Museo Nazionale di Palazzo Venezia
Roma
via del Plebiscito, 118
06 699941, 06 6780131
WEB
Duccio Guidotti
dal 10/6/2008 al 12/7/2008
mart-dom 9-19
06 97274455, 06 6999284

Segnalato da

Massimo Riposati




 
calendario eventi  :: 




10/6/2008

Duccio Guidotti

Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Roma

Opere 1933-2008. In mostra circa 40 opere, ad olio o tempera, oltre a disegni e schizzi dai taccuini di guerra, bozzetti, studi e cartoni degli affreschi, eseguiti in 75 anni di attivita' condotta con un indomito spirito creativo, pur con pause di riflessione, di dubbi, di ricerca.


comunicato stampa

Mostra e catalogo a cura di Massimo Riposati

“Pittore di guerra e di pace” sempre e solo al servizio dell’arte, Duccio Guidotti dall’11 giugno al 13 luglio prossimi, esporrà opere dal 1933 al 2008, a Roma, Palazzo Venezia, Refettorio Quattrocentesco. La mostra, presentata dal Soprintendente Claudio Strinati, curata da Massimo Riposati, catalogo Carte Segrete, sarà inaugurata l'11 giugno alle ore 18 e conterrà circa 40 opere, ad olio o tempera, oltre disegni e schizzi dai taccuini di guerra, bozzetti, studi e i cartoni degli affreschi, eseguiti in 75 anni di ininterrotta attività, condotta con un indomito spirito creativo, pur con pause di riflessione, di dubbi, di ricerca.

Ha diciannove anni Duccio Guidotti, quando l’Italia entra in guerra. Soldato coscritto nel I° Reggimento Granatieri di Sardegna, va subito, volontario, in prima linea, a Mentone al confine italo-francese, con il suo armamento di “Pittore di Guerra”: penne, matite, colori, ma anche cavalletto e tela. Proprio qui dipinge un quadro “Gli Eroi di Mentone”. Sullo sfondo, in alto a destra spicca il ponte del famoso scontro tra francesi e italiani “il tributo di sangue necessario per sedere di diritto al tavolo dei vincitori” , come fu detto. Poi sarà su altri fronti, ma troverà modo di esporre i suoi quadri a Venezia, XXIII Biennale, a Roma al Palazzo delle Esposizioni, a Vienna alla Quadriennale. Quindi finirà a Rodi, da dove è costretto a fuggire, assieme ad alcuni commilitoni, su un barcone, sotto le cannonate degli ex alleati tedeschi, alla volta della Turchia, nella speranza di un rimpatrio. Duccio sopravvive in quel paese per alcuni mesi, sempre grazie alla sua arte, finchè non è catturato e concentrato, per circa tre anni, assieme agli altri superstiti delle armate dell’Egeo, come cobelligerante in un campo alleato nel deserto egiziano, il famoso: PW MIDDLE EAST 101.

Anche qui continua la sua opera di “Kombat Artist” come lo chiamano gli inglesi, documentando la dura vita della prigionia. Nel 1947, tornato in Italia, sarà capace di coniugare la propria esperienza di vita con il dettato di quella pittura che, tra le due guerre, aveva espresso in Europa una qualità di “realismo” profondamente innovativo, e che aveva visto nel nostro paese emergere delle eccellenze che segneranno l’intero sviluppo dei decenni successivi, da Casorati a Sironi, da Scipione a Mafai. Guidotti esprime compiutamente le tensioni creative del suo tempo, con intuizioni formali e poetiche che lo vedono protagonista del rinnovamento nella continuità, interprete di una Modernità interiore che non confonderà mai con la facile adesione alle mode o alle tendenze più in voga, riscuotendo sempre lusinghieri consensi della critica. Per circa vent’anni si ritirerà poi dalla vita artistica ufficiale, perdedicarsi alla ricerca e ad altre forme espressive, come il giornalismo, il cinema (cartoni animati, effetti speciali, consulenze per il colore), la televisione, italiana e svedese.

Dalla terrazza più alta del Centro di Produzione TV della RAI di Roma, in via Teulada, dove si trovava il suo ufficio, Duccio Guidotti, colpito dal paesaggio delle antenne televisive che ricoprono i tetti delle case, inizia a dipingerle su cieli ora d'oro zecchino, ora d'argento variamente ossidato. È un via vai di colleghi, di artisti ammirati che lo spingono, anzi ''lo costringono ad andare avanti'', a chiedergli il proprio ritratto, e sono giornalisti, annunciatrici, attori, tecnici, dirigenti. A metà degli anni ‘70 Duccio ritorna alla vita artistica pubblica, maturato e rinnovato. Sono gli anni dei fondi in oro e in argento, dei riconoscimenti pubblici e dei premi come il “Premio Viareggio” di pittura, delle mostre in Italia e soprattutto all’estero. Il Pittore di Guerra diviene Pittore di Pace quando, a partire dal 1989, Duccio Guidotti si dedica a grandi opere religiose e sociali. È il momento degli affreschi realizzati, tra gli altri, a Damasco, in Siria, nella chiesa di San Francesco e, a Roma, nella Chiesa di S. Maria in Via e nella cappella della Fondazione Don Gnocchi e poi di nuovo all’estero, nell’importante complesso archeologico scoperto recentemente a Mar Mousa, a Nebeck, in Siria. ''La pittura murale è pittura sociale per eccellenza. Essa opera sull'immaginazione popolare più direttamente di qualunque altra forma di pittura, e più direttamente ispira le arti minori.'' Mario Sironi Nel 1999, realizza nella Bassa Baviera, in una chiesa sconsacrata, riconvertita a centro culturale, un’altra imponente opera murale ad affresco cui partecipano, a vario titolo, le comunità tedesca e italiana.

È un piccolo gran miracolo che sfocia, tre anni dopo, nel conferimento a Duccio della cittadinanza onoraria tedesca ed europea con la seguente motivazione: “Duccio Guidotti … ha regalato alla città questa grandiosa opera. Egli vuole, con la sua arte, riunire l’Europa. In tutti i suoi atti e discorsi egli vive il pensiero europeo e lo mette in atto. Il suo operato ha contribuito positivamente qui a Volkertshausen alla pacifica convivenza tra tedeschi e stranieri, in particolar modo con gli italiani. Riconosciamo ed apprezziamo anche questo suo influsso positivo nell’assegnargli l’onorificenza di Cittadino onorario europeo” Nel frattempo un altro grande affresco viene realizzato in Italia, a Bolsena nella Sala Consiliare del Comune. Negli anni che seguono Duccio Guidotti continua nella sua opera di rinnovamento, dedicandosi ad affreschi in case private e al ritratto con l’identica foga dei suoi vent’anni, concentrando la sua attenzione alla figura umana, in particolar modo al nudo femminile, con la sensualità appassionata dell’uomo e la capacità rivelatrice dei misteri dell’anima che il nostro artista sempre intuisce, che a volte nasconde, ed altre volte ci consegna in una evidenza poetica alta e coinvolgente.

Catalogo: Edizioni Carte Segrete Testi di Claudio Strinati e Massimo Riposati

Inaugurazione ore 18

Museo Nazionale di Palazzo Venezia
via del Plebiscito, 118 - Roma
Orario: da martedì a domenica dalle 9 alle 19
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [117]
Tesori della Cina Imperiale
dal 15/7/2015 al 27/2/2016

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede