Sintetismo. Una mostra di opere pittoriche materiche, dalle quali emerge il gesto dell'artista. Le tele entrano in dialogo con il nuovo spazio, progettato dall'architetto Alessandro Anselmi.
Il Comune di Fiumicino si dimostra sempre promotore di iniziative culturali di elevato spessore, grazie ad interventi mirati che vogliono Fiumicino protagonista assoluta anche nel campo delle arti. In questo caso la mostra di Vito Bongiorno negli spazi della nuova sede del Comune di Fiumicino, in collaborazione con la Galleria Camelù di Roma prevede la realizzazione di importanti opere pensate e realizzate in conformità con il luogo espositivo. In collaborazione tra loro, l’artista entrerà in dialogo con la struttura, progettata da uno dei più grandi architetti italiani Alessandro Anselmi.
Un dialogo singolare. Con questo evento l’amministrazione prosegue il monitoraggio delle potenzialità culturali del proprio territorio iniziata da diversi anni, attraverso l'organizzazione di mostre ed eventi culturali e il coinvolgimento di un pubblico sempre più vasto.
Bongiorno con questa mostra, apre una sorta d’epopea del visto e del vissuto. Inizia la sua ricerca creando una scrittura monocroma sintetica, fatta di frammenti linguistici tratti dal quotidiano, dove si evidenzia l'impegno politico sul reale, di contro a possibili interpretazioni concettuali.
Bongiorno sceglie di stare all’interno del linguaggio nella sua singolare dialettica tra pubblico e privato. Nel 1999 esordisce con l'utilizzo di trasfigurazoni naturali, in netta rottura con la classica tradizione pittorica. Qui assistiamo all'esplosione della struttura vitale, al passaggio dal segno linguistico al gesto concreto. Alla forma riprodotta sul supporto si sostituisce l'azione e l'esperienza che fanno della sua arte un percorso vissuto e collettivo. La sensorialità e la tattilità diventano il segno di una coscienza critica dell'esserci come mittenti e destinatari dell'arte.
L'artista presenta il puro così com'è, non elabora l'oggetto, ma lo rende avvenimento. E' la vita che si fa opera d'arte con tutte le sue possibili evoluzioni. La materia visionaria, i comportamenti, gli odori, il colore profondo non prevedibile ma sorprendente, sono l'essenza del lavoro di Bongiorno. Segni, forme, sfumature quotidiane, sono fisicamente presentati nello spazio espositivo, elementi ricorrenti che sono sia l'eco di un uso autobiografico, sia il simbolo di una condizione, di una visione mobile fra pensieri differenti, immersa in un quotidiano carico di ricordi d’altri tempi. L'attacco al pubblico è sincero e diretto, mira alla coscienza sensoriale.
Sala Comunale
Via Portuense, 2498 - Fiumicino (RM)