Concrete Pause. La sua ricerca fotografica si sviluppa all'interno di un percorso esistenziale legato alla sua esperienza di manager per una multinazionale della ricerca. Una selezione di 25 scatti effettuati in diverse citta', sono visioni rubate a piccoli spostamenti in taxi e a percorsi quotidiani, che restituiscono paesaggi urbani misteriosi ma decifrabili.
CONCRETE PAUSE rappresenta il secondo progetto di una trilogia “always in progress” aperta dalla serie TRANSITI e che si concluderà con ROOMS. La ricerca fotografica viene sviluppata all’interno di un percorso esistenziale legato all’esperienza professionale di manager, ruolo ricoperto all’interno di una multinazionale della ricerca.
In Concrete Pause le visioni delle città sono rubate ai piccoli spostamenti in taxi, ai percorsi quotidiani hotel-ufficio, alle pause che spezzano il ritmo di riunioni fiume. Emergono paesaggi urbani tanto misteriosi quanto decifrabili nei suoi elementi: le città si estendono in ortogonie precise e stranianti, grattacieli appaiono inattesi incorniciati dalle foglie di un giardino decontestualizzandoli e proponendo nuovi sensi, edifici vengono recuperati alla memoria da scatti eseguiti nervosamente dal retro di un taxi, quasi a placare la frustrazione causata da uno spostamento intercontinentale del quale non rimarrebbe che il ricordo delle meeting room.
Sono immagini che travalicano l’intenzione di descrivere il circostante per suggerire stati d’animo legati a piccoli stupori, piccole gioie appese a “fenditure” che si aprono sottili nei ritmi professionali, spazi temporali privi di un setting. Città sparse ai quattro angoli del mondo vengono ricollocate da un tentativo di mantenere un’integrità interiore .
Una selezione di 25 scatti effettuati in diverse città in questi anni (New York, Shanghai, Montreal, Rio de Janeiro, Belo Horizonte e altri luoghi) viene presentata per la prima volta all’interno del Photofestival di Milano, manifestazione culturale parallela al Photoshow (http://www.photoshow.it/), e curata da Roberto Mutti, critico di La repubblica, e Riccardo Costantini, direttore artistico dell’evento.
Francesco Cianciotta, nato a Roma nel 1960 e che vive e lavora a Milano, é sociologo, consulente e manager. Fotografa da sempre. La sua ricerca fotografica viene sviluppata all’interno di un percorso esistenziale legato all’esperienza professionale di manager.
Le immagini in mostra a Bolzano sono una selezione di 25 scatti in bianco e nero effettuati in diverse città in questi anni (New York, Shanghai, Montreal, Rio de Janeiro, Belo Horizonte ed altre) durante i suoi viaggi aziendali. Sono interpretazioni e visioni di chi é ''sempre in viaggio e in attesa nei vari angoli del mondo, in città anonime, aeroporti affollati e silenziose camere d'albergo''.
In Concrete Pause le visioni delle città sono rubate ai piccoli spostamenti in taxi, ai percorsi quotidiani hotel-ufficio, alle pause che spezzano il ritmo di riunioni fiume. Emergono paesaggi urbani tanto misteriosi quanto decifrabili nei suoi elementi: le città si estendono in ortogonie precise e stranianti, grattacieli appaiono inattesi incorniciati dalle foglie di un giardino, decontestualizzandoli e proponendo nuovi significati. Edifici vengono recuperati alla memoria da scatti eseguiti nervosamente dal retro di un taxi, quasi a placare la frustrazione causata da uno spostamento intercontinentale del quale non rimarrebbe che il ricordo delle meeting room.
Galleria Foto-Forum
via Weggenstein, 2 - Bolzano
Orario: martedi' - venerdi' 15-19, sabato 10.30-13
Ingresso libero