Arte e azioni nello spazio cittadino negli anni 60 e 70. Tra segnali premonitori di critica sociale ed istituzionale, gli artisti si recano in strada concependo la stessa come luogo di espressione pubblica fisica e idealmente democratica. Mediante i suoi happening, le azioni, le performance e gli interventi, l'urbanesimo performativo non bada ai confini nazionali e continentali, esprimendosi dunque in maniera diversa da citta' a citta'. Un progetto a cura di Heinz Schutz con documenti di Vito Acconci, Joseph Beuys, Alain Bizos, Augusto Boal, Giannetto Bravi e moltissimi altri.
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a cura di Heinz Schütz
Le città sono qualcosa di più che la semplice somma di architetture statiche: sotto il profilo performativo, la città nasce come risultato di processi sociali ed azioni pubbliche. Partendo da questa premessa, "Performing the City" si concentra su diverse città asiatiche, europee ed americane e, per la prima volta, riflette il rapporto tra città ed arte performativa con un'ampia visione d'insieme - ponendo in primo piano l'urbanesimo performativo degli anni Sessanta e Settanta.
Tra segnali premonitori di critica sociale ed istituzionale, gli artisti si recano in strada concependo la stessa come luogo di espressione pubblica fisica e idealmente democratica. Sospinti dall'utopia avanguardista di una conciliazione tra "arte e vita", essi sostituiscono il carattere oggettuale dell'arte con l'azione vincolata alle persone. Si dischiude, in tal modo, un ampio spettro artistico di concetti ed azioni marcatamente corporee, di interventi ludici e decisamente politici.
Mediante i suoi happening, le azioni, le performance e gli interventi, l'urbanesimo performativo non bada ai confini nazionali e continentali, esprimendosi dunque in maniera diversa da città a città. Tutto ciò ha luogo in un clima di risveglio sociale, collegandosi di volta in volta ai movimenti emancipatori degli anni Sessanta e Settanta finalizzati a una democratizzazione della società - nel superamento delle gerarchie tradizionali, degli irrigidimenti sociali e delle repressioni politiche.
Opere di: Vito Acconci, Genpei Akasegawa, Yuri Albert, Michael Asher, Joseph Beuys, Alain Bizos, Augusto Boal, Giannetto Bravi, George Brecht, Stuart Brisley, Trisha Brown, James Lee Byars, André Cadere, Lygia Clark, Jürgen Claus, Asdrubal Colmenarez, Carlos Cruz-Diez, Riccardo Dalisi, Flavio de Carvalho, Gino De Dominicis, Niki de Saint Phalle, Guy Debord, Braco Dimitrijevic, Otto Dressler, Felipe Ehrenberg, Herve Fischer, Wolfgang Flatz, Alain Fleischer, Fred Forest, Gruppe Geflecht, Barbara Hammann, Michael Heizer, Lynn Hershman, Jene Highstein, Pierre-Alain Hubert, Ernesto Jannini, Mimmo Jodice, Joan Jonas, Kim Jumsun, Allan Kaprow, Yoshihiro Kato, Mikyung Kim, Alison Knowles, Kang Kuk-Jin, Lee Kun-Yong, Yayoi Kusama, Leonid Lamm, Julio Le Parc, Jean-Jacques Lebel, Nelson Leirner, Igor Makarevich, Renato Mambor, Jonier Marin, Claudio Massini, Yutaka Matsuzawa, Gordon Matta-Clark, Bruce McLean, Dieter Meier, Silvio Merlino, Annette Messager, Tania Mouraud, Saburo Murakami, Hiroshi Nakamura, Natsuyuki Nakanishi, David Nez, Hermann Nitsch, Lev Nussberg, Hélio Oiticica, Yoko Ono, Gina Pane, Claude Pasquer, Kurt Petz, Pino Poggi, Hi Red Center, Pierre Restany, Klaus Rinke, Jose Roberto Aguilar, Mimmo Rotella, Werner Ruhnau, Andraz Salamun, Günter Saree, Nobuo Sekine, Shozo Shimamoto, Ushio Shinohara, Mieko Shiomi, Kazuo Shiraga, Regina Silveira, Genilson Soares, Gruppe Spur, Stelarc, Seung Taek Lee, Jiro Takamatsu, Yutaka Takanashi, Jean Tinguely, Wolf Vostell, Alexander Yulikov, Vadim Zakharov, Giuseppe Zevola.
Inaugurazione sabato 7 febbraio ore 19,00
PAN Palazzo delle Arti
Palazzo Roccella - Via dei Mille, 60 - 80121 Napoli
Project room II primo piano
Orari
feriali: 9.30 - 19.30
festivi: 9.30 - 14.00
Chiuso il martedì