Torino sommersa. L'esposizione e' il risultato di un percorso cominciato nel 2006 quando l'artista e' stato scelto dal pubblico come vincitore di IoEspongo - IX edizione, con l'opera "Tsunami".
L’Associazione Culturale Azimut con il sostegno di Regione Piemonte, Fondazione CRT e Camera di commercio di Torino e con il patrocinio della Città di Torino inaugura MERCOLEDÌ 10 DICEMBRE alle ore 18.30 la mostra TORINO SOMMERSA dedicata al Vincitore del Premio del Pubblico di IoEspongo IX Edizione ANDREA GATTI.
Andrea Gatti nasce, vive e lavora a Torino. Il suo percorso formativo si divide tra gli ambiti tecnico e creativo. Nel 1989 si diploma perito elettrotecnico presso l’istituto E. Agnelli di Torino. Nel 1995 si diploma illustratore presso l’Istituto Europeo di Design di Torino. Lavora come illustratore free-lance e nel contempo si impiega in un’azienda di servizi informatici. Nella sua produzione artistica, quasi esclusivamente figurativa, spiccano le opere realizzate a tecniche miste, acquerello, computer grafica e pittura digitale. Nel corso degli anni, ha esposto in numerose mostre collettive e personali in diversi spazi privati e pubblici, e partecipato con successo a numerosi concorsi ed eventi. L’esposizione è il risultato di un percorso cominciato nel 2006 quando l’artista è stato scelto dal Pubblico come vincitore di IoEspongo IX edizione con l’opera Tsunami
Andrea Gatti viene presentato nel catalogo, che sarà in distribuzione gratuita per l’intero periodo dell’esposizione, da molte autorevoli firme fra le quali: Giorgio Figus Sceneggiatore, Giampiero Frasca Docente, Scrittore, Critico Cinematografico, Francesca Tesoriere Illustratrice e pittrice, Renzo Rossetti Scrittore e giornalista, Paolo Mottura Fumettista, Marco Patrito Illustratore, Alessandra Montrucchio Scrittrice, Athos Bomcompagni Illustratore, Corrado Mastantuono Illustratore e fumettista, Mirco Tangherlini, Illustratore editoriale e artista digitale, Gianfranco Goria Docente di letteratura disegnata.
Un estratto dall’introduzione di Alessandra Montrucchio
… e il suo è un universo blu. Così platealmente, totalmente blu da calamitarmi
subito, senza esitazioni. Ma non è solo blu, quell’universo. È marino e un po’ apocalittico. È Torino
mangiata dal mare, è la terra fagocitata dalle acque. Universo blu perché sommerso. E io ho paura
dell’acqua. Il timor panico di un ecosistema in cui non posso vivere - e non mi si dica che prima di
nascere ci sguazzavo, nel liquido, e che dunque è un elemento connaturato alla specie umana: le
branchie le ho lasciate indietro troppo tempo fa per non avere l’impressione, le rare volte in cui mi
immergo in mare, di essere un’ospite indesiderata, un corpo estraneo.
Mare blu. Blu e mare. Ciò che mi attira e ciò che mi respinge, ciò che mi culla e ciò che mi spaventa.
Chissà. Magari, se superassi la mia ignoranza (non a caso) abissale in materia, la cultura saprebbe
farmi superare le barriere - la paura dell’acqua, ma anche l’amore istintivo per il blu -, saprebbe
farmi leggere le opere di Andrea Gatti... Se non altro, saprebbe farmi esprimere qualcosa di più
compiuto che non: attrazione e paura, paura e attrazione.
Un estratto dall’introduzione di Giampiero Frasca
Questa mostra non rappresenta tutta la creazione artistica di Andrea Gatti, ma è sicuramente la collezione più riconoscibile, così come un solo ben distinto accordo, tempo fa, evocava la chitarra di Mike Oldfield, o un composito movimento di macchina sull’opulenza di donne in perfetta salute distingueva l’inquadratura di Federico Fellini. Ma non è certo un mondo in salute quello sommerso con atteggiamento anche sadico – mi sia concesso – da Gatti, non è certo una Torino scintillante di olimpica sobrietà sabauda. È una Torino in via di estrema consunzione, in monumentale decomposizione, disposta ad una vita parallela, fuori dai consueti canoni, in cui le evidenze sono capovolte.
Un universo nel quale, per l’appunto, si attua uno spiazzante ribaltamento a causa (in virtù?) del quale l’abituale centro della rappresentazione diventa sfondo, palcoscenico d’ambientazione, centro perfettamente identificato e dislocato al contempo, mentre la composizione si allaga di un’idrofilia malata, patologica, ineluttabile. Come se una cartolina degli anni Settanta fosse stata recuperata dopo un’alluvione. La reale protagonista, l’acqua. Non simbolo salvifico, rigenerante, palingenetico, ma emblema di una contraddizione insanabile in atto: ristoro e annichilimento, illusione e avvilimento, ascesa e caduta. Viluppo inestricabile di poli opposti che si attraggono inesorabilmente. Un mondo guardato da una prospettiva sconosciuta che vira fatalmente nell’incubo. Forse l’unico segreto è il farsi cullare nutrendo la segreta speranza di non svegliarsi in un bagno di sudore.
Inaugurazione ore 18.30
Associazione Culturale Azimut
piazza Palazzo di Citta', 8 - Torino
Ingresso libero