Il percorso espositivo presenta 20 dipinti che appartengono alla sua recente produzione e si caratterizzano per una scelta monotematica nel soggetto rappresentato: gli animali sono i protagonisti indiscussi delle sue opere.
Sarà Como, in uno dei suoi spazi espositivi più affascinanti e carichi di
storia, la ex chiesa di San Pietro in Atrio, ad accogliere la prima
personale italiana di uno dei talenti giovani più luminosi del Sud America:
l’argentina Barbara Rodriguez-Neusch.
Patrocinata dal Consolato della Repubblica Argentina di Milano, la mostra,
curata da Simona Vigo, è promossa dal Comune di Como – Assessorato alla
Cultura e da Agorarte, una società del Gruppo Camuzzi, che opera da cinque
anni nel mondo dell’arte con una spiccata propensione nella valorizzazione
di artisti giovani.
Sponsor: Baglietto e Cantieri di Pisa.
Il percorso espositivo presenta 20 dipinti che appartengono alla sua recente
produzione e si caratterizzano per una scelta monotematica nel soggetto
rappresentato: gli animali sono i protagonisti indiscussi delle sue opere.
L’ultima produzione di opere, che la mostra rivela, mette in scena proprio
questo aspetto della sua pittura con interessanti varianti monotematiche dal
punto di vista compositivo e iconografico rispetto alla produzione
precedente.
Attratta dal modo in cui alcuni racconti mitologici delegano la descrizione
degli istinti umani agli animali, l’artista decide di rappresentare sulla
tela soltanto animali come se gli uomini non fossero ancora comparsi o si
fossero estinti.
Si tratta di monumentali opere monocromatiche da cui irrompono creature
quasi primordiali: cuccioli indifesi, o animali feroci, primitivi, irreali
o evolute forme ancestrali che divengono metafora di istinto, violenza,
lotta perenne tra vita e morte.
Tigri dalle lunghe zanne preistoriche, aquile che si contorcono in battaglie
con cigni lupi che emergono come fantasmi, tutti che con un tratto selvaggio
e malinconico insieme, tormentati dal loro istinto aggressivo.
“L’intento dell’artista – sottolinea la curatrice - è quello di trovare una
modalità di rappresentazione della vita prima dell’intervento degli uomini e
parallelamente indagare nell’istinto umano usando immagini ferine. Così
strane creature fiabesche sembrano prendere forma sulla tela, come se ci
trovassimo in un universo parallelo a quello razionale, tra l’irreale
fantastico e il primordiale violento di cui gli esseri umani preservano una
memoria poco organizzata e intuitiva”.
Ed è proprio con questa intenzione che l’artista vuole applicare alla sua
pittura la teoria psicanalitica della memoria selettiva per cui noi
tratteniamo immagini lacunose, deformate e spesso apparentemente
incomprensibili dei sogni o dei fatti traumatici che turbano la nostra
esistenza interiore, perchè una parte della nostra attività psichica non
permette a contenuti spiacevoli per il nostro Io di emergere a coscienza.
Applicando questa teoria alle sue opere ne derivano immagini a tratti
frammentate, con parti delle figure cancellate o omesse. Oppure figure che
emergono da spazi bui senza che se ne possa realmente comprendere la
provenienza e che non appartengono più a un singolo soggetto ma diventano
patrimonio immaginativo comune attingendo ai miti e alle fiabe più magiche e
terrificanti.
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ex Chiesa di San Pietro in Atrio
via Odescalchi - Como
Orari: da martedì a venerdì 15 – 18; sabato e domenica 10 – 18. Lunedì chiuso
Ingresso libero