The Flicker ('il guizzo", 'il fremito', 'il tremolio'). La mostra è composta da due video proiezioni e da una serie di dittici e trittici fotografici. Video e fotografie sono spinti verso il territorio sensoriale del tatto e del contatto, esperienze fisiche ed emotive proprie della relazione amorosa.
The Flicker
La ricerca di Marzia Migliora è iniziata con un ciclo fotografico
dedicato al museo.
Con Musei: il doppio interno (1995) e Sotto-vuoto
(1996-99) l'artista ha costruito un archivio dedicato alla memoria,
esercitando uno sguardo trasversale rispetto alle classiche partizioni
disciplinari museali. Con il video Chi c'è, c'è. (2000) l'indagine
sulla memoria collettiva lascia il posto alla memoria privata,
richiamata alla luce dal gioco.
Il gioco, inteso come "prova", è
assunto nella serie successiva di lavori video, come strumento cognitivo
del rapporto tra corpo e spazio, resistenza e abbandono, dolore e
bellezza.
In 59 passi un tappeto di biglie di vetro rosso costituisce il
campo di un esercizio.
L'artista lo percorre a piedi nudi, misurando la
propria capacità di resistenza con una conta.
Una conta sta,
analogamente, alla base di Ad occhi aperti (2001): sguardo diretto,
intenso e prolungato verso una fonte di luce pressoché intollerabile.
Il chiudersi delle palpebre e il lacrimare - riflessi istintivi e
insieme condizioni di offuscamento e ottenebramento- contrastano con il
senso di chiarezza dell'atto del vedere. Un motivo sonoro, rilassante e
ripetitivo, accompagna il ritmo di immersione ed emersione del volto
dell'artista da un liquido latteo.
Foglie di Ortiche -titolo del video
(2001)- circondano, come "cattivi pensieri", questa pulsazione visiva in
bilico tra apparizione e scomparsa.
Nella sua personale alla Videoteca
della GAM di Torino (2001), Migliora ha realizzato l'installazione video
e sonora Punto Croce. La narrazione di una biografia, registrata come
caso clinico (tratto da Jung) ma narrata come una fiaba, è il tessuto
sonoro e indiretto dell'immagine video, fissa su due mani che cuciono
insieme le loro stesse dita. In Punto croce il narrare, l'intessere e il
legare risultano come aspetti ambivalenti del tentativo di una
narrazione identitaria.
Per la sua seconda mostra personale negli spazi della Luigi Franco,
Marzia Migliora ha scelto un titolo unitario: The Flicker ("il guizzo",
"il fremito", "il tremolio").
La mostra è composta da due video
proiezioni e da una serie di dittici e trittici fotografici.
Video e
fotografie sono spinti verso il territorio sensoriale del tatto e del
contatto, esperienze fisiche ed emotive proprie della relazione amorosa.
Il "gioco del senso", che secondo Barthes è parte della complessitÃ
del "discorso amoroso", è suscitato da Migliora con il "magnetismo" e
l'"elettricità ", usati come condizioni sensitive e metaforiche.
In
Campo magnetico l'artista segue ed è inseguita da una mela rossa
appesa a un filo.
La visione del movimento dei due corpi, in una danza
che ricrea il gioco dell'attrazione, è alterata dall'intermittenza
della luce e dalle variazioni continue della messa a fuoco.
La perdita
di nitidezza dei contorni coincide con una situazione di massima
prossimità . L'annullamento della distanza determina il venir meno
della vista a favore degli altri sensi.
Al dinamismo frenetico di Campo
magnetico fa capo la lentezza di Stato elettrico.
In quella che si
presenta come un'apparente inazione, l'avvenire di un fenomeno
elettrostatico è il simbolo e segno esterno di un moto interiore.
I
capelli di una donna immobile, vestita di rosso, si alzano espandendosi
intorno al viso. La corona di capelli, che si compone nel corso di una
paziente attesa, pare il frutto di un incantesimo.
Ottenuto dalla somma
di tempi con gradazioni differenti (lentezza, fissità , avvenimento,
sorpresa), l'evento rimanda ai prodigi delle fiabe e insieme alla
condizione miracolosa dell'innamorarsi.
Il catalogo, che sarà pubblicato dopo l'inaugurazione della mostra,
conterrà la documentazione iconografica della produzione recente
dell'artista e il testo critico di Elena Volpato (italiano-inglese).
inaugurazione: 12 dicembre 2001
orario: martedì-sabato 15.30-19.30 (chiuso dal 23 dicembre2001 al 7
gennaio 2002)
Luigi Franco Arte Contemporanea
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TORINO
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