Personale di pittura. L'artista mostra nei suoi nuovi lavori di subire l'incanto dell'oscurita'; che cede la scena alla luce solo per rivelare agli occhi di chi guarda dettagli di frutti ed oggetti appoggiati su un piano.
L’oscurità ha sempre esercitato un grande fascino su pittori ed artisti di ogni epoca, che in essa ci hanno visto “un altro sole”, considerandola accanto ad un semplice fattore estetico-compositivo un elemento chiave, portatore di significati morali e metafisici. Nell’arte barocca la grande presenza del nero e dell’oscurità divenne una sorta di dichiarazione d’intenti, vicina ad un ritorno ad una maggiore austerità e valore spirituale in linea con il clima della controriforma.
Sicuramente lontano da concetti ed atmosfere riformiste Gianluca Corona mostra però nei suoi nuovi lavori di subire l’”incanto” dell’oscurità; che cede la scena alla luce solo per rivelare agli occhi di chi guarda dettagli di frutti ed oggetti appoggiati su un piano. Vi è una maggiore sinteticità compositiva, rispetto al passato, ed un’atmosfera più rarefatta e metafisica, che sembra rimandarlo più che alla tradizione fiamminga ad un’arte più ascetica, più spirituale, vicina al rigore dell’opera di Francisco Zurbaran.
Dall’abbandono estatico, dal canto della pienezza e rigoglio di un frutto mollemente adagiato su un piano, si passa alla ricerca di un rigore formale, un ricorrere alla geometria per dare un senso più profondo alle cose che ci circondano.
Il frutto o il fiore prescelto, ritratto spesso più grande delle sue dimensioni reali, all’interno di una tavola quadrata, diventa un simbolo, un rimando “platonico” ad un piano altro, più spirituale. Barbara Frigerio
Inaugurazione giovedi 18 settembre alle 18
Studio Forni
Via Fatebenefratelli, 13
20121 Milano
ORARI: 10/13 – 16/19,30
Chiuso domenica e lunedì