Marilyn Forever. "Ho usato le immagini piu' belle e significative per fissare nella memoria il suo volto, l'icona piu' bella del mondo moderno: Marilyn. Ho lavorato ininterrottamente per un anno sul volto di Marilyn" O. Ronda
Marilyn Monroe:
Il Primo amore non si scorda mai (poesie di Marilyn Monroe)
Di Omar Ronda
È passato tanto tempo dalla scomparsa di Marilyn Monroe. Allora avevo quindici anni e, come tutti i miei coetanei, ne ero invaghito.
Quell’estate del 1962 (5 agosto), quando Marilyn ci lasciò in un modo che ancora oggi rimane misterioso, qualche cosa si spezzò dentro di me: conobbi la morte per la prima volta, divenni improvvisamente più adulto, assaporai una tristezza e un vuoto che prima non avevo mai provato. L’immagine perfetta, allegra, spensierata e sublime che di lei avevano costruito i film americani venne infranta dalla cronaca trasmessa in bianco e nero e dalla televisione e dai giornali che rendevano ancora più tragico l’evento. Marilyn fu davvero la prima grande emozione della mia esistenza di ragazzo, il primo vero dolore, la sofferenza sorda di chi perde una persona cara e vede svanire un mito della propria giovinezza.
La morte della piccola Marilyn fu certamente un grave lutto e gettò in crisi un’intera generazione, ma forse allora nessuno giunse a immaginare che da quella morte sarebbe nata addirittura la leggenda di tutte le leggende: il mito Marilyn.
Da allora ho conservato a lungo sulla libreria della mia cameretta una sua foto incorniciata, ritagliata da un giornale. E quella foto mi ha accompagnato per tutti gli anni a venire.
Ecco come è nata l’idea di realizzare questa serie di opere. Ho usato le immagini più belle e significative per fissare nella memoria il suo volto, l’icona più bella del mondo moderno: Marilyn. Ho lavorato ininterrottamente per un anno sul volto di Marilyn, e ho capito così artisti come Giorgio Morandi o Roman Opalka i quali hanno portato avanti un discorso monotematico per tutta la vita, ho capito che non c’è limite alla ricerca, che le possibilità sono infinite anche se gli spazi sono angusti.
Se un giorno qualcuno si ricorderà di me e del mio lavoro, vorrei che non potesse disgiungerlo dalle immagini che ho dedicato a Marilyn.
Ho viaggiato molto nella mia vita, ho conosciuto razze diverse, altri colori della pelle, altre culture e religioni, molti modi di vivere e di esistere, ma in ogni angolo del mondo Marilyn Monroe rimane una leggenda buona, un sogno mai finito, un motivo di gioia, un sorriso, un ricordo positivo, quasi vivo.
“Sono orribile,
ma datemi tempo:
mi truccherò la faccia,
ci metterò sopra
qualcosa di splendente
e sarò di nuovo”
Marilyn Monroe
Da ragazzo abitavo a Portula, un piccolo centro sulle Prealpi Biellesi, in Piemonte. Mi piaceva stare solo e camminare nei boschi, lungo i sentieri.
In inverno calpestavo la neve e la sentivo scricchiolare sotto le scarpe. Mi divertivo a osservare le pozzanghere gelate: le pulivo e le lucidavo con le mani, soffiavo via dalla loro superficie ghiacciata la neve residua.
Le pozzanghere gelate furono il mio primo incontro con l’arte, la campagna una sorta di museo all’aperto. Sotto il sottile strato di ghiaccio trasparente delle pozzanghere scoprivo rami, foglie, fili d’erba, cortecce, sassolini, bolle d’acqua e d’aria, a volte piccoli insetti, persino una lucertola. Un giorno trovai una pagina di un quaderno e provai a leggerne il contenuto. Mi piaceva pensare che il ghiaccio potesse fermare quelle immagini per l’eternità.
Nel febbraio 1987 decisi di prendere pienamente possesso della mia vita, abbandonai ogni attività cosiddetta produttiva e mi dedicai anima e corpo a scoprire la creatività sopita in me. Passai circa tre anni a sperimentare materiali e tecniche, a leggere e a scrivere, a capire dove andare, che fare e perché.
Nel 1990, visitando una stamperia di plastica, scoprii questo materiale duttile, colorato, plasmabile: fu una vera e propria folgorazione! Capii che il futuro era in questa materia così infinitamente diversa e manipolabile.
Mi tornarono alla mente le immagini delle pozzanghere gelate, e un pensiero divenne costante: fissare per sempre nel tempo immagini ed emozioni.
Una mattina, mentre provavo e riprovavo nuovi materiali, trovai la soluzione a tutte le mie ricerche: una materia trasparente, una plastica simile al ghiaccio, un modo per ibernare immagini, forme, colori... la poesia, la vita. Nacquero così i primi “frozen”, timidi e trasparenti.
