Pluralita' artistiche. I lavori esposti sono tutti eseguiti in acquarello ed inchiostro e presentati all'interno di una scenografia creata appositamente sulle pareti della galleria. Si tratta di losanghe, in sezioni rette ed in forme curvilinee, che producono sequenze multiple di corpi geometrici aggettanti.
La mostra rappresenta una panoramica dell’ampia attività artistica di Alessando Carlini. Il lavoro di Carlini è caratterizzato da una perpetua esplorazione del rapporto fra forme, figure, colori e realtà visive.
Le opere scelte fanno parte di diverse serie, i quali titoli non sono costrittivi ma sempre indicativi. Esse danno un’idea di ciò che si vede e un suggerimento di ciò che si può vedere. Così per es. le "fasce che si incontrano, fasce che si abbracciano", i "murales per interni", i "bassorilievi in metallo", gli "oggetti e oggetti d’uso" e i "mobili", gli "assemblaggi nello spazio, di notte fosforescenti" o "il ballo dei quadrati".
L’opera singola e leggibile sia bi- che tridimensionalmente ed è interpretabile come immagine indipendente, ma anche come progetto reale per costruzioni, spazi, oggetti o sculture. Ogni opera trova la sua funzione finale nella fusione tra l’intento dell’artista e l’interpretazione individuale dello spettatore. I lavori esposti sono tutti eseguiti in acquarello ed inchiostro e saranno presentati in passepartout pesante in una scenografia apposita sulle pareti della galleria.
Alessandro Carlini, nato nel 1943 a Lanciano, Italia, è architetto, artista e designer e vive a Berlino.
L´esprit de géométrie nelle opere di Alessandro Carlini.
di Maurizio Vitiello
Alessandro Carlini ritorna, per la seconda volta in pochi mesi a Napoli e ritrova gli amici cari degli anni Sessanta. L’artista continua, con serio impegno, a lavorare in terra tedesca, nel suo studio berlinese, ma non dimentica le radici abruzzesi, tra Lanciano e Pescara sue mostre recenti, e le stagioni partenopee, dopo Evaluna eccolo alla PicaGallery, accorsato spazio nella zona-bene della città. Questa mostra minutamente allestita alla PicaGallery è motivo principale di ulteriore approfondimento su una serie denominata "Fasce che si incontrano, fasce che si abbracciano", ma anche indipendenti da questa serie.
Altri titoli di opere suggeriscono che in questa mostra si vedranno anche lavori che testimoniano la sua inventiva e creatività oggettuale e spaziale. Per esempio, i disegni della serie "Assemblages di notti fosforescenti" sono la descrizione di spazi per il visitatore percorribili qualora essi venissero realizzati ed eseguiti in scala 1:1. Poi, sono presenti lavori e studi recentissimi in tecnica mista di buon livello che intendono essere studio riflessivo sulle proprietà dello spazio e sulla sua capacità di intendere, abbracciare e “possedere” il mondo.
Alessandro Carlini non disdegna di frequentare movimenti artistici innovativi e mostre di riferimento agganciate all´“avant-garde”.
E’ entrato a far parte del “Movimento Iperspazialista”, che conta esattamente, al momento, i seguenti nomi: Luisa Bergamini, Giovanni Boldrini, Fabrizio Campanella, Alessandro Carlini, Isabella Ciaffi, Maria Pia Daidone, Andrea Damiani, Anna Donati, Umberto Esposti, Maria Cristiana Fioretti, Giovenale, Cesare Iezzi, Ettore Le Donne, Giuseppe Masciarelli, Gian Battista Morana, Nabil, Giovanni Neroni, Innocenzo Odescalchi, Antonio Paciocco, Giorgio Pahor, Monica Pennazzi, Alessandro Perinelli, Massimo Pompeo. L´artista ha sempre riconosciuto nel “concept” potenzialità da trasferire e nelle sue radici fonti possibili di ulteriori ispirazioni probabili, potenziali e virtuali.
Segmenti, segni, segnature e segnacoli scrivono un fondo articolato, quasi una redazione visiva tutta impegnata a riconvalidare una “cifra artistica” eletta per poter sintetizzare prove alte e per rimarcare sentieri del particolare. Nell´attuale comprensione delle arti visive contemporanee sono, senz´altro, da apprezzare quelle figure che motivano la loro attività su chiari intendimenti per intendere le proporzioni di un intimo sentire e per procedere oltre. Le attuali elaborazioni dell´artista metabolizzano finezze e tratti della sua poetica e risultano posizionati con felice tecnica e con sbrigativa sintesi.
E´ un “esprit” scandito da istanti misurati e da nuove combinazioni, sottili ed insistenti, armonizzate in un desiderio di geometria.
L´attuale grafica e pittura di Alessandro Carlini si presenta distribuita in losanghe, in sezioni rette ed in forme curvilinee, che producono sequenze multiple di corpi geometrici aggettanti. Cromatismi e minimali figurazioni,intervallati da tagli intendono, dettaglio su dettaglio, abilitare una teoria di estroflessioni tra ritmi, variazioni e dinamicità, mentre scelte cromie valorizzano eleganze leggere. Tutto è trasferito da un quotidiano esercizio pittorico su carta o su tela. L´artista agisce e non ravvede nulla come termine od ostacolo. Tagli e segmenti, perlustrazioni e rifiniture calibrano e coniugano segni strategici e soluzioni ardite su una rete di schemi compositivi. Le multiple sensibilità indagate dall´artista vengono disposte sulla carta quali essenze dinamiche, che sottintendono pulsazioni e sversamento di umori.
