L'artista realizza un'installazione site-specific dal titolo Spazio Permeabile, costituita da una struttura fissa in sottile fibra ottica che ingloba lo spazio come un volume illusorio. Curata da Luigi Cavadini, la mostra e' basata esclusivamente su questo grande intervento di luce teso a trasformare lo spazio da contenitore dell'opera a forma aperta e "permeabile", attaverso un disegno mentale materializzato dalla luce fisica della fibra ottica.
a cura di Luigi Cavadini
Al Museo d’Arte Contemporanea di Lissone in una grande sala oscurata, Carlo Bernardini realizza un’installazione site-specific dal titolo “Spazio Permeabile” costituita da una struttura fissa in sottile fibra ottica che ingloba lo spazio come un volume illusorio. Curata da Luigi Cavadini, la mostra è basata esclusivamente su questo grande intervento di luce teso a trasformare lo spazio da contenitore dell’opera a forma aperta e “permeabile”, attaverso un disegno mentale materializzato dalla luce fisica della fibra ottica. La trasformazione dello spazio e la percettività visiva animano tutta la ricerca di Carlo Bernardini. Le sue installazioni sperimentali con le fibre ottiche cambiano la percezione modificando le coordinate visive all’ambiente reale. La luce crea un disegno nello spazio, un disegno che cambia secondo i punti di vista e secondo gli spostamenti dello spettatore, che si trova a vivere dentro l’opera.
Nel testo introduttivo Luigi Cavadini scrive: “La presenza della luce è condizione indispensabile per la visione. Senza luce, oggetti, persone e luoghi scompaiono. Il nero finisce per inghiottire tutto. L’uomo è tanto abituato alla presenza/assenza della luce, che corrisponde in natura all’avvicendarsi naturale di notte e giorno, da non prestare più attenzione al ruolo che la luce ha nella nostra vita. Basti pensare alla funzione di persuasione più o meno occulta che le è affidato nella pubblicità e nell’allestimento di vetrine e luoghi commerciali. O alla sua presenza vitale di sera e di notte nei luoghi di incontro o di traffico, di movimento in genere.
Gli artisti ne hanno sempre messe a profitto le qualità, vuoi per rilevare una figura vuoi per rendere plastica una forma. Il pensiero corre senza dubbio a un maestro come Caravaggio che alla luce ha assegnato nelle sue narrazioni un posto da protagonista. Con un salto nel tempo arriverei a Lucio Fontana che è andato oltre, dando forma alla luce e creando con essa quei disegni spaziali che hanno caratterizzato in modo decisivo la sua opera. In poco più di cento anni, nel mondo dell’arte, si è passati dallo studio degli effetti della luce sulla visione (si pensi alle frammentazioni del colore dei pointillistes e dei divisionisti) ad una diretta manipolazione o elaborazione di essa in funzione espressiva (si vedano le opere di Lázló Moholy-Nagy già negli anni ’30 e quelle del già citato Fontana, di Otto Piene ed Heinz Mack, o di James Turrel e Dan Flavin).
L’intervento di Carlo Bernardini, che si articola nello spazio del piano interrato del museo e che utilizza con leggerezza e intelligenza gli strumenti della moderna tecnologia, appare quanto mai intrigante perché egli tiene conto di quanto già sviluppato in passato per poi operare con una sua sensibilità e originalità. L’azione che l’artista compie - come già fece Fontana con i neon - è assimilabile a quella del disegnatore, ma ha come ambito non il foglio, ma lo spazio e come strumento la fibra ottica e non la matita. Diverso è l’effetto rispetto al neon di Fontana, materia luminosa in evoluzione nello spazio. La fibra ottica, infatti, diventa immateriale, presenza-assenza, veicolo invisibile del raggio luminoso che - segno puro - attraversa lo spazio in un percorso fatto di segmenti che si inseguono “disegnando” nelle tre dimensioni, secondo una logica che è altra da quella consueta e che può far solo presagire le difficoltà di comprensione degli sviluppi geometrico-matematici nelle 4, 5 o n dimensioni. Un disegno che, nella logica delle cose, va a scolpire lo spazio, a dargli forma, a viverne la piena permeabilità, sottraendo virtualmente ad esso - con il raggio luminoso - parte della leggera materia di cui è composto.
La spezzata tridimensionale che si delinea, rigorosa nel succedersi dei segmenti di luce, costituisce un percorso impalpabile che vive di sé, ma anche dell’ambiente in cui è immerso, ambiente che pare dilatarsi e lasciare che i raggi luminosi diventino il tramite di un pensiero che è nello stesso tempo immobile e in rapida e continua evoluzione. Una sottile vibrazione, generata dal fluire della luce, anima l’ambiente e sollecita a fondo la sensibilità del fruitore”.
