Vanitas. Le immagini fotografiche dell'artista presentano la bellezza sensuale di fiori esotici e piante tropicali. Con i loro colori sgargianti e la sfrontata esaltazione d'ogni loro minimo dettaglio, Grome vuole introdurci in un mondo di fantasie tattili e visive.
“Le mie immagini celebrano il miracolo della vita. Usando il linguaggio universale dell’erotismo, desidero sedurre l’osservatore e trasportarlo in un mondo di giocosa sensualità”, Renato Grome
LipanjePuntin artecontemporanea con il patrocinio dell’Ambasciata d’Australia ha il piacere di presentare Vanitas, una mostra personale di Renato Grome (1954, Roma) a cura di Jonathan Turner.
Renato Grome avvolge i nostri sensi con l’insolente bellezza dei suoi fiori esotici e delle sue piante tropicali. Con i loro colori sgargianti e la sfrontata presentazione d’ogni loro minimo dettaglio, l’artista vuole introdurci in un mondo di fantasie tattili e visive. Le immagini di Grome sono un inno alla vita e alla sensualità della natura, che ha voluto donarci queste conturbanti compagne di viaggio, abitanti di luoghi misteriosi che rappresentano da sempre quel mai troppo sospirato “buen retiro” dove rifugiarsi dalle convulsioni del nostro disumano quotidiano.
Le foto di Grome provocano una duplice reazione in chi le osserva. Se da un lato l’osservatore percepisce la necessità di lasciarsi catturare da questi esseri dotati di lineamenti inquietanti, metafore di sessualità sfrontate e di malcelate perversioni, dall’altro nasce il desiderio di soffermarsi solo e unicamente su quegli elementi che denotano nell’artista un profondo rispetto per il miracolo della vita e la bellezza che la natura sa quotidianamente regalarci. Voyeurismo o semplice ammirazione per il miracolo della natura: in questo contrasto sta la chiave di lettura delle opere di Renato Grome.
Come scrive Jonathan Turner: “In queste fotografie di fiori esotici, Renato Grome presenta orchidee e altri fiori quali studi botanici sintetici. I petali esplodono di colori – rosa shocking, verde lime, rosso fuoco. Le sue immagini sembrano vibrare di un’ombra eccessiva, i loro dettagli ingranditi e innalzati a una intensità da luce neon. La natura monumentale dei suoi lavori proviene dal suo modo di fotografare i singoli fiori, piante carnivore e cactus, simmetrici e centrali all’immagine, come nella fotografia classica. L’animata emozione sta nel colore fluorescente.
Mentre nella recente personale presso lo spazio romano di LipanjePuntin artecontemporanea l’attenzione era focalizzata su una serie di opere ispirate ai papaveri, in occasione della mostra di Trieste verranno esposti alcuni nuovi lavori tra i quali spiccano Reach e Fire, fotografie di tulipani che pur essendo sul punto di sfiorire riescono ancora a trattenere dei colori sgargianti. Si pone quindi un interessante dilemma morale: i papaveri sono riconosciuti come simbolo di incertezza e instabilità provocate dal loro aspetto narcotizzante, mentre i tulipani, nel loro simboleggiare il fato ed il trascorrere del tempo, sono pure icone di vanitas. In conclusione, attraverso i propri lavori, Grome propone sia la fuga dalla realtà attraverso un viaggio allucinogeno che un approccio ai ben più fragili e delicati aspetti della mortalità, cosciente del fatto che entrambe le vie sono fondate sulla debolezza e l’umana rovina.”
Renato Grome nasce a Roma. Vive e lavora a Sydney (Australia). Le sue opere hanno fatto parte di mostre personali e collettive a Boston, Parigi, Melbourne, Stoccolma, Sydney e Tokyo.Opere di Grome saranno esposte presso lo stand di LipanjePuntin artecontemporanea in occasione della prossima edizione di Arte Fiera, Bologna, 23-28 gennaio 2008.
Inaugurazione: Sabato 12 gennaio 2008, 19 – 21
LipanjePuntin
via Diaz 4 - Trieste
Orario di galleria: dal martedì a venerdì 15.30 – 19.30, sabato 16.30 – 19.30 o su appuntamento
Ingresso libero