Forbidden City. L'artista utilizza frammenti di fotografie della Citta' Proibita di Pechino come tasselli per la costruzione di nuove composizioni geometriche che, a partire della sua personale manipolazione, generano altre immagini autonome in cui l'elemento strutturale diventa formalmente estetico. A cura di Antonio Arevalo.
a cura di Antonio Arévalo
LipanjePuntin artecontemporanea ha il piacere di presentare Forbidden City, una personale dell’artista spagnolo Antonio Girbés (1952, Tabernes de Valldigna, Valencia - Spagna), a cura di Antonio Arévalo.
In Forbidden City, Antonio Girbés utilizza frammenti di fotografie della Città Proibita di Pechino come tasselli per la costruzione di nuove composizioni geometriche che, a partire della sua personale manipolazione, generano altre immagine autonome in cui l’elemento strutturale di queste diventa formalmente estetico. Di fatto Girbés nel tempo ha creato la sua propria e personalissima filosofia della fotografia. Ne derivano elementi seriali che si specchiano e si compenetrano, dove l’immagine si chiude in se stessa e l’elemento architettonico, appena riconoscibile, si perde in intricati arabeschi. L'artista, servendosi delle forme cariche della cultura orientale, reiterate e barocche, ci racconta, senza svelarla, la realtà nella sua forma più ovvia: un caleidoscopio di frammenti nel quale nulla è casuale in quanto l’artista vuole incitarci a coglierne i messaggi. Rimane ad ogni fruitore il privilegio di capire la magia di questa simbologia: come lo specchio che riflette gli sguardi di chi osserva così, in questo caso, i labirinti e i misteri sono necessari per raggiungere la strada verso la città proibita.
Impegnato fin dai primi anni Ottanta come fotoreporter, negli anni Novanta Girbés realizza la serie The Untitleds, composizioni floreali dal sapore fiammingo in cui i preziosi colori, che ricordano le antiche fotografie dipinte a mano, spiccano su uno sfondo scuro. Con Cabezas Cortadas, nella seconda metà degli anni Novanta, il soggetto delle opere di Girbés diventa il corpo, o meglio, la testa. Simboliche parti pensanti di noi, le sue teste recise sono ridotte a feticci marmorei senza vita.
Le fotografie del progetto Somewhere Nowhere (2000-2005) preannunciano la serie di lavori che l’artista espone in occasione della sua personale a Roma. Con queste immagini, tratte dalle più diverse realtà geografiche e culturali, Girbés passa dalle nature morte costruite in digitale a paesaggi universali.
Dal 1980 Antonio Girbés ha esposto in importanti gallerie e musei europei, nord e sud americani e in Giappone. Ha partecipato al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1998, a El Cuerpo del Arte, prima Biennale di Valencia curata da Achille Bonito Oliva nel 2001, all’ultima Biennale di Architettura di Venezia, nel progetto C on Cities a cura di Elena Ochoa Foster. Recentemente ha esposto a Mosca (Aidan Gallery) e Valencia (Galería Thomás March). Le sue opere fanno parte di prestigiose collezioni internazionali quali: Deutsche Bank Francoforte, Estée Lauder New York, Giovanni e Marella Agnelli Torino, Musée de l’Elysée Losanna, Fundaciò La Caixa Barcelona, Dow Jones & Co. New York.
Inaugurazione: Giovedì 15 maggio 2008, dalle 19
LipanjePuntin
via di Montoro, 10 - Roma
Orario di galleria: da martedì a sabato 12.00 – 20.00 o su appuntamento
Ingresso libero