we were singing. Personale

La galleria è lieta di presentare la seconda personale di Mathew Sawyer.
Mathew Sawyer è un narratore e il suo compito è raccontare.
Senza nessuna frattura tra il privato e il pubblico, Mathew racconta storie apparentemente banali e insignificanti. In una sorta di “apologia del dettaglio”, ciascun minimo gesto è rilevante e anche la situazione più insignificante acquista una valenza epica. Così come i menestrelli cantavano di gesta eroiche, Mathew canta il suo ballo solitario in mezzo alla stanza, l’addormentarsi dopo aver preso le pillole, il suo rapporto con i vicini di casa: in o hole entra in contatto con i vicini chiassosi attraverso un buco nel pavimento e, costruendo un megafono di cartone, incomincia ad intonare canzoni.

Non c’è nessun segreto da custodire tra le mura di casa, non c’è nulla di strettamente privato, nessun pudore nel cercare la corresponsione degli affetti e nel voler essere riconosciuto e amato. Attraverso la formulazione visiva composta dall’immagine e dal testo immediatamente accanto, l’aneddoto acquista una forza ed un lirismo insospettabili. Le fotografie immortalano la mano piena di monetine colorate dall’artista, il recarsi al job center e il tentativo di registrare il battito del suo cuore, oppure testimoniano estemporanee e fragili sculture come in Cups, un bicchiere di carta a righe incollato in diversi contesti urbani.

Così come raccoglie aneddoti, allo stesso modo Sawyer assembla le immagini: i collages - digitali e non - sono un trionfo di colori, spesso talmente vistosi da fare da contrappunto ad altre sue opere apparentemente di basso profilo, semplicemente imbastite su fotocopie sbiadite o immagini digitali sgranate. A volte, non sembra nemmeno lo stesso artista, ma proprio per questo ne riconosci l’arte talmente è lontano da una possibile classificazione: ti appare minimale, povero e parco nell’uso dei mezzi, per poi invece esplodere in un tumulto di colori vibranti, in una generosità di immagini festose che quasi rasenta il kitsch. Nessuna dicotomia e nessuna unione: l’arte di Mathew canta simultaneamente di regole e libertà, di limite e infinito, di punto e contrappunto in una variazione continua e sorprendente.

Non è un caso che Mathew componga musica e canti con quella sua voce autentica, malinconica e altalenante, alcune volte solo con l’ ukulele e altre con il suo gruppo “The Ghosts”. Sentire cantare Mathew è come guardare i suoi collages o i suoi disegni, intrigo ossessivo e grottesco di maschere, uccelli, palazzi: momenti di tonalità gioiose fanno da contrappunto ad attimi di dolce tristezza, in un gioco tra mania e malinconia dove l’equilibrio è bandito.

In mostra c’è un piccolo palco, sorta di pulpito completamente riempito dai suoi motivi ossessivi – lui lo chiama “the singing box”- e, con un microfono collegato all’amplificatore, canta i ritornelli d’amore di “Paris in the Spring” o “Looking right back on me”. E va dritto al cuore.

Tra le sue partecipazioni: Stolen exhibition, The Aquarium, London
; Harry Smith Anthology remixed, 
alt.gallery, Newcastle upon Tyne
; Storytellers, Prague Biennale; The Bulletin Board, White Columns, New York , Pardon Me!, Liane and Danny Taran Gallery, Montreal, Canada
; Situation Comedy, The Contemporary Museum Honolulu, Hawaii; Martin Lawyer and the Terrible Truth,
 Jack Hanley, San Francisco (solo); Documentary Creations, Museum of Art Lucern; Your heart is no match for my love, Soap Factory, Minneapolis; The Return of Death and Hot Pop Corn, Sonia Rosso, Torino (solo); The distance beween me and you, Lisson gallery, London.

Inaugurazione sabato 10 novembre, ore 21

Galleria Sonia Rosso
via Giulia di Barolo 11/h Torino
La galleria è aperta dal martedì al sabato, dalle 15 alle 19 o su appuntamento.
Ingresso libero

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