Made in Calabria 2. L'artista rivisita la celluloide in chiave archetipica, immortalandola e poi lacerandola sul suo supporto in un linguaggio universale e con la massima efficacia comunicativa. Gli strappi sembrano assumere la forma di una intuizione primordiale, dettata dall'intervento istantaneo della mano e inferti sulla tela con geniale casualita'.
a cura di Antonio Falbo
La passione per il cinema e per quella donna simbolo-desiderio,"Marylin
Monroe", sono per Rotella arte allo stato puro. Egli rivisita la celluloide
in chiave archetipica, immortalandola e poi lacerandola sul suo supporto in
un linguaggio universale e con la massima efficacia comunicativa. Gli
spettatori sono sempre affabulati dalle sue opere, immense nei rimandi all'immaginario
collettivo, frecce acuminate per le sensazioni individuali. Rotella cattura
il cinema e lo rende immortale con le sue improvvise metamorfosi, col suo
stile inconfondibile. Così non è possibile dimenticare o abbandonare,
rimuovere un film se lo ha rivissuto, attraverso i manifesti, questo grande
artista. Il cinema con lui non è più il mezzo a cui siamo soggetti e che poi
inevitabilmente trascuriamo, ma diventa vita, sguardo, attimo da bloccare
per riappropriarsene.
Così anche in questa 2^ edizione i suoi strappi sembrano assumere la forma
di una intuizione primordiale, dettata dall'intervento istantaneo della mano
e inferti sulla tela con geniale casualità. L'artista creativo in antitesi
con l'arte accademica, cerca nelle vie, anche le più nascoste, la cellulosa
stampata, materia prima per il suo lavoro. Ha la capacità di donar valore ai
manifesti dello spazio urbano massificato, attraverso i suoi Décollages e le
affiches: dall'abbandonato, dal gettato, dal dimenticato, ormai destinato
alla distruzione immediata, il maestro trae i suoi capolavori. Rotella
trasforma il consumismo sfrenato in tracce di presenze archetipiche. Nei
primi anni di attività egli fatica a essere compreso ma sarà ricompensato
dal successo di pubblico e di critica, grazie all'impegno di un gruppo di
intellettuali che, fin dagli inizi, considereranno geniali tali
realizzazioni.
Erano gli anni '50 quando l'artista furtivamente, di notte, lacerava i
manifesti di Piazza del popolo, a Roma, sviluppando il nuovo linguaggio
creativo che di lì a poco lo avrebbe innalzato tra gli esponenti più
illustri del Nouveau Realisme.
Solo nel 1999 Sergio Abramo, sindaco della città di Catanzaro, emana un'ordinanza
e autorizza finalmente Rotella a strappare liberamente in tutto il
territorio cittadino i manifesti che più riteneva idonei al suo lavoro,
riconoscimento tardivo ma necessario alla libertà di espressione di un uomo
unico come Rotella.
Dagli anni '60 agli anni '80 si compone il nucleo storico del percorso
espositivo presentato in questa mostra. Comprende un ampio repertorio di
opere grafiche a tiratura limitata, ormai introvabili, da considerarsi
gemme, rarità nel mondo collezionistico: effaçage degli anni che vanno dal
1970 al '73; décollages e sovrapitture anni '80, comprese opere eseguite in
acquatinta e serigrafia. Documentano vent'anni di manifesti Mec-Art; dal
movimento al quale nel '61 Rotella aderisce con Pierre Restany (minuto e
arguto critico intenditore di tutte le sue opere), agli anni avventurosi
dell' arresto per uso di stupefacenti, fino alla legittimazione
internazionale.
Da quegli anni il suo lavoro è passato al vaglio di mercanti, estimatori e
gentil donne di alto rango, fino alla presentazione nella "galleria d'arte
del Naviglio" di Milano, guidata dal geniale Carlo Cardazzo, il primo a
credere nei suoi "strappi".
Le serigrafie e le litografie "Originals Multiples" presenti sono simbolo
dell'attenzione rivolta dal maestro agli standard artistici del classico e
del figurativo e, nello stesso tempo "contro il logorio della vita moderna"
come annuncia l'etichetta Cynar di un suo capolavoro anni '70, oggi
eccezionalmente in mostra.
Il percorso potrebbe avere dell'incredibile e suscitar stupore nell'osservazione
di quell'antitesi nella quale risalta l'ordine e il disordine artistico dei
manifesti divenuti immortali, non più rimandi cinematografici ma memoria e
dissacrazione dell'immagine. Nella sua mente c'è un nuovo spazio aperto dall'amore
di un cinematografo, che tanto aveva impressionato il maestro a soli 6
anni. L'originaria passione lo aveva portato a trasgredire: vedeva le nuove
pellicole clandestinamente sullo schermo del vecchio "Cinema Masciari". La
memoria, come un filo dipanatore, tornerà continuamente su quelle immagini
legate alla sua esperienza infantile e svilupperà il bisogno di rendere
immortali quelle visioni per lui statiche.
I Capolavori non possono dunque che essere Made in Calabria, perché è questa
la lo Archè, la terra bruzia a cui l'artista è stato sempre legato e a cui
ha voluto tornare per sempre. Così a Catanzaro sarà riassunto in un
itinerario essenziale ma profondo una parte del lavoro del maestro. In esse
prevale la perdita della forma, la linearità è sottratta agli strappi dell'intuito,
alla continua ricerca del nuovo, dell'originale, dell'innovativo. Sono un
esempio le sovrapitture realizzate negli anni '80, frutto dell'insoddisfazione
verso ciò che il supporto pittorico poteva concedergli. Abbondanza di colore
e sovrapposizione sono le caratteristiche di questa tecnica molto originale
che dà vita ad uno stravolgimento creativo. Heidegger aiuta a comprendere la
grandezza del linguaggio di Rotella se si applica a lui l'affermazione del
grande filosofo: "L'invenzione linguistica può consentire al poeta di
innescare un'esplosione tale, non meno potente di quella permessa al
pittore". E il maestro è stato un poeta e un pittore nella sua capacità
unica di reinventare e potenziare i linguaggi: l'ossessione del nuovo che lo
pervade fin dai suoi primi lavori, distorce la forma più vera del disegno e
trasforma l'immagine reale in nuovi prototipi, trasformando così in chiave
artistica l'ipotesi heidegerriana dell'attesa da parte dell'artista del
nuovo linguaggio; il paragone con Heidegger, ben si configura con l'attività
del maestro, assiduo e insistente ricercatore dell'autenticità esistenziale.
Credere nel linguaggio artistico e poetico è anche ricercare ed essere
sognatori senza mai arrendersi; ed è in quest'ottica che oggi, da attenti
osservatori possiamo provare sgomento di fronte ai décollages e ai
Ready-made rotelliani riassunti in trent'anni di follia e amore per lo
"strappo" .
Leonardo Bizzoco
Verduci Arte
vicolo Duomo, 18 - Catanzaro
Ingresso libero