Il canto dell'immediato Satori, mostra fotografica. Con uno sguardo sempre delicato e rispettoso, solo apparentemente cinico e disincantato, Marina Gavazzi si rivela acuta esploratrice della mente umana e questo suo lavoro, intitolato “trittico†ci offre l’occasione per compiere una riflessione sulle complessita' e sulle diversita' della percezione legata al sentimento.
Il canto dell'immediato Satori
mostra fotografica
In una grande immagine in bianco e nero si vede una donna con indosso il burka. Quel velo quadrettato non è solo un filtro fra la realtà e la segreta intimità , è il simbolo di un altro mondo, di una cultura a noi lontana, a noi incomprensibile. Poi, l’inquadratura si fa soggettiva e ci mostra come si vede da dietro il burka. L’esterno si confonde con l’interno e, come in un labirinto di cui si vede la fine, esplode la voglia di uscire, di scappare, rompere le righe.
Con uno sguardo sempre delicato e rispettoso, solo apparentemente cinico e disincantato, Marina Gavazzi si rivela acuta esploratrice della mente umana e questo suo lavoro, intitolato “trittico†ci offre l’occasione per compiere una riflessione sulle complessità e sulle diversità della percezione legata al sentimento.
Le sue fotografie, frutto di successivi passaggi tecnici: sovrapposizioni di negativi, lavorazioni in photoshop e colature dominanti e omogenee, sono il risultato di una profonda ricerca visiva sul tema della vita, della morte e della condizione transitoria dl genere umano.
Il mezzo fotografico, in questo caso impiegato oltre lo specifico documentario è proposto come linguaggio autonomo vicino alle modalità dell’arte contemporanea ed è capace di riflettere sulla memoria e sul concetto di tempo, senza mai perdere di vista una specifica ed originale dimensione estetica. In questo senso, le interpretazioni fotografiche di Marina Gavazzi non rinunciano mai alla dimensione gestuale e ci conducono, lentamente, sulla soglia che divide astrazione e figurazione.
Paesaggi immaginari, cavalieri erranti, corpi in estasi e altri distesi, inerti, sui letti freddi dell’obitorio. Sono queste le immagini che compongono il suo repertorio visivo, un campionario umano investigato con pudore, con coraggio, senza mediazioni e senza la minima volontà di cedere il passo alla facile provocazione.
orario: da martedì a sabato 15-19,30
Spazio San Carpoforo
via San Carpoforo 6, Milano
tel. 02.72004740 (MM Lanza)