viamoronisedici spazioarte
Bergamo
via Moroni, 16/A
347 2415297 FAX 035 4592486
WEB
Storie
dal 10/10/2008 al 28/10/2008
tutti i giorni 16 - 20. Domenica e lunedi su appuntamento

Segnalato da

B@bele Comunicazione




 
calendario eventi  :: 




10/10/2008

Storie

viamoronisedici spazioarte, Bergamo

Apre a Bergamo il nuovo spazio. Un progetto che invita a cogliere il cortocircuito che nell'arte contemporanea si nasconde dietro l'ambiguita' dell'espressione 'giovane artista'. In mosta Filippo Berta, Salvatore Falci, Stefano Romano e Mariella Bettineschi, raccontano storie di incontri possibili, che passano attraverso la ricerca di nuovi canali di comunicazione.


comunicato stampa

Nasce a Bergamo viamoronisedici spazioarte, che si propone di indagare i “territori” di incontro / confronto tra artisti con anni di esperienza e giovani emergenti, per scoprire visioni diverse o percorsi sorprendentemente comuni

"Ci vuole tutta la vita per diventare giovani artisti"
Jan Fabre

Con la mostra collettiva Storie, apre a Bergamo l’11 ottobre 2008 viamoronisedici, spazio dedicato all’arte contemporanea. viamoronisedici non vuole essere semplicemente un luogo espositivo ma nasce dal preciso progetto di indagare i “territori” di incontro/confronto tra il lavoro di artisti con anni di esperienza e quello di giovani emergenti, per restituire ora la ricchezza del dialogo tra differenti “visioni del mondo”, ora la sorpresa di scoprire percorsi comuni.

Con un interrogativo di fondo: chi è davvero il “giovane artista”? Il progetto di viamoronisedici invita a cogliere il cortocircuito che nell’arte contemporanea si nasconde dietro l’ambiguità dell’espressione “giovane artista”, che in alcuni casi può suonare come “slogan” limitativo nei confronti del lavoro di alcuni rappresentanti delle ultime generazioni artistiche, in altri casi invita invece a interrogarsi su come spesso un artista arrivi a conquistare la freschezza e la libertà per essere realmente “giovane” grazie a un lungo itinerario creativo.

Dall’11 ottobre al 29 novembre 2008, nella collettiva Storie, quattro artisti – Mariella Bettineschi e Salvatore Falci, artisti già affermati, e gli emergenti Filippo Berta e Stefano Romano – tra video, fotografie, installazioni e performance, raccontano storie di incontri possibili, che passano attraverso la ricerca di nuovi canali di comunicazione.

Nella videoinstallazione Silent communications Salvatore Falci traduce in opera il suo desiderio di infrangere la barriera che separa le due comunità che abitano la cittadina australiana di Kellerberrin, teatro dell'azione: quella di origine anglosassone e quella aborigena che condividono lo stesso sfondo urbano ma che si separano rigorosamente nelle pratiche e nei rituali sociali. Falci aggira i problemi linguistici connessi alla comunicazione verbale allestendo un setting imperniato su quella non verbale, chiedendo a coppie d'individui appartenenti alle due diverse comunità di sedere l'uno di fronte all'altro e di guardarsi ininterrottamente negli occhi per tre minuti. La videoinstallazione riproduce visivamente questo setting, evidenziando le comunicazioni non verbali, di forte intensità emotiva, che si innescano tra le coppie riprese. Sullo sfondo, le relazioni e le dinamiche sociali innescate dall’”incontro” creato dall’artista.

L’installazione di Mariella Bettineschi gioca sull’ambiguità dell’espressione ¿Que estas esperando? - che cosa stai aspettando/sperando? - per raccontare la possibilità di affrancarsi dalla precarietà dell’esistenza aspirando all’armonia e alla bellezza. Nelle stampe digitali su vetro, segni di catastrofi provocate dall’uomo, come Ground Zero, o dalla Natura, come lo tsunami, sono accostate a immagini di cura e affetto - come due mani che si chiudono a proteggere la Terra o un bambino che abbraccia il suo cucciolo - tracciando un itinerario che passo passo si distacca dalla realtà per ascendere verso la bellezza, quella classica di un volto dipinto da Memling come quella regale del volto di una donna nera segnato dalla vita. Fino alla dimensione dell’ideale e del pensiero, rappresentata da una teoria di sfere colorate e perfette.

Il video e le fotografie di Filippo Berta documentano la performance Canzonette, appositamente realizzata per la mostra nel contesto urbano della città di Bergamo. Ad essere posti uno di fronte all’altro sono l’immigrato e il nativo del luogo, i due poli che alimentano e modificano il carattere di un contesto urbano.
Gli immigrati per le vie di Bergamo fischiettano in continuazione due canzoni popolari della città a sottolineare la loro presenza con un gesto che vuole essere l’innesco per risvolti imprevedibili. Fischiettare diventa così una nuova forma di comunicazione, perchè il testo della canzone è ignoto ma la melodia può esere recepita e condivisa. I cittadini in ascolto, con le loro reazioni, diventano parte integrante di questa rappresentazione del punto d’incontro di storie diverse, talvolta contrastanti, ma necessarie per l’evoluzione di una storia comune a tutti.

L’installazione landscapes (people with wich I have communicate) di Stefano Romano nasce invece da una riflessione sull’idea di paesaggio. Partendo dalla considerazione che il paesaggio che ci circonda non è costituito soltanto da edifici, ma anche dalle persone che ogni giorno incontriamo o con le quali in qualche modo comunichiamo, l’artista comincia a scrivere uno dopo l’altro i nomi delle persone con cui comunica durante tutto l’arco della giornata. Successivamente trascritti al computer - con lo stesso font e la stessa dimensione – e stampati su una striscia di carta ruotata in orizzontale, i nomi sembrano a prima vista delineare una sky line che, ad un esame più attento, si rivela essere un paesaggio fatto d’incontri, un unico panorama in cui si possono visualizzare tempo, spazio e rapporti umani.

Filippo Berta / Mariella Bettineschi / Salvatore Falci / Stefano Romano

Ufficio stampa: B@bele Comunicazione
Barbara Mazzoleni
tel. 320.8015469
babelecomunicazione@libero.it
Skype: babele73

Inaugurazione: sabato 11, ore 18

viamoronisedici spazioarte
via Moroni 16, Bergamo
Ingresso libero

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