Oggi ho imparato a governare la materia, a capirla e a ottenerne risultati soddisfacenti. Sono consapevole di avere creato una nuova iconografia e una forma solo mia, unica e riconoscibile tra miliardi di altre forme.
Ogni giorno nel mio studio scopro nuovi traguardi, vivo nuove avventure e sperimentazioni senza fine. Immortalo le materie e gli oggetti che mi interessano, le immagini e i volti delle persone che motivano la mia esistenza.
“Quel che ho dentro
nessuno lo vede.
Ho pensieri bellissimi
che pesano
come una lapide.
Vi prego:
fatemi parlare!”
Marilyn Monroe
Mi piace pensare che attraverso la mia tecnica “frozen” si possano fissare per l’eternità un’immagine, un volto, un pensiero, emozioni, la bellezza. Più di tutto è proprio la bellezza che mi affascina, la bellezza e la magia di un momento, la gioia, la felicità di un attimo. Mi piace pensare che queste immagini possano rimanere ibernate nel tempo per migliaia di anni, forse per sempre.
Ho pensato anche di racchiudere e inglobare immagini di persone assieme alle molecole dei loro corpi, in modo che, oltre all’immagine, si possa conservarne per sempre lo spirito vitale.
“Il mio involucro invecchia
ma io devo ancora nascere.”
Marilyn Monroe
Gli artisti sognano e con le loro opere cercano di rendere concreti i loro sogni. Gli artisti sono dei visionari, persone che spesso vivono lontano dalla realtà. Molti artisti hanno una lucidità simile a quella dei geni: basti pensare a Picasso o a Andy Warhol. Altri sono geniali nella loro sfera creativa e catastrofici nella gestione della loro vita. Molte vite di artisti sono esistenze bruciate, segnate dalle delusioni, dalle frustrazioni, dalle passioni, dai disastri amorosi, dalla droga, dall’alcol e dagli eccessi.
Gli artisti non vogliono padroni, e raramente i veri artisti si piegano a regole e a imposizioni. Gli artisti non dovrebbero essere tormentati da questioni economiche e fiscali, non
dovrebbero essere trattati come geometri o ragionieri... Gli artisti veri sono un patrimonio dell’umanità. Molte delle nostre città d’arte e molti di noi vivono ancora oggi e
vivranno in futuro grazie alle opere che artisti del passato hanno realizzato per mecenati lungimiranti.
Gli artisti devono sognare, devono creare e non devono scendere a compromessi con le miserie, la burocrazia, le noie quotidiane. L’imbecillità dei politici e l’avidità di tanti mercanti senza scrupoli hanno costretto artisti geniali a rinunciare ai propri sogni in nome della produzione, del bieco commercio e delle gabelle fiscali. Molti artisti non sognano più e sono proni di fronte a un sistema che li rende schiavi di loro stessi e del proprio nichilismo.
Come sono belli
quegli uccelli che volano!
Perché li uccidono?
Un uccello non ha scampo
quando vola.
È crudele uccidere chi
non ha scampo.
Marilyn Monroe
Ogni giorno è una lotta per non soccombere. La vita è dura e mi devo ingegnare a sopravvivere nella giungla delle scartoffie, nella continua scoperta di bassezze umane, nello sforzo costante a superare ostacoli, a raggiungere obiettivi, a non mandare tutti a quel paese, a non fuggire lontano dalle grane e dalle beghe, dalle meschinità di chi ti trovi di fronte a ogni momento della giornata.
Ma io, personalmente, ho inventato un modo mio di sognare, di catalizzare tutto il bene e il giusto della vita in un solo simbolo, di convogliare l’amore, la fedeltà, l’amicizia, le gioie, gli attimi degni di essere vissuti, l’aria fresca, il sole caldo, il mare azzurro, le montagne innevate, la voce di mia madre e il sorriso di un amico, l’affetto, la stima, il rispetto, la soddisfazione di guardare un’opera che ti è riuscita bene.
Ho concentrato tutto il positivo sull’immagine di Marilyn Monroe. Quando guardo una foto di Marilyn, vedo il suo sorriso e la sua dolcezza, a volte disarmanti, l’ingenuità del suo volto sempre tenero e dei suoi occhi sempre limpidi e puliti.
“Trentacinque anni vissuti
con un corpo estraneo,
trentacinque anni
con i capelli tinti,
trentacinque anni
con un fantoccio.
Ma io non sono Marilyn,
io sono Norma Jean Baker,
perché la mia anima
vi fa orrore
come gli occhi delle rane
sull’orlo dei fossi.”
Marilyn Monroe
Immagine: Marilyn frozen, fotografie e plastiche, 2003, cm.50x50
Inaugurazione venerdì 21 novembre ore 18
Tornabuoni Arte
via Fatebenefratelli, 34 - 20121 Milano