Una grammatica dell'invisibile. Una decina di grandi tele che danno conto della ricerca pittorica alla quale l'artista si dedica da alcuni anni, una ricerca assorta nella meditazione sull'essenza ultima della pittura, sul suo statuto ontologico.
Alla Galleria Weber & Weber Horiki Katsutomi presenta una decina di grandi tele che dànno conto della ricerca
pittorica alla quale l’artista si dedica da alcuni anni, una ricerca assorta nella meditazione sull’essenza
ultima della pittura, sul suo statuto ontologico.
Da questa particolare tensione e dalla riflessione su alcuni motivi omerici tratti dell’Odissea (l’opera archetipo
e specchio, in fin dei conti, della medesima quête in cui è impegnato Horiki) nascono i lavori dell’artista
giapponese, nei quali l’opzione astratta intende riconquistare l’invisibile per ricondurre la pittura alla sua
più intima sostanza di colore, luce e forma pura.
Le tele dedicate ad Itaca, l’isola che rappresenta il termine mitico di un esilio, offrono allo sguardo e al pensiero
dell’osservatore l’allusione non tanto a uno spazio (comunque tutto mentale), quanto piuttosto a una
soglia, che è certo la soglia del visibile, ma che è anche un passaggio, una sorta di ‘uscita dal mondo’ (come
avrebbe detto Elémire Zolla), che illustra l’eterna vicissitudine che alterna pienezza e vacuità, presenza e
assenza, fine e principio di tutte le cose.
Rarefatto e vibrante com’è, ciascun dipinto di Horiki rappresenta in sé un viaggio nel complesso mondo di
relazioni tra il visibile e l’invisibile.
Weber & Weber
Via S. Tommaso, 7 - Torino
Ingresso libero