In mostra le creature mostruose di Tilf, reminescenze primitiviste e dell'immaginario infantile, ibridi uomo-macchina-animale che con il loro perturbante fascino, sembrano rivoltarsi contro di noi, rivendicare la loro presenza nella nostra vita.
a cura di Fabio Vito
Sono dappertutto. Ci fissano penetranti con i loro occhi ipnotici, vogliono divorarci con le loro bocche spalancate mostrandoci i loro denti appuntiti, vogliono spaventarci con la loro mimica, tentano di afferrarci con le loro braccia scheletriche.
Sono le creature mostruose di Tilf, reminescenze primitiviste e dell’immaginario infantile, ibridi uomo-macchina-animale, ma anche giocattoli, robot appartenenti al mondo dei bambini che, come in un incubo, con il loro perturbante fascino, sembrano rivoltarsi contro di noi, rivendicare la loro presenza nella nostra vita.
Sbucano da ogni parte, come per far fronte ad una sorta di horror vacui che non riguarda solo lo spazio fisico della tela (o del muro), ma si estende allo spazio lasciato vuoto nella nostra esistenza dalle cose a cui abbiamo, secondo un processo razionalizzante, consumistico ed economico, tolto priorità quali erano per il nostro io bambino il gioco, lo scherzo, la reverie, la fantasia.
Queste creature fanno di tutto per richiamare la nostra attenzione, non solamente affollando lo spazio o dilatandosi in grandi dimensioni per acquistare visibilità, ma interagiscono con lo spazio stesso (vedi “L’assistente dell’anima”) e, in alcuni casi, conquistando la terza dimensione.
E’ questo il caso di “Robolegno”, nato dall’assemblaggio di diversi materiali di scarto (legno, ferro, carta), recuperati da Tilf a cui viene data una nuova vita; dalla loro combinazione prende forma una creatura che, con il suo volto terrificante, sembra rivendicare la presenza di quegli stessi oggetti, della loro storia, di quello che furono, divenuti ormai inutili per il fine primo al quale erano destinati.
Un po’ primitivismo, un po’ fumetto, un po’ street art, le opere di Tilf nascono dalla strada e proprio da essa attingono i materiali dai quali si generano; proprio attraverso la strada a volte si manifestano, si rendono visibili a molti.
Figure essenziali, costituite da linee e forme semplici, sia dal punto di vista compositivo che cromatico (bianco e nero, a volte con l’inserimento di un diverso colore) che nella loro semplicità riescono nell’intento espressivo ad essere efficaci come le figure di Haring.
Le creature di Tilf, a volte mostruose, spaventevoli, perturbanti, a volte buffe e infantili, vogliono forse ricordarci l’importanza di tutto ciò che, per un motivo o per l’altro, abbiamo rimosso, sia dal punto di vista fisico, come i materiali di scarto, apparentemente morti, inutilizzabili, sia dal punto di vista psichico, quali il gioco e la fuga, l’evasione dalla realtà del nostro quotidiano.
inaugurazione mercoledì 10 febbraio ore 18.30
Risto-bar Scaldasole
Via Volta 41 - Como
orario d'apertura 10-15 18-24
aperto tutti i giorni
chiuso il martedì sera e la domenica a mezzogiorno