CARLO BERNARDINI è nato a Viterbo nel 1966. Vive e lavora a Roma e a Milano. Si e` diplomato nel 1987 all'Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 1997 ha pubblicato il saggio teorico sulla "Divisione dell'unità visiva" edito da Stampa Alternativa. Ha vinto per 2 volte nel 2000 e nel 2005 il premio "Overseas Grantee" della Pollock Krasner Foundation di New York, e nel 2002 il premio Targetti Art Light Collection “White Sculpture”. Attualmente insegna Installazioni Multimediali presso l'Accademia di Belle Arti di “Brera” a Milano. L'attenzione di Carlo Bernardini è rivolta al rapporto dialettico tra la linea e il monocromo, quali momenti diversificati della concezione raffigurativa spazio-luce. Il meticoloso percorso di astrazione è una graduale ricerca sull'elemento della linea per conquistarne l'essenza, quasi un voler tracciare l'invisibile. La sua ricerca visiva s’incentra oggi sul concetto di trasformazione percettiva dello spazio attraverso opere tese fra dimensione scultorea ed installativa. Le installazioni ambientali, realizzate con fibre ottiche e superfici elettro-luminescenti creano uno spazio di luce architettonico mentale, incorporeo ma visibile, che cambia totalmente la funzione e la struttura dell’ambiente reale. La luce crea un disegno nello spazio, un disegno che cambia secondo i punti di vista e secondo gli spostamenti dello spettatore, che si trova a vivere dentro l’opera. Ha realizzato sculture pubbliche permanenti in acciaio inox e fibre ottiche in diverse città italiane, nel 2003 le grandi sculture presentate temporaneamente a Roma in Piazza del Campidoglio per il Semestre di presidenza italiana nell’Unione Europea, nel 2008 l’opera permanente presso l’Aeroporto di Brindisi, grandi installazioni ambientali in fibre ottiche in esterno come Valencia alla Ciudad De Las Artes Y Las Ciencias, a Reggio Emilia ai Chiostri di S.Domenico in occasione della mostra "2000 Anni Luce", a Padova in via Fiume ad angolo con il Palazzo della Ragione per "Accordi di Luce" e ad Ancona in Piazza Cavour per “Luci di Ancona”. Le sue mostre personali recenti sono state nel 1998 "Accordi di Luce" Galleria Nazionale della Pilotta, Parma; 1999 Galleria Spaziotemporaneo, Milano; Museo Laboratorio di Arte Contemporanea Università "La Sapienza" Roma; "Light" Galeria Arsenal, Bialystok (Poland); 2000 Galleria L'Isola, Trento; 2001 Galleria Fioretto, Padova; 2002 Sculpture Space, Utica, New York; 2003 Galleria del Naviglio, Milano; Galleria Spaziotemporaneo, Milano; 2004 Museo Passo Imperiale, “Espaço permeável 2004”, Rio De Janeiro; Galleria Milano, Milano; Galleria Bruna Soletti, Milano; Galleria Spazia, Bologna; 2005, Galleria Les Chances de l’Art, Bolzano; Il Sole Arte Contemporanea, Roma; Velan Centro Arte Contemporanea, Torino; 2006 Galleria Milly Pozzi, Como; 2007 Swing Space, LMCC, New York. Frà le principali mostre collettive si ricordano nel 1992 "Giovani Artisti a Roma 4", Palazzo delle Esposizioni, Roma; nel 1996 la partecipazione alla XII Quadriennale di Roma, Italia 1950 - 1990 "Ultime Generazioni", Palazzo delle Esposizioni, Roma; 1997 "Arte a Roma" Galleria Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma; 1998 "Nuove Contaminazioni" Galleria d'Arte Moderna, Udine; 1999 "Translacje" Collection De La Fin Du Siecle, Piotrkow Trybunalsky (Poland); 2000 "2000 Anni Luce" Galleria Parmiggiani, Reggio Emilia; "Thai - Italian Art Space 2000" Art Gallery Silpakorn University, Bangkok; 2001"Oriente d'Occidente" Museo Nazionale d'Arte Orientale, Roma; "Glimmers" Inner Spaces Multimedia, Poznan (Poland); “InPressione” Bovisa, Officine del gas AEM, Milano; 2002 “Light Accords-East of West” Nacional Gallery of Contemporary Art, Bangkok; XX Triennale di Milano, “Le città In/visibili”, Palazzo della Triennale, Milano; 2003 “Targetti Art Light Collection” Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia, Chelsea Art Museum, New York; “Anteprima” XIV Quadriennale Nazionale d’Arte, Palazzo Reale, Napoli; “Enter Invito al Futuro” Premio Casoli - Galleria Spazia, Bologna; 2004 Barbara Behan Gallery, Londra; “Lumen” Galleria Fioretto, Padova; 2005 “FiloLuce” Museo della Permanente, Milano; “Fontana e la sua eredità” Palazzo Pirocchi, Castelbasso (TE); “56° Premio Michetti” Museo Michetti, Francavilla al mare (CH); Sculpture Now, “Sculpture in the Public Arena 2005/06”, Main Street, Great Barrington, (Massachusetts USA); 2006 “Filophilo”, Hotel de ville de Montrouge, Parigi; “Targetti Art Light Collection”, “White Sculpture”, MUAR, Museo Nazionale di Architettura Schusev, Mosca; “Light On”, Artiscope, Bruxelles; 2007 “Come Along to the Future”, Vychodoslovenská Galéria, Kosice (Slovakia); “Energy” Villa Ottello Savorgnan, Ariis di Rivignano; “International Light Workshop”, Gallery A22, Budapest; 2008 “Digital Media”, LA NAU - Universidad de Valencia, Valencia; “Drawing all over – the power of the line", Kunstverein KISS Kunst im Schloss Untergröningen Temporares Museum, Abtsgmünd Untergröningen (Stuttgart); “Tinab 2008” Castello di Praga, Praga.
http://www.carlobernardini.it
Inaugurazione 4 ottobre 2008
Museo d'arte contemporanea
Viale Padania 6, (fronte stazione FS) 20035 Lissone-MI
Orari: martedì - mercoledì - venerdì 15.00 - 19.00, giovedì 15.00 - 23.00,
sabato e domenica 10.00 - 12.00 / 15.00 - 19.00, lunedì chiuso
Ingresso libero