Il sogno dell'albero dei pomodori...e altre faccende del Sud. Una scultura emblematica: un'Italia di spugna, trafitta e sostenuta da una spirale in ferro, viene rovesciata e rovinata dalla forza di un leone.
Un’Italia di spugna, trafitta e sostenuta da una spirale in ferro, viene rovesciata e rovinata dalla forza di un leone. Scultura emblematica per l’accostamento dei materiali, per i messaggi e le riflessioni attuali su un Paese in crisi. Incarna e contiene i simboli della mostra di Pietro Spadafina dal titolo Il sogno dell’albero dei pomodori… e altre faccende del Sud, elaborata con cromatismi pungenti e immagini provocatorie, mitizzate da ironiche citazioni, come ad esempio quella del viaggio tra gli schiavi di Fabrizio Gatti nell’opera San Marzano.
La vivacità di C’era una volta un burbero zappatore paradossalmente dipinge il rimpianto di un mondo contadino genuino, sostituito oramai da una certa imprenditoria troppo glamour e troppo illegale, fatta di gente disperata, travolta dal desiderio smodato di soldi e potere. Il tempo che fu della solidarietà e dell’amicizia, nelle campagne e nei paesini del Sud, sembra andato e luoghi di criminalità e di schiavitù l’hanno condannato. Eppure quello di Spadafina non è un viaggio pessimistico perchè, pur sottolineando una certa povertà spirituale, suggerisce una speranza per il futuro che viene dal passato, in linea con il suo riverberismo.
L’Eclissi e Parsifal proiettano oniricamente sull’oggi un mondo antico-esoterico, quello di Federico II, auspicando un nuovo fermento culturale e spirituale che riscatti la dignità perduta. Lo sguardo pittorico si estende a tutte le faccende del Sud: l’immigrazione, l’intolleranza, le dinamiche religiose, le problematiche economiche, la prostituzione e l’emergenza rifiuti. A Nord del Sud non è solo un quadro dell’oggi e un modo surreale metafisico di riflessione sulla realtà, ma soprattutto un auspicio perché il Meridione venga trainato finalmente dalla cultura nordica.
La mostra, nata presso l’Università di Foggia per ricordare Giuseppe Di Vittorio a cinquantanni dalla sua morte, prosegue a Napoli, presso il Complesso Monumentale di San Severo al Pendino, dal 27 febbraio al 20 marzo 2008.
Chiesa S. Severo al Pendino
via Duomo 282 - Napoli
Ingresso libero