John Singer Sargent
James McNeill Whistler
Robert Henri
George Luks
John Sloan
Stuart Davis
Man Ray
Patrick Henry Bruce
Arthur Dove
Georgia O'Keeffe
Charles Sheeler
Edward Hopper
Josef Albers
Hans Hofmann
Franz Kline
Jackson Pollock
David Smith
John McLaughlin
Ad Reinhardt
Frank Stella
William C. Agee
Susan C. Faxon
Arte americana dal 1850 al 1950. La mostra, che si snoda all'interno dei rinnovati spazi espositivi del museo, prende in esame il passaggio da una rappresentazione letterale del particolare all'interpretazione astratta degli ideali universali. Circa 70 opere, tra dipinti e sculture, per rivelare i complessi e contraddittori impulsi che hanno spinto gli artisti d'oltreoceano ad adottare e ridefinire un nuovo linguaggio artistico, un'espressione "americana" che li identificasse.
La Collezione Peggy Guggenheim presenta dal 28 giugno al 12 ottobre Coming of Age. Arte
americana dal 1850 al 1950: la mostra, che si snoda all’interno dei rinnovati spazi espositivi del
museo veneziano, prenderà in esame il lungo viaggio intrapreso nel corso di un secolo dall’arte
americana, passata tra 1850 e il 1950 da una rappresentazione letterale del particolare
all’interpretazione astratta degli ideali universali. Attingendo esclusivamente dalla nota collezione
della Addison Gallery of American Art, Andover, MA (USA), i curatori William C. Agee, docente
di storia dell’arte presso l’Hunter College, CUNY, New York, e Susan C. Faxon, Direttore
associato e Curatore della Addison Gallery, hanno scelto circa settanta opere, tra dipinti e
sculture, in grado di rivelare i complessi e contraddittori impulsi che hanno spinto gli artisti
d’oltreoceano ad adottare e ridefinire un nuovo linguaggio artistico, un'espressione “americana”
che li identificasse. La mostra, che approda alla Collezione Peggy Guggenheim dopo essere stata
ospitata dal Meadows Museum di Dallas, in Texas, e dalla Dulwich Picture Gallery di Londra, è
organizzata dall’American Federation of Arts, New York e Addison Gallery of American Art,
Phillips Academy, Andover, Massachusetts, dove è stata inaugurata nell’autunno del 2006, e resa
in parte possibile dalla Crosby Kemper Foundation, Frank B. Bennett e William D. Cohan, con
ulteriore supporto offerto da Philip e Janice Levin Foundation Fund, Collection-Based
Exhibitions, dell’American Federation of Arts. L’esposizione gode del patrocinio dell’Ambasciata
degli Stati Uniti d’America e del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Milano.
I nobili paesaggi della Hudson River School degli anni ’50 dell’Ottocento, in quanto incarnazioni
dell’ottimistico nazionalismo della metà del secolo e dell’inizio di un linguaggio distintamente
americano, costituiscono il punto di partenza di questa mostra. Gli artisti della Hudson River
School trovarono la propria ispirazione nella terra incontaminata americana, immortalando la
grandiosità e la tranquillità della natura, e suggerendo, idealisticamente, la sua abilità nel mostrare
la mano divina che la plasmò. Scelsero di rappresentare il paesaggio americano come un territorio
illibato, ricolmo di speranze, eliminando, con attenzione, qualsiasi traccia della presenza umana in
esso già insidiatasi. Progressivamente, gli artisti d’oltreoceano cominciarono a integrare le
influenze stilistiche tipiche dei movimenti europei con tematiche propriamente americane. Ispirati
dai pittori francesi che ritraevano scene tratte dalla rigogliosa campagna di Barbizon, i paesaggisti
americani come George Inness passarono dalle convenzioni del paesaggio romantico alle
raffigurazioni dello spirito della natura che si rivela in tutta a sua imprevedibilità, scegliendo di
rappresentare la natura con immagini drammatiche attraverso pennellate più libere e una
tavolozza più scura.
Sul finire del XIX secolo, la pittura realistica americana che celebrava la forza della terra e dello
spirito locali, coesisteva accanto ad opere che univano influenze impressioniste e postimpressioniste
a una tendenza tutta americana a preferire lo specifico all’atmosferico. Al volgere
del secolo si creò un insieme ancor più complesso di diversi impulsi artistici: da una parte vi erano gli artisti espatriati, quali John Singer Sargent e James McNeill Whistler, esperti protagonisti della
scena artistica internazionale, che realizzavano opere d’ispirazione europea raffiguranti scene del
Vecchio Mondo, e dall’altra gli artisti della Ash Can School, tra cui Robert Henri, George Luks e
John Sloan, che rappresentavano le strade polverose e gli edifici delle città americane, ma pur
sempre con uno stile pittorico che alludeva alla tradizione europea.
