Marc Adrian
Stephan Huber
Walter Niedermayr
Jayne Parker
Otto Piene
Eva Schlegel
Erik Steinbrecher
Michel Verjux
Heimo Zobernig
Installazioni della collezione del Museo d'arte moderna e contemporanea di Bolzano. Alla base della mostra vi e' il principio: una sala, un artista, un'opera. In 'Stanze II' il leitmotiv e' la smaterializzazione che in questo caso si compie per mezzo della luce e del movimento.
Marc Adrian, Stephan Huber, Walter Niedermayr, Jayne Parker, Otto Piene, Eva Schlegel, Erik Steinbrecher, Michel Verjux, Heimo Zobernig
Installazioni della collezione del Museo d'arte moderna e contemporanea di Bolzano
'Stanze II' rappresenta il proseguimento dell'omonima mostra che ha avuto luogo quasi due anni fa al Museion.
Le opere presentate in entrambe le esposizioni fanno parte delle collezioni del museo.
'Stanze II' documenta l'utilizzo caratteristico per l'arte contemporanea di una grande varietà di media diversi: film, video, fotografia, proiezioni di luce.
I generi tradizionali sono quasi assenti. Questa mostra di arte contemporanea acquisisce una dimensione storica con la presentazione di due opere dell'inizio degli anni Sessanta.
L'inclusione della passerella, realizzata dall'artista svizzero Erik Steinbrecher, che da anni consente di accedere all'università ed al museo, è un omaggio al genius loci, ma parallelamente anche un segnale del fatto che oggi i confini tra oggetto d'arte e d'uso stanno progressivamente sfumando.
Di Otto Piene viene esposto uno dei famosi 'Balletti di luce' (1961) che già allora combinavano luce reale e movimento.
Con la luce lavora anche l'artista francese Michel Verjux che dagli anni Ottanta proietta forme geometriche luminose nello spazio architettonico.
Eva Schlegel è invece presente con una installazione video realizzata nel 2000 che rappresenta un cielo percorso da nuvole, e suscita all'interno della sala espositiva l'illusione di spazi infiniti.
Di Marc Adrian viene presentata una scelta di film sperimentali girati tra il 1959 ed il 1962 insieme a Kurt Krenn.
Le opere sorprendentemente attuali di Adrian si ricollegano da una parte con il lavoro di Piene per quel che riguarda gli intenti, dall'altra con il film realizzato nel 2000 dall'artista Jayne Parker che introduce la dimensione musicale, elemento che sta assumendo sempre maggiore rilevanza nell'arte contemporanea.
Le montagne di Stephan Huber, esposte nel 1999 alla Biennale di Venezia, sono sculture in cui predomina il contrasto tra forma monumentale e levità della materia ottenuta con l'uso del colore bianco. Le carte geografiche che affiancano l'installazione di Huber, sublimano paesaggi reali in un sistema di segni fatto di linee e nomi.
Vale la pena sottolineare che due opere - una di Heimo Zobernig e l'altra di Walter Niedermayr - sono state concepite e realizzate espressamente per questa mostra.
Zobernig allestisce una sala per la comunicazione con posti a sedere, riviste, cataloghi e distributori automatici di bibite; Niedermayr crea un'installazione con fotografie scattate all'interno degli spazi espositivi del museo stesso.
Questi lavori esprimono con grande chiarezza il fatto che le opere esposte non vengono semplicemente presentate in uno spazio, ma anche che vi interagiscono costantemente.
Museion
Via Ospedale 2/b - Bolzano