Looking Black for Colour. Nelle opere esposte il segno, mai radicalmente astratto ne' illustrativo, e' il protagonista assoluto delle composizioni e viene indagato nelle sue molteplici possibilita' espressive, attraverso le tecniche grafiche, il disegno o il monotipo.
Giovedì 6 novembre alla Galleria Siniscalco Arte si inaugura la mostra Looking Black for Colour di Mario Giavino. Nelle opere esposte il segno, mai radicalmente astratto nè illustrativo, è il protagonista assoluto delle composizioni e viene indagato nelle sue molteplici possibilità espressive: attraverso tecniche grafiche, il disegno o il monotipo. In queste carte di grande eleganza formale ecco che il nero si confronta con il colore, meglio, una sorvegliatissima gamma di colori.
Questa esposizione raccoglie opere che abbracciano un periodo di ventanni di ricerca, ma non vuole porsi come una sorta di piccola, seppur selezionata, mostra antologica, non avendone nè il respiro nè la completezza. Si è cercato di presentare alcuni aspetti del lavoro di Mario Giavino mettendone in risalto l'intrinseca coerenza pur nella molteciplità degli esiti, delle tecniche e dei formati: un lavoro che ha nel di-segno una parte fondamentale, ovvero letteralmente ''fondante'', nella costruzione della composizione e dell'immagine. Nulla di scontato in queste carte preziose proprio nel loro negarsi come tali, povere e segnate da stratificazioni, strappi, cancellature o rigorose nel loro gioco di bianco e nero, figura e sfondo. Talora la figura si fa allusiva, sembra prendere corpo in esseri zoomorfi, in creature fantastiche o primitive simbologie - ma con leggerezza, senza altro fine o significato di un segno che si racconta nel suo farsi linea e spessore - altre si fa lirica astrazione, poesia del colore. Un dato emerge: l'astrazione, meglio, la non-figurazione è solo una questione di scala, di ingrandimento.
L'infinitamente piccolo guardato con una lente diventa un mondo intero, il mondo intero visto da siderali distanze, un grumo incomprensibile. La rassicurante banalità della visione abitudinaria impedisce ai più questa feconda immersione nelle radici comuni delle forme alla ricerca di quella alchemica energia che trasforma non già la pietra in oro ma la grigia materia in materia grigia, spirito. Ma che l'astrazione da Kandinsky in poi abbia radici spirituali sarebbe fin troppo ovvio ricordarlo e farebbe torto a un lavoro che vede nella natura naturans il principio di una inesausta ricerca delle corrispondenze universali, corrispondenze suggerite, alluse e non date una volta per sempre come asettiche tavole di classificazione. Mario Giavino usa, insomma, l'analogia come si userebbe il dubbio sistematico nell'indagine filosofica: cercare è sapere di non avere ancora trovato, trovare è capire cosa cercare ancora. Con la pittura.
Siniscalco Arte
via Friuli, 34 - Milano
Orari: Martedì - Sabato 10-13 15.30-19.30
Ingresso libero