Past dust. Nelle sue opere l'artista pone l'accento sul ricordo e rileva l'appassionante gradazione dei grigi su tutta la superficie figurativa. A cura di Roberto Russo.
a cura di Roberto Russo
La polvere di Raffaela Maria Sateriale
Se con Elevage de poussière del 1920 Marchel Duchamp e Man Ray riuscirono a fissare
nell'aoristo fotografico l'inconsistenza materica e plastica della polvere, nel 2004
una esaustiva monografia di Elio Grazioli e una mostra realizzata a Milano - dal
titolo 'Polvere d'arte' - hanno ripercorso il rapporto dialettico tra gli artisti e
l'antipatica deposizione a partire da Leonardo da Vinci, per continuare con Francis
Bacon ed arrivare fino a Giacometti, Filliou, Richter e ai contemporanei. Oggi
Raffaela Maria Sateriale ha voluto riprendere il tema, partendo però da diversi
presupposti: il cromatismo mancato, velato, alluso e lo struggente richiamo del
passato. Past Dust significa appunto 'polvere del passato', l'atomizzazione delle
nostre memorie che soltanto uno sguardo attento e pacato riesce ogni tanto e in
determinati momenti a ripulire e a risvegliare. Sateriale pone l'accento sul ricordo
e rileva l'appassionante gradazione dei grigi su tutta la superficie figurativa. La
serie di 'scatti', impressi sull'innovativo tessuto bandiera, rinnova la congerie
degli affetti personali e solletica le comuni emozioni di fronte a visioni
apparentemente banali e ricorrenti. La personalizzazione e unicità dell'evento è poi
ritagliata in una 'cornice informale' dipinta, che nella composizione materica e
granulare accentua in maniera astuta la reminiscenza e la contestualizza nel
sentiero creativo della Sateriale, fatto spesso di informali evanescenti e
stratificati.
E' sufficiente intuire le 'storie latenti' di ogni opera e dietro una bicicletta,
una cantina abbandonata, un rudere o una scritta dimenticata per cominciare a
interrogarsi e a 'rispolverare' sorrisi ed angosce di personale e comune possesso.
Breve biografia
Raffaela Maria Sateriale nasce a Muri nel Cantone svizzero di Argovia il 7 agosto
del 1964.
Poco più che bambina si trasferisce nel Sud d'Italia dove esprime i primi rudimenti
dell'arte pittorica tra i paesaggi della campagna di Avellino.
È il maestro elementare che ne intravede le capacità e la incoraggia a perseguire la
passione.
Dodicenne si trasferisce nella provincia di Pisa in Toscana ed inizia una fase
introversa che la vede confrontarsi con la superficie pittorica nell'espletamento
della propria ribellione ai sistemi costituiti ed alla società che le impediscono
una libera espressione dell'essere.
Non tarda il primo cimento con gli oli su tela a 14 anni che si traduce in sagome
sinistre ed in panorami allucinati.
L'istinto autonomo e la creatività dirompente si concretizzano presto
nell'iniziativa imprenditoriale.
Ininterrotta è la teoria di paesaggi stravolti e stravolgenti: nebulose collinari,
burrasche dirompenti, orridi tenebrosi.
La vita di Raffaela è all'ennesima svolta che la porterà in Africa ad intraprendere
il ruolo di consulente della qualità produttiva per prestigiose multinazionali
tessili italiane e straniere.
Sono gli illimitati paesaggi magrebini e presahariani che la conducono attraverso
sperimentazioni cromatiche e materiche.
Il ritorno in Italia sancisce la maturità umana e artistica di Sateriale. La
produzione diventa eclettica e sorprendente, condensa un percorso che non vuole
trovare cliché routinari ma che identifica nella sperimentazione senza limiti la
propria novità creativa.
L'Oriente affiora nelle superfici smaltate, nei profili e nei ritratti delle
Armonie, bianche silhouette femminili che caratterizzano angoli intimistici o
paesaggi notturni.
Ottimismo puro e progressivo ? Banali esternazioni di stati d'animo ?
Nulla di più sbagliato. Da ogni particolare si avverte ancora una sottile
inquietudine: le braccia si alzano e si avvolgono attorno al capo pensoso. L'Armonia
è assorta e rimarca un disagio latente e quasi ossessivo: un nastro nero o rosso si
avviluppa come la congerie di pensieri con la quale ciascuno di noi è abituato a
convivere.
Ma Sateriale non si accontenta e procede nell'approfondimento soggettivo con un
procedimento inverso. Riproduce infatti contesti immaginari che chiama 'fondali dei
miei pensieri', quasi che nel reticolo meandriforme delle proprie dinamiche
interiori si annidassero altre speranze e inquietudini. E le ardite coloriture, su
cui si ergono con stupefacente plasticità i reticoli, ci danno modo di ideare
infiniti altri mondi possibili. La donna è riuscita a comunicarci il proprio mondo,
a farci conoscere meglio una parte di sé e di noi stessi.
Vernissage: 2 agosto 2008 ore 18
Le Scuderie del Granduca
Via del Garbo, 2 - Asciano (SI)
Apertura: tutti i giorni orario apertura ristorante