Nel corso dei primi decenni del XX secolo si assiste alla nascita del modernismo americano, che
proclama New York, e non più Parigi, nuovo centro dell’avanguardia artistica. Quali propugnatori
del modernismo americano, Stuart Davis, Man Ray e Patrick Henry Bruce definirono l'astrazione
utilizzando audaci forme geometriche e colori per creare una visione americana che derivasse dal
Cubismo europeo, mentre Arthur Dove e Georgia O’Keeffe, che insieme ad altri facevano parte
del circolo di Stieglitz, optarono per forme e linee riduttive ai fini di creare un modernismo che
mantenesse un legame con le forme organiche. Artisti come Charles Sheeler e Edward Hopper
preferirono invece raffigurare scene che si ispirassero alla vita cittadina americana, creando così
opere in grado di mantenere un legame con il modernismo.
Nel corso degli anni ’30 del Novecento Josef Albers e Hans Hofmann, artisti di formazione
tedesca, emigrarono negli Stati Uniti, giocando così un ruolo determinante nel far conoscere a
una nuova generazione di artisti le idee di colore, forma, percezione e disegno che avrebbero
nuovamente trasformato l'arte americana. I loro insegnamenti prepararono la strada per la
comparsa negli anni '40 di una nuova astrazione non basata sull'oggettività, caratteristica delle
opere degli espressionisti astratti quali Franz Kline, Jackson Pollock, e David Smith. Nei lavori
astratti e fortemente toccanti di questi artisti venne forgiata una nuova idea di arte americana,
un'idea che ruppe il legame con le vecchie tradizioni portando l’arte americana al centro della
scena internazionale.
Nel corso degli anni ’50 l'importanza di New York quale fulcro dell'arte internazionale crebbe
grazie ad artisti quali John McLaughlin, Ad Reinhardt e Frank Stella. È proprio con le opere di
questi ultimi, che tradussero il modernismo della scuola newyorkese in una maggiore grazia di
colori, forme e linee, garantendo all'arte americana una posizione d’avanguardia per i decenni a
venire, che si conclude il percorso espositivo.
Grazie alla collaborazione con Vodafone, verrà sperimentato un innovativo servizio di audioguide
sulla mostra scaricabile direttamente sul proprio cellulare: la voce di Philip Rylands,
direttore della Collezione Peggy Guggenheim, accompagnerà i visitatori tra i capolavori offrendo
così un ulteriore strumento didattico per approfondire i contenuti dell’esposizione. La mostra è
inoltre resa possibile grazie agli sponsor tecnici Codess Cultura e iGuzzini.
Impreziosito dai saggi dei due curatori, William C. Agee e Susan C. Faxon, il catalogo della
mostra, nella doppia edizione inglese e italiana, rappresenta un’ottima opportunità storico-artistica
per gli studiosi dell’arte americana di conoscere a fondo la collezione della Addison Gallery.
L’edizione italiana è pubblicata da Skira.
Nell’ambito degli eventi per le celebrazioni del 60° anniversario della Collezione Peggy
Guggenheim a Venezia, durante il mese di maggio si terrà un ciclo di 4 conferenze che indagano
le diverse tematiche della mostra. In collaborazione con l’Università Ca’ Foscari di Venezia, gli
incontri avranno luogo alle ore 18 presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti secondo il seguente calendario:
mercoledì 7, Giovanni Bianchi (docente di Storia dell’Arte Contemporanea
Università Ca' Foscari): L'arte americana alle Biennali di Venezia (1895-1950); mercoledì 14, Philip
Rylands (Direttore Collezione Peggy Guggenheim): Peggy Guggenheim e la scuola di New
York; mercoledì 21, Rosella Mamoli Zorzi (docente di Letteratura e Cultura Anglo-Americana
Università Ca' Foscari): Mount Ktaadn tra pittura e letteratura; mercoledì 28, Nicoletta Leonardi
(docente di Storia della Fotografia Università di Catania): Natura, tecnologia e visione:
l'osservatore come "pupilla trasparente", 1830-1880.
A luglio il giardino della Collezione ospiterà Environments of the American Soul, rassegna di
quattro film legati alla mostra, curata da Flavio Gregori, docente di Letteratura e Cultura
Inglese, presso l’Università Ca’ Foscari. In analogia con le opere esposte, il filo conduttore delle
pellicole saranno gli spazi dell’animo umano, quattro esempi del mondo in cui vive ed è immerso
l’uomo (cinematografico) medio, ovvero l’environment del cinema americano, come luogo fisicotopografico
e come proiezione del desiderio, dell’ansia, della nostalgia, della speranza, del
terrore. Quattro tagli rappresentativi sui modelli morali-materiali dell’animo americano.
Immagine: John Sloan, Sunday, Women Drying Their Hair, 1912, Addison Gallery of American Art, Phillips Academy, Andover, Massachusetts; museum purchase (1938.67), All rights reserved
Conferenza stampa venerdì 27 giugno alle 12
roof terrace, Collezione Peggy Guggenheim per conferme e accrediti: press@guggenheim-venice.it
Ulteriori informazioni:
Alexia Boro tel: 041.2405.404 fax: 041.520.6885 e-mail: press@guggenheim-venice.it
Collezione Peggy Guggenheim
Palazzo Venier dei Leoni 701 Dorsoduro 30123 Venezia
orario d’apertura: 10.00-18.00; chiuso il martedì
ingresso: euro 10; euro 8 senior oltre i 65 anni; euro 5 studenti; gratuito 0-10 anni