Galleria La Meridiana
Verona
via Oberdan, 3
045 8006424

Manu' (Manuela Simoncelli)
dal 16/11/2007 al 29/11/2007
WEB
Segnalato da

Enzo Rossi-Roiss



approfondimenti

Manuela Simoncelli



 
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16/11/2007

Manu' (Manuela Simoncelli)

Galleria La Meridiana, Verona

Spiegando... un reale fantastico. "Le sue opere dovrebbero essere osservate come gemmazione del suo vissuto: resumee di esperienze esistenziali (emozionali) e sperimentazioni pittoriche (formali) metabolizzate durante i 25 anni trascorsi dalla sua prima esposizione personale datata 1982." Enzo Rossi-Roiss


comunicato stampa

Critico curatore e presentatore: Enzo Rossi-Ròiss

MANU’ (Manuela Simoncelli) ha trascorso i primi anni della sua infanzia a Korryong in Australia, dove è nata nel 1959 da genitori italiani. Ha vissuto, poi, a lungo a Bologna dove ha compiuto studi artistici regolari, completati a Firenze. Ha la casa e l’atelier nei pressi di Bassano a Mussolente in provincia di Vicenza. Si è data notorietà con molte illustrazioni per libri e giochi destinati all’infanzia. “Il giro dell’oca di Pinocchio” e “La Giostra di Pinocchio” sono due sue creazioni recenti prodotte e commercializzate dalla Arbos di Solagna/Vicenza. Della sua pittura hanno scritto (in ordine alfabetico): Giuliana Lucia Barosco, Silvia Camerini, Lino Cavallari, Giancarlo Dal Moro, Bartolomeo De Gioia, Valerio Dehò, Arnaldo Felletti, Roberto Giungi, Enrico Guidi, Salvatore Maugeri, Anna Romagnoli, Enzo Rossi-Ròiss, David Russell, Gregorio Scalise, Tiziana Tartari, Peter Van Der Glossen, Roberto Vitali, Serena Vivian.

Le opere che risultano esposte a Verona nelle sale della Galleria La Meridiana le suppongo dipinte da una Manù intenzionata (consapevolmente, oppure inconsapevolmente) a intrattenere con la pittura, nel tempo che verrà, rapporti più fertili che in passato: sempre più ravvicinati, intensi ed esclusivi. Diversamente dai rapporti intrattenuti contemporaneamente anche con l’illustrazione di testi letterari, a cominciare dal principio della sua attività creativa. Preso atto che non ha alimentato vanamente la propria esistenza con più interessi: dipingendo, cantando jazz, sperimentando innamoramenti, generando due figlie.
Le sue opere dovrebbero essere, perciò, osservate come gemmazione del suo vissuto: resumèe di esperienze esistenziali (emozionali) e sperimentazioni pittoriche (formali) metabolizzate durante i 25 anni trascorsi dalla sua prima esposizione personale datata 1982. Ci risulteranno, così, dotate di una maggiore carica simbolica e agiranno in una più vasta area metaforica: risultandoci concepite, gestite e magistralmente eseguite fantasticando esistenzialità artistica alternativa e più gratificante.
Ciò premesso, sarà più agevole decriptare la loro iconologia, “visitandole” posizionati su più livelli di significazione. Principalmente su due livelli: quello artistico-letterario e quello metaforico.
Posizionati sul livello della significazione artistica-letteraria osserveremo che l’artista in esposizione ha indiscutibilmente “una bella mano” (come suol dirsi !) e che la usa pensando a ciò che ha letto o a ciò che ha vissuto, e a come ri-narrare o rivivere raffigurando il proprio pensiero, privilegiando la surrealtà più che la realtà e metafisicizzando la fisicità.
Poiché l’ambito poetico in cui è possibile (anche facile) collocarla come pittrice raffinata e sensibile è quello surreale.
Poiché non le è estranea la poetica metafisica che tante radici di pittori surrealisti ha alimentato.
Posizionati sul livello della significazione metaforica osserveremo che Manù privilegia l’oggettistica inanimata, piuttosto che l’antropomorfismo vitale, iconizzando simboli, emblemi e simulacri di una esistenzialità sonorizzata dal silenzio, più che dalla rumorosità, routinizzata da dinamismi usurati divenuti obsoleti.
Poiché ha dipinto e continua dipingere reali soltanto le cose, connotando d’inverosimiglianza le persone o le figure.
Poiché dà forme e colori alle proprie emozioni e ai propri sentimenti (anche desideri) tramite le cose che raffigura sempre pulite, poco usate o come nuove. Poichè nelle sue opere tutto ciò che è vetro è trasparente, tutto ciò che è superficie è lucido, su tutto ciò che è liquido non galleggia alcun rifiuto, e l’erba dei suoi prati non rivela tracce di calpestio.
Manù appartiene indiscutibilmente alla categoria degli individui di talento, “teorizzati e schematizzati” dall’ungherese Géza Révész nel suo libro “Talento e Genio” (Garzanti 1956), perché la sua personalità artistica è costituita dalle seguenti qualità: ricchezza di esperienze interiori, fantasia artistica, originalità nella rappresentazione, aspirazione all’optimum in ogni opera finita, costante sviluppo e arricchimento dell’espressione. Qualità che personalmente le ho riconosciuto a cominciare dalla scrittura del mio primo testo esegetico per la sua prima esposizione, riconoscendogliele anche in numerose occasioni successive. Particolarmente allorchè ho scritto: Manù ha aperto uno squarcio nella siepe al di là della quale si celava il suo infinito creativo e vi si è introdotta come Alice decisa a godersi fino in fondo l’avventura artistica, costi quel che costi.
Il 2007 sarebbe stato l’anno anniversario d’argento per il nostro rapporto, se tale rapporto avesse assunto subito connotati sentimentali, anziché intellettuali. Il mio augurio è che sia comunque un anno anniversario, e che questa esposizione dia inizio a un rapporto di Manù con l’attività pittorica e il macro universo dell’artisticità sempre più appagante e totale.

Patrocinio: Centro Culturale e Artistico Porta Dieda - Bassano
Organizzazione: Associazione Culturale Italo-Baltica - Bologna

Vernissage: 17 novembre 2007 ore 19

Galleria La Meridiana
via Oberdan 3 Verona

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Anna Caser
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