In mostra le opere di uno fra i piu' significativi esponenti della Poesia Concreta e Visiva. Una settantina di lavori realizzati su diversi materiali (da plexiglas su tela ad acrilici, da legno inciso e dipinto a pennarelli su carta) che ne ripercorrono l'itinerario artistico, dagli anni '70 ad oggi.
Sabato 23 febbraio alle 18 la Fondazione Berardelli di Brescia (Via Milano 107) continua nella propria attività espositiva appena avviata con l’inaugurazione di un’ampia mostra antologica dedicata a Pierre Garnier, fra i più significativi esponenti della Poesia Concreta e Visiva.
Una settantina le opere esposte, realizzate su diversi materiali (da plexiglas su tela ad acrilici, da legno inciso e dipinto a pennarelli su carta) che ne ripercorrono l’itinerario artistico, dagli anni sessanta ad oggi. Teorizzatore nel 1963 del “Piano pilota dello spazialismo”, Garnier, insieme alla moglie Ilse, compagna di vita e di lavoro, attribuisce alla pagina un valore assoluto di spazio d’azione entro cui costruire il poema. Scrive lo stesso Garnier: “La parola è elemento. La parola è materia. La parola è oggetto”. “Elemento”, come sottolinea Patrizio Peterlini in catalogo, cioè “un’unità concreta e astratta. […] Materia, entità provvista di una propria consistenza fisica, dotata di peso, capace di adeguarsi a una forma. […] Oggetto in quanto entità fisica e spirituale, contenuto di un’esperienza o di un’attività”.
Divenendo di fatto ‘oggetto’, il poema visivo eccede la pagina e si trasforma nel cosiddetto ‘poema meccanico’. La singola parola assume quindi la valenza della frase poetica e l’insieme di diversi vocaboli nella Costellazione comporta per chi legge un gioco di connessioni in un infinito moltiplicarsi di significati.
Come nota Giovanni Fontana “parole, fonemi e lettere sono sorrette da invisibili nervature spaziali, che, in un reciproco gioco di sostegno, sono lanciate e rilanciate dallo stesso materiale verbale. Le parole si dispongono come grumi di senso che si animano grazie a relazioni geometriche purissime”.
Pierre Garnier, nato ad Amiens nel 1928, vive a Saisseval in Piccardia. Formatosi in Francia e in Germania, frequenta l’École de Rochefort sotto la guida di Jean Rousselot. Assunto presso la casa editrice André Silvaire, pubblica la rivista “Les Lettres”, di cui diventa direttore nel 1963. La rivista diviene ben presto il punto di riferimento della poesia spaziale, teorizzata dallo stesso Garnier con la moglie Ilse, nel Manifesto per una nuova poesia visuale e fonica. Ivi Garnier inneggia a ispirazioni cosmologiche e spiritualiste parlando di “costellazioni” di parole sulla pagina bianca. […] Ogni parola è un pittogramma astratto. Una superficie. Un volume. Una superficie sulla pagina. Un volume quando viene pronunciata”. Il movimento spazialista si diffonde rapidamente in Germania, Giappone e Stati Uniti. Fra i primi a introdurre in Francia l’espressionismo, Garnier contribuisce alla diffusione dell’opera di Gottfried Benn. Autore di numerosi libri d’artista, fa parte del comitato editoriale della rivista Docks.
La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano/francese), Pierre Garnier. L’isola, che comprende testi di Julien Blaine, Jacques Donguy, Giovanni Fontana, Patrizio Peterlini, Sarenco.
Inaugurazione Sabato 23 febbraio alle 18
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Fondazione Berardelli
Via Milano, 107 - Brescia
orari: martedì - sabato 15.30-19.30 - altri orari su appuntamento
ingresso libero