Matteo Fraterno
Giancarlino Benedetti
Luca/Luigi Castellano
Francesco D’Errico
Antonio Di Domenico
Elena Drakos
Giuseppina Esposito
Max-Katz Maya
Giovanni Costa
Gruppo Mille
Antonio Murgieri
Stanislao Nievo
Scott Pitek
Marco Poloni
Angelo Ricciardi
Stephen Roach
Lello Ruggiero
Lorenzo Scotto di Luzio
Stalker
Nello Teodori
Konrad Oberhuber
Antonio Climati
Viviana Gravano
L'attesa e' un progetto di Matteo Fraterno, curato da Viviana Gravano e coordinato da Maurizio Gemma, Raffaella Morra e Claudio Salerno. Al progetto sono stati invitati a partecipare, artisti italiani e stranieri, che hanno creato un evento legato al concetto di attesa nel contesto urbano del Porto di Napoli, prendendo come punto di partenza la storia di Ippolito Nievo.
un progetto di Matteo Fraterno
Presentazione della documentazione del progetto L’attesa di Matteo Fraterno, realizzato nel Porto di Napoli il 5 marzo 2001 in occasione del 140° anniversario della scomparsa in mare di Ippolito Nievo.
Dalle ore 20.30 si terrà una performance musicale con Francesco D’Errico (pianoforte), Salvatore Morisco (violino) e Riccardo Veno (voce e sassofono) che eseguiranno il brano cameristico L’Attesa, su testo di Luigi Castellano/LUCA, e improvvisazioni e composizioni musicali di Francesco D’Errico ispirate al terzo capitolo de Le confessioni di un italiano di Ippolito Nievo.
''Un'attesa può mai essere soddisfatta o compiuta? ''L'attesa e la sorpresa, l'attesa é anticipazione, meta di un tutto, tempo guadagnato, accumulato''.''L'attesa é ciò che riduce al minimo il tempo di ripresa dell'attività interrotta dalla sorpresa''.
L'attesa è un progetto di Matteo Fraterno, curato da Viviana Gravano e coordinato da Maurizio Gemma, Raffaella Morra e Claudio Salerno.
Al progetto sono stati invitati a partecipare, artisti italiani e stranieri, che hanno creato un evento legato al concetto di attesa nel contesto urbano del Porto di Napoli, prendendo come punto di partenza la storia di Ippolito Nievo. Il progetto ha previsto l'allestimento di opere prodotte per l'occasione ed eventi basati sullo ‘scambio’, sull'interazione fra gli autori e il pubblico, tra gli artisti e le maestranze portuali sempre sul tema dell'attesa.
L'attesa ha accompagnato la scomparsa di Ippolito Nievo, il suo non arrivo è la sola notizia sulla sua scomparsa. Parlare di lui nel porto, usando la sua storia come pretesto ha consentito di stabilire un'occasione di scambio su un territorio denso di diverse culture, di diversi vissuti tutti legati a questa idea di sospensione, di attesa.
Al Porto, l'attesa è diffusa. La sospensione, il mare, il paesaggio, gli odori, l'acustica, nell'insieme assumono ordini architettonici, dando all'attesa, una precisa iconografia: tutti e tutto attende persino i piccioni, il grano, le navi, i container.
L’ATTESA E IPPOLITO NIEVO AL PORTO DI NAPOLI
Ippolito Nievo era atteso il 5 marzo 1861 nel Porto di Napoli. L'Ercole, la nave su cui era imbarcato, salpò dal porto di Palermo il 4 marzo ma non giunse mai a destinazione.
Nel progetto si sono intersecati due intenti: far conoscere l'opera letteraria e il pensiero liberale di Ippolito Nievo e ‘relazionare’ questo personaggio all'area del Porto di Napoli, ricca oggi quanto mai di interessanti spunti di riflessione e di contaminazione, teatro della città , luogo di partenze ed arrivi. In questo contesto l'attesa è stata protagonista assoluta, sia per la gente del luogo sia per i passeggeri o i visitatori che vi transitavano.
L’attesa: fragile senso di sospensione amplificata dalla presenza del mare, fonte naturale di contemplazione.
L’ATTESA E LA NAVE ODESSA AL PORTO DI NAPOLI
Vladimir Lobanov è il comandante di una nave che non c’è. O meglio non c’è quasi più, visto che un transatlantico, quando non naviga, è un po’ come se non esistesse. E la nave da crociera ucraina Odessa è ferma da oltre sei anni nel porto di Napoli, ormeggiata in fondo al molo di San Vincenzo, oltre la zona militare. Sopra l’Odessa, che si può raggiungere solo via mare, oltre Lobanov sopravvivono un ufficiale e sette marinai. A loro modo, per quanto possibile a degli uomini, si sono ammutinati al destino che, nel loro caso, si è concretizzato nella rapida successione di due eventi: la fine dell’Unione Sovietica e la bancarotta della loro compagnia di bandiera. La Blasco (Black
Sea Shipping Company), sotto il controllo statale, con oltre 300 navi era la più
grande compagnia navale dell’Urss, e una delle più grandi del mondo. Un frammento di questo impero che valeva circa 6000 miliardi, e si è dissolto nei porti di tutto il mondo, è fermo a Napoli. L’Odessa è ferma – in attesa – dal 18 aprile 1995.
Il progetto L’attesa al porto di Napoli è stato realizzato in collaborazione con
il Comune di Napoli, Assessorato alla Cultura, la Fondazione Ippolito Nievo, l’Autorità Portuale di Napoli e l’Istituto per la diffusione delle Scienze Naturali di Napoli.
L’ATTESA E MATTEO FRATERNO
Artista napoletano, ideatore e regista di tutto l'evento, Matteo Fraterno presenterà nella Sala Roberto Olivetti materiale documentario di diverso genere (video, fotografie, corrispondenza etc.) raccolto durante la lunga frequentazione del porto prima e durante lo svolgimento del progetto L’attesa.
Al progetto hanno partecipato:
Giancarlino Benedetti, Luca/Luigi Castellano, Francesco D’Errico, Antonio Di Domenico, Elena Drakos, Giuseppina Esposito, Max-Katz Maya, Giovanni Costa, Gruppo Mille, Antonio Murgieri, Stanislao Nievo, Scott Pitek, Marco Poloni, Angelo Ricciardi, Stephen Roach, Lello Ruggiero, Lorenzo Scotto di Luzio, Stalker, Nello Teodori, Konrad Oberhuber, Antonio Climati (riprese video)..
Venerdì 30 novembre alle ore 18.30
Ufficio stampa
Francesca Limana
Tel. 06 6872221 – 06 68600268
francescalimana@fondazioneadrianolivetti.it
Sala Roberto Olivetti
Via degli Acquasparta 23, 00186 Roma
tel. 06 6877054