Morgue. Si tratta di un lavoro svolto all'interno di un obitorio che ci pone davanti a due quesiti: il primo riguarda l'evidenza di quanto raffigurato ed il secondo la nostra reale capacita' di coinvolgimento con tale soggetto.
a cura di Alessio Bertini e Martino Margheri
Nell'ambito Fotografia Europea Off Reggio Emilia la Galleria Antonio Ferrara ospita
presso i suoi spazi di Via Palazzolo 8A la mostra "Morgue" di Enrico Abrate a cura
di Alessio Bertini e Martino Margheri
E` un lavoro svolto all`interno di un obitorio che ci pone davanti a due quesiti: il
primo riguarda l'evidenza di quanto raffigurato ed il secondo la nostra reale
capacità di coinvolgimento con tale soggetto.
Nell'immagine infatti, il pulito e indifferente formalismo che traspare viene
tradito solamente dalle piccole scritte che indicano i dati relativi ai corpi
ospitati nelle singole celle numerate, in una ricercata assenza di chiari
riferimenti al tema della morte. La freddezza con cui si affronta la scomparsa
sembra essere la stessa con cui Enrico Abrate ha osservato questo luogo: strumenti
disposti con precisione su un piano in acciaio, fotografati e analizzati con la
stessa scientificità con cui si esegue un'autopsia, quattro sportelli che lasciano
solo un piccolo margine di possibilità verso quello che è stato e quello che sarà.
Tutto è diretto, senza compromessi, il bianco e il nero non è drammatico. Tutto
tende alla chiarezza quasi all'ovvietà, come la differenza tra l'esserci e il non
esserci. La maschera che tale lavoro indossa è quella di fredda rappresentazione di
un luogo che, per salvaguardare se stesso dal dolore, vive in un limbo senza tempo,
allontanando la sfera dell'emotività. Se il lavoro sembra quasi innocente, relegata
ad un aspetto strettamente denotativo, è in verità un frammento di visione su cui
interviene l'interpretazione del segno da parte del pubblico che vi riconosce la
propria esperienza
Inaugurazione 30 aprile 2008
Galleria Antonio Ferrara
via Palazzolo, Reggio Emilia
Ingresso libero