CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea
Cremona
via XI Febbraio, 80
0372 34190 FAX 0372 34190
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Gianna Bentivenga
dal 7/11/2008 al 7/12/2008
da lun a ven ore 10-16 sab ore 10-13 e su app

Segnalato da

CRAC




 
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7/11/2008

Gianna Bentivenga

CRAC Centro Ricerca Arte Contemporanea, Cremona

La mostra e' una riflessione sull'antitesi apparenza/essenza che parte dalla constatazione della difficolta' a essere se stessi entro i parametri, ormai crollati, che costruiscono l'identita' sociale e personale. Esposte opere su carta. A cura di Dino Ferruzzi e Gianna Paola Machiavelli.


comunicato stampa

A cura di Dino Ferruzzi e Gianna Paola Machiavelli

Il lavoro di Gianna Bentivenga è una riflessione sull'antitesi apparenza/essenza che parte dalla constatazione della difficoltà a essere se stessi entro i parametri, ormai crollati che danno identità sociale e personale.
Nella sua ricerca, viene evidenziata una dimensione esistenziale, nascosta e profonda, una necessità autodifensiva, un esercizio di sopravvivenza della vita quotidiana a cui corrisponde la costruzione di quell’io minimo, che Christopher Lasch nel testo L’Io minimo. La mentalità della sopravvivenza in un’epoca di turbamenti, individua come funzionale alle difficoltà del presente e coerente con il proprio tempo delle mercanzie.

Per raccontare di queste esistenze, Gianna Bentivenga sceglie le linee nervose; le posture estreme dei corpi, contratti e mai rilassati, una condizione volutamente spoglia da estetismi, essenziale fatta di coloriture corpose e sanguigne. Le figure sono prive di identità, scarnificate, ridotte allo stato larvale, affogate in uno spazio sempre meno consistente, logorante, intriso di malessere.

I disegni, i lavori su carta e carta intelata, come ad esempio il ciclo delle Marionette cui fanno parte anche Acrobata e Funambolo, nascono da queste riflessioni, prendono le distanze da un conflitto che spesso porta ad un annullamento di identità; i protagonisti in questi lavori, non hanno connotazioni e sembianze ben definite, sono individui assediati che vivono in una società del rischio, percorsa da pericoli quali la guerra, il terrorismo, la minaccia della stabilità quotidiana, circondati da un universo che ha perso solidità e ha prodotto, sempre per citare Lasch, un io “incerto e problematico”, un “disimpegno emotivo” un distacco flessibile, una condizione appunto di sopravvivenza, atteggiamenti tipici che si trovano nella cultura emergente... Questa condizione nata dalla cultura del consumo produce un’alterazione della percezione del sé e del mondo circostante, il mondo è un mondo di specchi, in cui si riflettono immagini inessenziali, illusioni sempre più inscindibili dalla realtà. L’effetto è quello della “cultura del narcisismo” che secondo Lasch, investe sfere disparate, tra queste l’arte, la letteratura, la memoria storica... (da una recensione di Roberto Bertoni).

L'individuo sta adottando una molteplicità di volti intercambiabili, si nutre di ciò che trova nella cultura emergente a seconda delle circostanze, ed in base al fascino che su di lui produce la variegata atmosfera delle possibilità.
Possibilità di recitare la diversità, di apparire più o meno fedele e coerente col tempo e con quanto, nel suo frenetico scandire, viene propinato e offerto sul mercato.

Le conseguenze sono l’annullamento di una propria e solida identità. E qui il discorso si allarga, quello che viene toccato è la cultura del consumo, la coscienza dei valori, il pluralismo accentuato che finisce per rispecchiare con esattezza la situazione del mercato, la stessa idea di democrazia.

Inaugurazione ore 18

CRAC
Via XI Febbraio, 80 - Cremona
Orario: da lun a ven ore 10.00 – 16.00 sab ore 10.00 – 13.00 e su app.
Ingresso libero

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