Nelle somme di nuovi esercizi,dinamicamente armoniosi, si vuole intendere un´universalità. Teorie variegate interpolano diversità cromatiche e svolgono il ruolo concettuale di ipotetiche conurbazioni universali, ma, fondamentalmente, risultano spie indicative dell´umano procedere legate ad addendi di semantiche astratte. L´attività dell´artista è captare il senso del mondo, con i suoi perimetri e le sue correnti alternate. In opere, a doppia sezione, corrono incidenti temperature cromatiche, mentre frazionamenti muovono redazioni che possono aggettivare fabulismi.
L´operatività dell´artista ha sempre convinto e le sue opere respirano fantasia di colori e segni di libertà. Tutto è in settori o in pieghe di ventagli su cui corrono orizzonti di geografie fantasmatiche, che si stagliano su diverse soluzioni, generate da una pluralità di redazioni. Non c´è peccato d´intelligenza e si agglutinano semi e segni, vibrazioni vettoriali e raffiche di linee spezzate e vien fuori una contemporaneità di respiri profondi, e si rimettono in gioco esistenze ed atmosfere. Panoramiche, visioni e tenuta scenica conquistano anche tessiture immaginate. Salti, scatti ed intervalli fanno vibrare memorie e determinano anche immagini insolite. Fertilissime idee serrano particolari tagli, non privi di incanti e malie, che s´alimentano per sottile dettato. Le tecniche miste guidano un “iter”di mentalità solida, aperta; di spessore. Utili riferimenti s´agganciano a dati attuali ed emerge la voglia dell´artista di elaborare misure. Rifrazioni e riflessi variano ritmi e palesano richiami a cadenze. Trasparenze e significazioni si specchiano e tutto ritorna in bilico, ma, poi, quel tutto viene riconvertito,dal gioco sottile dell´ “esprit de géométrie”, in attualità e in rimbalzi di specularità storica.
L´iperspazialismo di Alessandro Carlini tiene conto del passato e naviga verso un futuro di “rendez-vous” segnici colloquiali.
E’ nelle intenzioni di Alessandro Carlini riuscire a condensare un sentimento di appropriazione dello spazio ed un intimo sentire pervade ogni lavoro, ogni studio, ogni grafica, ogni opera pittorica, quest’ultime rare, però, nel suo attuale scorcio produttivo.
Alessandro Carlini intende essere nello spazio, essere lo spazio, interpretare lo spazio, intendere lo spazio, dominare e gestire lo spazio, essere dentro e mai fuori. La testa ed il cuore lo portano ad interagire collo spazio e a fissare nelle pieghe e nelle volumetrie dei suoi esercizi grafico-pittorici flessibilità dinamiche, carature cromatiche e densità emotive.
Maurizio Vitiello
Antonio Dentale: Alessandro Carlini
Conosco Alessandro da quasi 50 anni, poco meno.
Quanto tempo!
Ci siamo iscritti insieme al 1° anno della facoltà di architettura, mi pare nel 1961, venivamo da formazione diversa, io mi ero diplomato al liceo artistico, lui al liceo classico. Non ricordo come ci siamo avvicinati, ricordo invece un’amicizia costruita anche attraverso dosi minime (fisiologiche) di antagonismo e concorrenza. Anche lui dipingeva. Faceva all’epoca dei quadri con dei piccoli disegni ripetuti e con l’inserimento di inserti di specchi.Lo coinvolsi nella promozione del gruppo operativo sud 64 di pittura d’avanguardia, mallevadore Luca Luigi Castellano e così all’insegna della “risemantizzazione del reale” con cui si apriva la autopresentazione del catalogo, debuttammo con una prima mostra alla libreria Minerva, oggi Feltrinelli, nell’autunno del 1964.
A quella seguirono altre mostre di gruppo e personali. Ricordo, forse nel ’66, una sua personale alla allora “giovane” galleria di Lucio Amelio al parco margherita con dei quadri, aveva cambiato, che mettevano in scena segni del panorama urbano, in partiicolare della segnaletica stradale.
Poi, a luglio del 1966 ci salutammo per le vacanze estive con l’appuntamento per il prossimo settembre, ma in seguito seppi che era partito per la Germania, dove si trasferì. Ho il sospetto che l’avesse già deciso, ma Sandro era così, misterioso! Da allora lo avrò rivisto quattro o cinque volte in occasioni diverse.
A Berlino si è laureato, sposato, fatto una figlia, esercitato la professione, ma io ne so poco. Oggi lo ritrovo interessato alla “geometria”. Quando più di quarant’anni fa andò via da Napoli lasciò anche qualche libro ed un quadro di un certo Wirt se non ricordo male, una forma geometrica in nero su fondo bianco che un po’ mi anticipavano alcune delle immagini di oggi. E d’altronde nella storia dell’arte moderna c’e un filone da Mondrian attraverso il Bahaus fino all’arte cinetica degli anni ’60, i minimalisti americani ed infine il design che mette in scena la razionalità come possibile equivalente della bellezza. Quella di Sandro, mi sembra una razionalità non certo a senso unico, astratta, ma invece attenta a procedure e ad istanze diverse, che prevede la possibilità di comprendere anche il momento della decisione soggettiva più o meno automatica, insomma della vita nellasua complessità.
Auguri e bentornato
Novembre 2008 Antonio Dentale
Inaugurazione 14 novembre 2008
PicaGallery
vico Vetriera, 16 - Napoli
Ingresso libero