Ideata e curata da Giovanni Battista Martini, la mostra e' allestita nelle case-atelier di Vassily Kandinsky e di Paul Klee, progettate da Gropius per il Bauhaus di Dessau. Il percorso si suddivide in due parti: nella casa di Klee sono presenti i lavori realizzati a partire dalla sua permanenza al Bauhaus fino agli acquarelli realizzati in Russia; nella casa di Kandinsky sono esposte le opere del dopoguerra realizzate in Turingia e a Berlino e quelle relative al lungo soggiorno in Italia a Pompeiana.
a cura di Giovanni Battista Martini
A distanza di un anno dalla mostra antologica allestita allo Städtische
Museen di Jena, il Bauhaus di Dessau ospiterà, dal 13 marzo al 27
aprile, un importante evento espositivo dedicato all’artista tedesco Otto
Hofmann (Essen 1907 – Pompeiana 1996) che negli anni tra il 1927 e il
1931 frequentò il celebre istituto, dove fu allievo di Vassily Kandinsky e di
Paul Klee. Nelle case-atelier dei due grandi maestri del Novecento,
progettate da Gropius, sarà allestita la mostra Otto Hofmann. Un artista
del Bauhaus ideata e curata da Giovanni Battista Martini.
La mostra fa parte di un progetto più ampio di esposizioni che il
Anhaltische Kunstverein sviluppa da alcuni anni proponendo artisti la cui
storia è legata al Bauhaus e intende ricostruire, attraverso le opere
esposte, le tappe salienti della lunga e articolata carriera di Hofmann.
Otto Hofmann, che fu indirizzato verso le arti visive da Walter Dextel,
direttore dal 1916 al 1928 del Kunstverein di Jena, condivise con altri
artisti, tra il 1927 e il 1931, gli insegnamenti di Klee e Kandinsky al
Bauhaus di Dessau. Tale esperienza fu determinante per la sua
sperimentazione linguistica autonoma seppur strettamente correlata al
contesto di ricerca dell’astrazione lirica europea.
Sia negli anni tra le due guerre, sia dopo il conflitto, Hofmann continuò a
mantenere intensi rapporti e personali relazioni con esponenti di primo
piano dell’avanguardia internazionale: nel 1933 entrò in contatto a Zurigo
con Hans Arp e con gli altri membri del gruppo Dada, mentre a Parigi,
dove visse e lavorò in un primo tempo dal 1933 al 1935 e,
successivamente, dal 1953 al 1965, frequentò numerosi artisti, tra i quali
Magnelli, Seuphor e Giacometti, di cui era vicino di studio. Le sue
relazioni internazionali sono testimoniate anche dalla partecipazione a
prestigiose rassegne espositive, come il Settimo “Salon des Réalitès
Nouvelles” di Parigi nel 1952, Duitse Kunst na 1945 allo Stedelijk
Museum di Amsterdam (1954), Berliner Neue Gruppe alla Staatliche
Kunsthalle di Baden-Baden (1954) e Moderne Kunst aus Wiesbadener
Privatbesitz allo Städtisches Museum di Wiesbaden (1957).
Tutti questi incontri contribuirono a definire la sua personale cifra
linguistica, caratterizzata da una poetica astratta nella quale, tuttavia,
richiami naturalistici più o meno evidenti fanno da sfondo alle sue liriche
composizioni di simboli, segni e figure geometriche, contigue per un certo
periodo alle ricerche astratte di area surrealista e successivamente
aggiornate alle più avanzate esperienze dell’informale segnico, da
Hartung a Soulages.
Hofmann non fu comunque solo un personaggio di primo piano dello
scenario artistico internazionale, ma anche un testimone e un
protagonista delle più drammatiche vicende della sua epoca:
perseguitato dal Nazismo, allo scoppio della guerra fu costretto a partire
per il fronte russo, dove trascorse un lungo periodo di prigionia. Al suo
ritorno in patria, i contrasti con il regime della Repubblica Democratica lo
convinsero a fuggire all’Ovest, per approdare infine dopo lunghe
peregrinazioni a Pompeiana, un piccolo centro dell’entroterra del Ponente
ligure dove visse e lavorò dal 1976 sino alla morte.
L’esposizione è suddivisa in due parti: nella casa di Klee sono presenti i
lavori realizzati a partire dalla sua permanenza al Bauhaus fino agli
acquarelli realizzati in Russia dal 1941 al 1946; nella casa di Kandinsky
sono esposte le opere del dopoguerra realizzate in Turingia e a Berlino
(1947-1976) e quelle relative al lungo soggiorno in Italia a Pompeiana
(1976-1996).
Un catalogo “Otto Hofmann- Die Poetik des Bauhauses zwischen
konkreter und lyrischer Kunst” “Otto Hofmann- La poetica del
Bauhaus tra lirico e concreto” a cura di Giovanni Battista Martini è
stato pubblicato da Electa Edizioni nel 2007 con la collaborazione del
Goethe-Institut Genua, con testi critici di: Lutz Schöbe, Conservatore
della Stiftung Bauhaus di Dessau; Erik Stephan, Conservatore del
Kunstsammlung und Galerie im Stadtmuseum – Städtische Museen di
Jena; Markus Krause, Storico dell’arte; Matteo Fochessati, Conservatore
della Wolfsoniana, Genova.
Per ulteriori informazioni e/o richieste di materiale iconografico si prega di
telefonare al n° 010586962
http://www.martini-ronchetti.com
email: info@martini-ronchetti.com
Immagine: Otto Hofmann, Senza titolo, 1933 Acquerello su carta 48 x 32 cm
Inaugurazione: giovedì 13 marzo
Meisterhaus Kandinsky/Klee
Ebertallee 69/71, Dessau
free admission