Internamenteinterna. Dilatando i confini tra il mondo dell'arte e la quotidianeita', l'artista prende possesso degli elementi della scena urbana, attribuendo alla strada il valore poetico di immagine.
Il 10 gennaio 2009 alle 19,00 la galleria Hybrida Contemporanea di Roma presenterà la mostra personale di Vito Bongiorno dal titolo “Internamenteinterna”.
Allievo dell'aeropittore Mino della Site, molto amato da Marinetti, Vito Bongiorno, nato ad Alcamo nel 1963, ha studiato incisione e scultura a Roma per poi proseguire gli studi a Monaco di Baviera, esponendo in alcune importanti gallerie. In seguito, durante un soggiorno a New York, è venuto a contatto con le realtà artistiche più interessanti e ha ampliato la sua ricerca ispirandosi a quella filosofia estetica che egli stesso chiama ''sintetismo della vita'' e che si esprime nella sintesi fra esperienza oggettiva e manifestazione della propria interiorità.
Il suo lavoro si incentra soprattutto sul tema dell'impronta, che gli permette di mettere in mostra il reale nei diversi aspetti della sua totalità espressiva. Evocando le Anthropométries di Yves Klein, in una recente performance, Bongiorno ha steso lungo la strada del centro di Fregene cinquanta metri di tela e, dopo averla cosparsa di polvere blu, ha lasciato che delle modelle dipinte dello stesso colore vi imprimessero il loro corpo, diventando come dei pennelli viventi, sigilli da imprimere sulla tela sotto la sua attenta direzione. In queste opere si distinguono gli elementi essenziali del corpo femminile: forme antropometriche perfette, come fossero statue antiche della modernità. Si crea in questo modo una distinzione tra il “corpo pennello” della donna e il corpo dell'artista che lascia compiere l'opera sotto lo sguardo suo e degli spettatori. In questo ritratto dell'esistenza Bongiorno sottolinea la predisposizione dell'uomo a lasciare impronte, segni tangibili di un processo temporale che ha avuto luogo sul corpo e sul territorio preso in considerazione. Il suo intento è dunque quello di ridurre l'importanza data al manufatto artistico in quanto tale, per privilegiare l'aspetto mentale e spirituale di ogni creazione.
Nelle opere esposte ad Hybrida Contemporanea, dilatando i confini tra il mondo dell'arte e la quotidianeità, Bongiorno prende possesso degli elementi della scena urbana, attribuendo alla strada il valore poetico di immagine. Rappresenta i luoghi di transito e di mobilità, fatti di slittamenti sensibili e tracce improvvise, luoghi dell'esistente e del vissuto che affiorano fino alla soglia della coscienza. L'impronta di alcuni sampietrini si isola, si raccoglie in se stessa, si fa ''figura'' diventando come un'icona rinascimentale che emerge a fatica da sfondi di pittura monocroma. I sampiertini rappresentano un connubio di realtà passate, vissute, sovrapposte le une alle altre e intrappolate in armonia in una pittura fatta di segni e di colori. La strada è lo spazio collettivo dove si imprimono le infinite tracce che formano il tessuto dell'esistenza umana, il flusso della vita. Come diceva Argan, riferendosi all'informale, “non è la pittura a fingere la realtà ma la realtà a fingere la pittura”. Bongiorno realizza quindi quella prossimità assoluta fra vita e arte spostando l'attenzione dello spettatore sul banale lì dove la percezione si arresta per far cadere la rigida barriera tra realtà e immaginazione.
Inaugurazione ore 19
Hybrida Contemporanea
via Reggio Emilia, 32 - Roma