Dipingere Bambini. "...Barbara Tedesco, in questo debutto misurato e cauto (sebbene possa apparire all'opposto) si sporge con i conquistati "piedi di piombo" su questo abisso e propone il suo sguardo al nostro, ci domanda di vedere altro, oltre, sembra chiederci una pausa nelle nostre convinzioni, un' "epochè" husserliana, un rispetto, uno sguardo disarmato (davvero!) sul mondo come quello dei terribili e temibili bambini..." (Paolo Cervi Kervischer)
DIPINGERE BAMBINI
"Alcuni anni fa quando Barbara Tedesco si è presentata nel mio studio alla ricerca di una tecnica per dipingere "ritratti", aveva le idee molto chiare. Come ogni giovane di vent'anni lei non aveva dubbi; "sapeva "ciò che voleva e come raggiungerlo aveva quello slancio necessario, quella spinta al fare che le impedivano di cogliere la vera difficoltà insita in un percorso artistico. Con il passare del tempo, una volta accettato di "entrare in gioco" con me, progressivamente si è fatta strada in lei l'idea che il tempo in arte gioca un ruolo fondamentale. E' con questa vera (perché sperimentata) certezza che il suo "elan vital" è riuscito a trovare il modo di educarsi, è entrato in rapporto con la storia, si è progressivamente nutrito di cultura, si è trasformato in gesto e segno, in percezione e sensibilità , in atto consapevole e necessario. Questa mostra segna questo punto raggiunto.
Ci rivela anche, e soprattutto, la sua scoperta DIPINGERE BAMBINI con il corpo, con quella conoscenza cioè che solo l'Essere nella sua integrità conosce. Il dipingere, ecco, qui diviene atto di rivelazione a se stessi di ciò che si è capaci (non è da sottacere che Barbara sia divenuta mamma da poco) al di là di una del tutto mentale e quindi falsa coscienza di se, per altro estranea all'Arte, perché se potessimo raccogliere un dato comune a tutti gli artisti della storia di tutte le culture, forse l'unico realmente presente dalle origini ai giorni nostri è in quel "dire con il corpo" in quel parlare di se comunque, di quell'impossibile negare di ESSERCI QUI ED ORA, dentro e fuori di se: irriducibile presenza di una dualità originaria e dialogante , di quello specchio evocato da Velasquez, che diviene tutt'uno con l'Altro che stentiamo a riconoscere perché troppo somigliante a ciò che fugge nell'abisso della riflessione.
Barbara Tedesco in questo debutto misurato e cauto (sebbene possa apparire all'opposto) si sporge con i conquistati "piedi di piombo" su questo abisso e propone il suo sguardo al nostro, ci domanda di vedere altro, oltre, sembra chiederci una pausa nelle nostre convinzioni, un' "epochè" husserliana, un rispetto, uno sguardo disarmato (davvero!) sul mondo come quello dei terribili e temibili bambini splendida metafora - DIPINGERE BAMBINI - ! che altro fare di così difficile, di così inquietante Il discorso di Barbara si inserisce così naturalmente, senza intenzione ma per una profonda intuizione nel dibattito attuale delle arti alla Biennale Mueck ci accoglie con un gigantesco bambino, sfinge iperreale; bambini come ipnotizzati da una telecamera in una scuola indiana; filmati di bambini africani sbeffeggiati anni '30 bambini fotografati e dipinti evocati come prossime (se non attuali) terre di conquista delle nostra barbarie, del nostro ritrovato cinismo sociale, della nostra incultura troneggiante, trionfante, dilagante che si fonda sul facile, sull' "ISTANT GRATIFICATION" sul darwinismo di comodo. Resisteranno i Bambini? Ce la faranno? O al loro sguardo ci dovremo sottrarre per sempre."
Paolo CERVI Kervischer
Inaugurazione sabato 24 novembre ore 18.30
Catalogo a cura di Paolo Cervi Kervischer, in galleria
Orario: giovedì e venerdì 19.00-20.30, sabato 17.00-19.30, domenica 11.00-13.00
A.C.T.I.S.
via corti 3/a Trieste