Lea Caputo
Cesarea Di Biase
Grazia Donatelli
Pasquale Floro
Marta Giangregorio
Aldo Grittani
Angela Lomele
Vincenzo Mascoli
Meri Mastrolonardo
Roberto Mazzarago
Milena Scardigno
Mariangela Volpe
Giustina Coda
Giovani artisti interpretano alcuni momenti estrapolati dal messaggio del frate di Assisi. Le simbologie, le allusioni, le contaminazioni tra sacro e profano, tra linguaggi fortemente contemporanei e segnali di antica iconografia, rivelano una spiritualita' che spesso sfugge al quotidiano.
Quanto è possibile tradurre le Laudes del Cantico delle Creature? I nostri giovani artisti hanno fissato ognuno un momento, letto oltre le righe il messaggio di frate Francesco.
Hanno proposto, racchiudendo l’acqua in pareti di vetro, lasciando volare uccelli in aere dipinto, assemblando legni e stoffe, facendo brillare soli e smuovendo fuochi, ordinando con cura fiori, coniugando significati e citando nei colori e nelle forme il senso lieve e potente delle parole di Francesco, una visione nuova e diversa delle Lodi. Ogni immagine, forma, segno, pigmento o materia che sia, di
Lea Caputo, Cesarea Di Biase, Grazia Donatelli, Pasquale Floro,
Marta Giangregorio, Aldo Grittani, Angela Lomele, Vincenzo Mascoli
Meri Mastrolonardo, Roberto Mazzarago,
Milena Scardigno, Mariangela Volpe,
pare assolvere ad una funzione di memoria e di ammonimento insieme.
La Lode e la gloria di Francesco “ uomo che supera il suo tempo e diventa proposta per gli uomini di tutti i tempi”, si fanno rifugio solido e forte, si strutturano in valori che contengono una latente e pur chiara immagine dell’uomo del nostro tempo con le sofferenze e le contraddizioni sue e della natura. Le irruzioni degli artisti nei versi del Cantico non escono dalla misura- al contrario- ne sono debitori sapienti, attingono ad una ricchezza che ci restituiscono in riflessioni d’arte suggestive e personali in cui i rimandi, le simbologie, le allusioni, le contaminazioni tra sacro e profano, tra linguaggi fortemente contemporanei e segnali di antica iconografia, rivelano una spiritualità che molto spesso sfugge al quotidiano.
Giotto ad Assisi aveva rilanciato negli affreschi uno degli elementi decisivi e più vigorosi della novità francescana: il rapporto armonioso e fiducioso tra l’uomo e la natura. Coinvolti da quella stessa lezione essi la rendono attuale più che mai perché l’amore per l’acqua e la terra e i fiori e l’erba e il sole e la luna e il fuoco e il vento e le stelle è l’amore per la vita. In equilibri occultati o appena tangibili, ogni opera riconosce l’essenza concreta e ordinata di un pensiero efficace che non si vanifica lungo percorsi tortuosi o astrattamente incomprensibili ma si vivifica come “ responsabile della bellezza del mondo”, consapevole della necessità che la storia umana possa e debba proseguire in quella stessa idea di felicità e di rivoluzione del presente che apparteneva a san Francesco.
Giustina Coda
Museo della Devozione e della Santita'
Via Beato - Bitetto (BA)
Ingresso libero