Frames. Lo sguardo dell'artista si e' sempre posato sull'uomo, sui suoi comportamenti e vicissitudini, attraverso una tecnica che coniuga alla lezione dell'arte classica, il linguaggio contemporaneo della multimedialita'.
Lo sguardo di Paolo Consorti si è sempre posato sull’uomo, sui suoi comportamenti e vicissitudini, attraverso una tecnica che coniuga alla lezione dell’arte classica, il linguaggio contemporaneo della multimedialità. Le immagini di Frames, in mostra alla galleria Teknè di Potenza dal 18 settembre al 31 ottobre, sono l’ennesima prova, ampiamente superata, in questo senso. Esse costituiscono un’installazione che indaga le pieghe della miseria umana: se il punto di partenza e di riferimento è il III canto dell’ Inferno di Dante, l’opera si apre poi ad una considerazione di più ampia portata.
Riconosciamo infatti, tra le tinte fosche e sfocate di una dimensione claustrofobica e soffocante, le api e i mosconi che tormentano gli Ignavi: essi sono i protagonisti della parte centrale del Canto, e vengono puniti, in questo modo, in eterno, per la loro incapacità di determinare, con una scelta, la loro vita. Ma l’artista introduce anche elementi nuovi, non contemplati nell’immaginario dantesco, come le gabbie in cui i dannati vengono rinchiusi, condizione e simbolo di una collettività ormai passiva agli eventi e alla quotidianità delle cose. Un monito, quello lanciato dall’artista, sulla direzione intrapresa dalla società, dove non deve ingannare lo spirito a tratti giocoso, quasi grottesco, dato soprattutto da un accento voyeuristico che caratterizza le immagini di questo affresco della caduta dell’uomo: esso diventa un baluardo al mero cinismo, ma non ci esimie dal giudizio severo sulla condizione dei nostri tempi.
Fiorella Fiore
Tekne'
Via Due Torri, 36/38 - Potenza
Orario: lun 17-20.30; mart-sab 10-13.30 e 17-20.30
Ingresso libero